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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Dati emersi dalla recente indagine OCSE sul sistema di istruzione italiana - n. 3-00257)
PRESIDENTE. L'onorevole Porfidia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00257 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, da quanto si apprende anche da organi di stampa, per il secondo anno consecutivo le statistiche dell'OCSE classificano il sistema d'istruzione e formazione del nostro paese tra gli ultimi a livello internazionale. L'OCSE delinea un sistema inefficiente che necessiterebbe di un'approfondita riforma, al fine di razionalizzare le spese.
Il problema - sempre secondo quanto emerge dal rapporto dell'organizzazione internazionale - risulta essere quello di una cattiva gestione delle risorse. Infatti, il costo medio per studente è tra i più alti registrati a livello internazionale, mentre per quel che riguarda gli insegnanti, quelli italiani percepiscono salari decisamente più bassi rispetto ai loro colleghi stranieri, rimanendo, però, come età, tra i più anziani in assoluto. Nonostante quanto proclamato dal precedente Governo, scarseggiano anche le postazioni informatiche: circa 77 per ogni scuola, contro una media di 115 nei paesi OCSE. Tale organizzazione internazionale sottolinea, inoltre, che tra i trenta paesi membri l'Italia è al penultimo posto per numero di laureati: appena l'11 per cento delle persone tra i 25 e i 64 anni. La situazione non è rosea nemmeno per quanto concerne i diplomati, poiché la media italiana si aggira intorno al 48 per cento, rispetto alla media OCSE, che si attesta intorno al 67 per cento.
PRESIDENTE. Onorevole Porfidia, concluda.
Pag. 53AMERICO PORFIDIA. Concludo, Presidente. Con la presente interrogazione si chiede di sapere quali provvedimenti intenda assumere il Governo per tentare di riparare la situazione appena descritta, affinché il sistema formativo italiano possa diventare per le giovani generazioni uno strumento fondamentale per la costruzione del proprio futuro.
PRESIDENTE. Il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il rapporto dell'OCSE continua ad evidenziare, in un sequenza temporale ben più lunga, purtroppo, dei due anni richiamati, come il rilancio del sistema scolastico del nostro paese sia una delle priorità che deve essere posta all'ordine del giorno del Parlamento e del Governo e come questa priorità si connoti sempre più come una priorità nazionale, che può essere oggetto di confronti e dibattiti, anche duri e aspri, tra maggioranza ed opposizione, ma anche uno dei luoghi in cui si può giungere a delineare insieme le prospettive per un rilancio del sistema dell'istruzione pubblica del nostro paese.
I dati numerici a cui si fa riferimento sono quelli del 2004 ed evidenziano come, al di là del dato delle competenze e dei saperi, sia importante che il sistema educativo contribuisca al processo di formazione umana e della capacità critica della personalità dei giovani. Il rapporto mette in evidenza due aspetti che, rispetto ai costi, meritano di essere evidenziati.
Il nostro sistema formativo è figlio anche di scelte di civiltà fatte dal nostro paese, che riguardano la nostra struttura orografica; infatti, il 60 per cento del nostro territorio è montano. I costi per mantenere le scuole nei comuni montani, che occupano più di 16 milioni di ettari del nostro territorio, sono elevati. Va anche ricordata l'altra scelta di civiltà fatta dal nostro paese riguardo all'integrazione dei diversamente abili, ritenendola un diritto inalienabile e prevedendo così l'inserimento degli insegnanti di sostegno. Allo stesso modo, vanno anche ricordate le 40 ore della scuola dell'infanzia, il tempo pieno o il tempo prolungato, che rappresentano caratteristiche di cui l'OCSE non tiene conto né nel suo riscontro quantitativo né nel suo riscontro qualitativo, essendo una specificità unica del nostro sistema educativo.
Il dato che a me preme evidenziare è come il successo scolastico nel nostro paese sia strettamente connesso alle condizioni socio-economiche delle famiglie da cui i ragazzi provengono e come questo gravame sui ragazzi, che blocca l'ascensore sociale della scuola, condizionando sempre più il figlio dell'operaio a rimanere operaio, si sia accentuato dal 2000 in poi, quando la forbice sociale tra chi più ha e chi meno ha nel nostro paese si è ulteriormente ampliata. Il sistema dell'istruzione non è in grado di risolvere da solo questo blocco dell'ascensore sociale.
Vi è quindi un impegno da parte del Governo ad agire sul sistema dell'istruzione, ma vi è anche una necessità complessiva fra chi più ha e chi meno ha nel nostro paese, perché anche questo è uno degli elementi su cui poggia la possibilità di crescita e di sviluppo della nostra istruzione. Peraltro, lo sforzo non deve riguardare soltanto la qualità dell'istruzione, ma anche l'equità.
Una priorità del Governo è combattere la dispersione scolastica con azioni formative, per compensare i deficit accumulati per assecondare propensioni e attitudini, al fine di raggiungere nel 2010 l'obiettivo del 10 per cento della strategia di Lisbona. In particolare, per il Mezzogiorno d'Italia vanno ampliate ed assicurate competenze di base tecnico-professionali solide, coerenti con gli standard definiti in sede comunitaria. Un'ultima connotazione riguarda le competenze linguistiche nel nostro paese, perché apre un altro fronte rispetto al rapporto OCSE: l'invadenza eccessiva nei confronti dei ragazzi che frequentano la nostra scuola dell'infanzia e la scuola primaria del mondo della televisione, che in qualche modo riduce in maniera pesante la capacitàPag. 54di leggere e scrivere. Credo che questo sia un meccanismo che è necessario affrontare e normare.
PRESIDENTE. L'onorevole Porfidia ha facoltà di replicare.
AMERICO PORFIDIA. Signor ministro, nel ritenermi soddisfatto soprattutto per i contenuti della risposta, in quanto lei ha abbracciato tutte le problematiche - strutturali, sociali ed individuali -, mi auguro, però, che i provvedimenti di cui ha fatto cenno vengano adottati nel più breve tempo possibile, per risolvere un problema così importante per la nostra nazione. Ritengo che solo risolvendo questi problemi ed elevando la qualità dell'istruzione dei nostri ragazzi si possa assicurare ad essi un futuro e avere in Italia una maggiore democrazia ed una maggiore libertà, perché è proprio dalle coscienze dei nostri ragazzi che nascono questi valori, che devono essere sempre presenti nella loro istruzione e formazione.