Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Sull'ordine dei lavori (ore 15,12).
GIORGIO JANNONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Grazie, Presidente. Come tutti, noi lei avrà visto la rassegna stampa di stamattina, non solo italiana ma anche estera. Mi rivolgo anche al Governo che, Presidente, vedo non essere rappresentato nei suoi banchi. Ebbene, dalla rassegna stampa italiana ed estera di stamane risulta evidente che sono state effettuate delle analisi cliniche indebite senza autorizzazione - che, ovviamente, sarebbe necessaria - a circa cinquanta deputati.
Presidente, faccio appello alla sua sensibilità - e la prego anche di coinvolgere il Presidente Bertinotti - su due ordini di questioni: questo è un luogo di lavoro al quale, ad oggi, è difficile accedere (ogni giorno ci sono manifestazioni, richieste di firme, giornali, trasmissioni satiriche) e nel quale si è costantemente ripresi, non solo dalla telecamera ufficiale, ma anche da altre telecamere.
Questa è già di per sé una situazione anomala rispetto a ciò che prescrive lo statuto dei lavoratori e, tuttavia, non è certamente ammissibile che vengano effettuate analisi cliniche a cinquanta deputati della Repubblica, senza avere nessuna autorizzazione: è un gravissimo danno, non solo per l'immagine dei singoli, ma anche - e credo che tutte le parti politiche siano d'accordo - per l'immagine di questa alta istituzione.
Io credo, Presidente che non sia ammissibile che chiunque possa disporre di dati clinici sensibili su ciascuna persona o che sia posto in grado di utilizzare quei dati per ricattare o per ridurre il ruolo politico ed istituzionale delle persone interessate. Le chiedo pertanto - e so che molti altri colleghi hanno fatto analoga richiesta - di sensibilizzare l'Ufficio di Presidenza sulla questione e di porre in essere tutti quei correttivi in termini di sicurezza necessari per evitare che ciò possa ripetersi in futuro, non solo a tutela dei singoli ma - lo ripeto - anche e soprattutto di questa istituzione.
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Se lei chiede di parlare sullo stesso argomento, onorevole Barani, credo che ci siano altri colleghi sensibili sul punto, ma mi pare che il collega Jannone abbia ben rappresentato uno stato d'animo ed un'opinione.
LUCIO BARANI. Mi scusi, Presidente, ma io, essendo tra i cinquanta deputati interessati, ho motivo di leggere un comunicato, in quanto lo scoop messo in scena da Le Iene, oltre che per la fraudolenza e la mancanza di un minimo di verità e di metodo scientifico, si collega a quel filone fascista e giustizialista che sta alimentando e governando il paese.
La notizia, nei fatti, ha subito assunto i toni da verità assoluta, in prima pagina dei quotidiani. So esattamente di avere alcuni vizi, ma non quello di fare uso di droghe, e lo dico senza moralismi.
Sono tra quei cinquanta deputati presi a campione per il gossip creato da Le Iene e perciò mi metto a disposizione per sottopormi a tutte le analisi scientifiche necessarie per dimostrare che i parlamentari socialisti e del Nuovo-PSI non fanno uso né di cannabis, né di cocaina né di eroina, né tanto meno sono alcolisti. Allo stesso tempo, chiedo che lo staff de Le Iene che ha condotto l'esperimento sia sottoposto a prove analoghe alla mia, al fine di verificare l'attendibilità degli esaminatori ovvero la loro estraneità a qualunque contaminazione fisica o psichica da oppiacei. Ciò vale anche per il regista ed i conduttori dello spettacolo, le «veline» ed il responsabile del palinsesto. Pertanto, ritengo che il Presidente Bertinotti - che lei rappresenta - abbia il dovere di intervenire sull'illegalità di questi metodi e di questi gossip che ormai stanno imperversando sui mezzi di comunicazione, gettando discredito sui fondamenti delle libertà individuali dei cittadini e del Parlamento stesso.Pag. 15
La invito dunque a metterci a disposizione un laboratorio medico legale di analisi per sottoporci ad esami del sangue e delle urine, per la ricerca di tracce di sostanze stupefacenti e rendere pubblici i risultati.
Come si diceva nell'antica Roma, la moglie di Cesare deve essere sempre al di sopra di ogni sospetto e questo vale anche per noi deputati.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCIO BARANI. È per questo che la invito a far emergere la verità fino in fondo, perché nessuno può dire che 210 deputati sono tossicodipendenti, come ci hanno detto coloro che, sicuramente, non si sottoporranno al test, perché hanno paura, come quelli de Le Iene, di sottoporvisi.
PRESIDENTE. Colleghi, normalmente gli interventi sull'ordine dei lavori, che sollevano casi particolari come questo, si svolgono a fine seduta. La Presidenza ha consentito e deciso che si svolgessero ora perché sappiamo che si tratta di un tema sul quale si stanno interrogando tutti e che tocca la sensibilità di numerosi parlamentari.
La Presidenza della Camera si è occupata di questa vicenda e ritiene che si sia in presenza senz'altro di un episodio negativo e deplorevole, in quanto incide sui diritti individuali della persona. Ciò che non va, come ha detto il collega Jannone, non è tanto il fatto che questo episodio abbia riguardato i deputati, quanto che si sia colpito un diritto individuale rispetto al trattamento di dati personali che riguardano le condizioni fisiche delle persone.
Quindi, giacché tale comportamento ha inciso sui diritti individuali della persona, è stato adottato, nelle forme previste dalla legge, un provvedimento del Garante per la tutela dei dati personali, circa il merito del quale, come sapete, ovviamente la Presidenza non ha titolo per pronunciarsi.
Per gli aspetti che riguardano le modalità di accesso alla piazza di Montecitorio, che sono stati più e più volte esaminati dall'Ufficio di Presidenza (per tale accesso, come è noto e come è giusto che sia, non esistono restrizioni), la questione potrà essere nuovamente sollevata ed esaminata presso l'Ufficio di Presidenza stesso.
Certamente, ciò che è avvenuto è all'attenzione del Presidente della Camera e dell'Ufficio di Presidenza.
Vi sono colleghi che chiedono di intervenire, ma su questo tema concluderei qui.
IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, vorrei segnalare tramite la sua persona l'opportunità che il Governo valuti se riferire al Parlamento e, in particolare, alla Camera dei deputati su un altro fatto molto più grave, che oggi occupa le prime pagine di tutti i giornali, ossia quello del test nucleare eseguito dalla Corea del nord. Mi sembra che si tratti di un fatto molto più grave.
PRESIDENTE. La ringrazio; si tratta di una questione veramente seria, che sarà esaminata dalla Presidenza.