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Discussione delle mozioni Maroni ed altri n. 1-00010, Realacci ed altri n. 1-00009 e Lion ed altri n. 1-00022 sull'introduzione di regole riguardanti l'utilizzo di pratiche enologiche alternative alle tradizionali tecniche di invecchiamento del vino (ore 22,25).
(Intervento del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giovanni Mongiello.
GIOVANNI MONGIELLO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. In questa occasione mi preme affermare che le mozioni presentate, che rappresentano gran parte del Parlamento e vedono coinvolti, oltretutto, rappresentanti di ogni schieramento politico, trovano il Governo attento, nella misura in cui questo avvenimento turba la coscienza di buona parte del paese. Il vino non è una bevanda qualsiasi: è qualcosa che va al di là anche del fatturato, della produzione. È qualcosa che è nell'anima e nella coscienza dell'italiano. Devo dire, con molta chiarezza, che le mozioni presentate suscitano, oltretutto, espressioni non solo di idealità, ma anche concrete.
Non sono d'accordo con coloro che affermano che vi è una nicchia di qualità, vi è un grande mercato che, attraverso questa forma di invecchiamento artificiale, in fondo, mette la stragrande maggioranza dei nostri produttori in competizione con altri. Ci sono, all'estero, mercati incredibili, pari a 20 volte quello italiano. Se abbandoniamo la pratica della qualità, credo si potrebbe determinare un momento di incertezza e di dubbio anche rispetto alla collocazione attuale sul mercato del vino italiano; ma la Commissione europea ha adottato questo provvedimento nel marzo 2006, quando questo Governo non era ancora in carica. Questo provvedimento è oggi all'attenzione della WTO.
Che cosa bisogna fare? Qualcosa il ministero ha fatto; il ministro De Castro, attento e premuroso anche rispetto a questo evento, si è attivato affinchè vi sia presto un incontro con i rappresentanti di altri paesi che producono vino di qualità in quantità notevoli nel continente, come la Francia e la Spagna. Questi tre paesi rappresentano l'80 per cento della produzione del vino in Europa. In questa sede non dirò cosa occorre fare, ma credo che quanto meno una forma aggiuntiva rispetto a quanto è stato deciso deve essere prevista. Ad esempio, si potrebbe far riportare in etichetta una dichiarazione circa l'uso dei trucioli; questo non significa sostenere la produzione di massa del vino non di qualità, ma sostenere e difendere quella nicchia di qualità che oggi rappresenta un fiore all'occhiello del nostro paese nel contesto internazionale.
Per tutto il resto, mi riservo di intervenire nel prosieguo dell'esame della mozione.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.