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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Notizie sulla destinazione della nuova struttura militare statunitense progettata presso l'aeroporto Dal Molin di Vicenza - n. 3-00256)
PRESIDENTE. L'onorevole Deiana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00256 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, constatato che vi sono state molte interrogazioni su questo stesso argomento e che il ministro ha già avuto modo di rispondere, vorrei focalizzare l'attenzione su un aspetto che riguarda le relazioni tra l'Italia e gli Stati Uniti e che solleva, a mio modo di vedere, molte questioni. Nel menzionato servizio de l'Espresso, tra i molti aspetti relativi al carattere strategico, di strategia proiettiva, come si dice oggi, di potente strategia proiettiva rispetto ad uno tra i focus dei contrasti internazionali, è citato anche il discorso che il generale James L. Jones, comandante delle forze statunitensi in Europa, avrebbe fatto di fronte al Senato degli Stati Uniti, in cui parlava di questi piani di espansione di impianti ed infrastrutture nell'area di Vicenza...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Deiana.
ELETTRA DEIANA. ...sostanzialmente dandoli per acquisiti. Dunque, mi chiedo come sia possibile che un comandante militare riferisca tali notizie - sono pubbliche - di fronte ad un'istituzione importante quale il Senato degli Stati Uniti, senza che noi ne sappiamo nulla, senza che le autorità italiane siano state informate, o come sia possibile, ove lo siano state, che esse tengano per loro l'informazione.
PRESIDENTE. Il ministro della difesa, Arturo Mario Luigi Parisi, ha facoltà di rispondere.
ARTURO MARIO LUIGI PARISI, Ministro della difesa. Signor Presidente, è inevitabile, ancora una volta, il riferimento all'articolo de l'Espresso secondo cui il «cuore» ed il «cervello» della risposta bellica in Medio Oriente da parte degli Stati Uniti sono a Vicenza. Va subito ripetuto che quanto riportato da tale settimanale non risulta al mio ministero e, peraltro, non corrisponde ad alcuna dichiarazione rilasciata dall'amministrazione statunitense al Governo italiano ed in Italia.
Ribadisco, ancora una volta, che la richiesta americana di utilizzo di una parte dell'aeroporto Dal Molin si inquadra nel piano complessivo di ristrutturazione delle forze degli Stati Uniti all'estero, per ragioni di razionalizzazione delle risorse. Si tratta, pertanto, di un intervento, lo ripeto, che non modifica la natura dell'insediamento, bensì unicamente la sua dimensione rispetto agli elementi che sono a nostra disposizione, elementi su cui fonderemmo e fonderemo ogni decisione. Com'è noto, infatti, per poter accogliere l'incremento delle truppe, che passerebbero dalle 2.750 unità a circa 4.500, si pone la necessità di ampliare la superficie assegnata alla base per edificare nuove strutture e nuovi alloggiamenti. Il progetto, di cui il ministero ha contezza, è finalizzato a fornire idonea sistemazione logistica, solo logistica, all'unità in questione e in nessun modo, al contrario di quanto ipotizzato dal settimanale citato, ad ospitare le menzionate tipologie di carri armati e veicoli blindati da combattimento.
Quanto alle preoccupazioni espresse in ordine al fatto che il progetto sia giunto ad uno stato avanzato, si conferma che il Governo non ha sottoscritto alcun accordo bilaterale con gli Stati Uniti. Come detto, la richiesta americana non modifica laPag. 52natura ma la dimensione dell'insediamento. Ed è proprio a partire da questa considerazione che, raccogliendo le istanze provenienti dal territorio coinvolto, il Governo ha inteso riaprire il confronto con gli Stati Uniti, richiedendo un giudizio di accettabilità dall'amministrazione comunale per quello che riguarda l'impatto sociale, urbanistico ed ambientale. L'amministrazione comunale di Vicenza per prima ha competenza, nonché il diritto e il dovere di formulare tale giudizio. Di questo parere, e lo ripeto per la terza volta, noi siamo in attesa.
PRESIDENTE. L'onorevole Deiana ha facoltà di replicare.
ELETTRA DEIANA. Ringrazio il ministro Parisi per averci ribadito in questa sede quanto ci aveva già detto nel corso dell'audizione svolta davanti alle Commissioni difesa di Camera e Senato. Prendo atto, pertanto, che il ministro ha ribadito con grande chiarezza quanto aveva già detto, di cui anch'io mi ero fatta carico di informare gli interlocutori di Vicenza.
Voglio, tuttavia, porre in evidenza il grande problema dei rapporti internazionali con gli Stati Uniti; problema che rimane in sospeso. Nel citato articolo pubblicato dal settimanale l'Espresso, si fa riferimento ad un discorso pubblico, quindi esistente, pronunciato dal generale James L. Jones davanti al Senato americano, in cui egli asseriva che sostanzialmente esiste questo piano di espansione. Suppongo che tale piano avrà qualche referente italiano: non credo che il generale Jones parli tanto per parlare.
Il problema che pongo a lei, ministro della difesa, riguarda i meccanismi di intendimento e di interlocuzione tra paesi alleati. Insomma, ritengo molto negativo che generali americani possano parlare del territorio italiano come di una cosa in qualche modo propria, su cui hanno un diritto di prelazione e di predefinizione. Questo è, quindi, il problema politico che le sottopongo, rispetto al quale ritengo opportuno che il Governo presti la massima attenzione (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).