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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1780)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso riferite (Vedi l'allegato A - A.C. 1780 sezione 7). Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti all'articolo 4, aggiuntivi.
FEDERICO PALOMBA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
ERMINIA MAZZONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Presidente, vorrei chiarire che non si tratta di articoli aggiuntivi, ma di emendamenti all'articolo 4.
PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi erano quelli riferiti all'articolo 3. Questi sono relativi all'articolo 4.
ERMINIA MAZZONI. Il relatore ed il Governo hanno fornito i propri pareri nella convinzione di averli dati sugli emendamenti all'articolo 4. Visto che lei invece ha richiamato gli articoli aggiuntivi, li prendiamo per buoni o devono fornire un ulteriore parere?
PRESIDENTE. Svolga intanto il suo intervento sul suo emendamento 4.5.
ERMINIA MAZZONI. Bene, ma vorrei sapere su cosa devo svolgere il mio intervento, perché potrebbe darsi che il Governo impazzisca e mi dia un parere favorevole sull'emendamento che ho presentato all'articolo 4, visto che lei ha chiesto di dare il parere sugli articoli aggiuntivi e questo invece è un emendamento.
PRESIDENTE. Semplifichiamoci la vita: chiediamo di nuovo il parere del relatore e del Governo sugli emendamenti all'articolo 4.
FEDERICO PALOMBA, Relatore. Signor Presidente, anche in questo caso la Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzoni 4.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, alla base del mio emendamento vi sono le stesse motivazioni che hanno ispirato il precedente emendamento del collega Pecorella: ancora una volta, si pone un problema di tecnica legislativa (non voglio pensare che si tratti di ignoranza legislativa). Anche il parere del Comitato per la legislazione è in tal senso.
L'articolo 4 richiama disposizioni che sono state abrogate dalla legge di riforma e che, quindi, sono uscite dal nostro ordinamento. Il testo stabilisce che «continuano ad applicarsi» fino al 31 luglio 2007 le norme del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12. Se la formulazione dell'articolo dovesse rimanere qual è, non soltanto consegneremmo all'interprete, ancora una volta, una legge che non darebbe prospettive, ma gli affideremmo il difficile compito di capire quale sia, dopo l'approvazione, la normativa vigente.
Mediante l'emendamento che ho presentato cerco di recuperare, almeno in parte, l'efficacia del testo di legge, chiarendo, in maniera opportuna, che le disposizioni contenute nel regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, «si applicano» fino al 31 luglio 2007, data entro la quale il Governo dovrebbe finalmente disvelare le sue linee in merito all'organizzazione delle funzioni dei magistrati. Se il Governo si renderà conto che dobbiamo affrontare un gravissimo problema, entro la data indicata dovremmo avere risposta almeno a questi dubbi. Fino a tale data, però, diamo agli operatori del diritto qualcosa di chiaro: offriamo agli interpreti, ma anche ai cittadini in generale, la possibilità di fare riferimento, in maniera certa, alle norme contenute nel regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12.
Se, nel fare tutti i suddetti riferimenti, sono stata un po' petulante (soprattutto se si considera che il testo del mio emendamento è alquanto sintetico), è perché continuo a sperare di poter produrre un atteggiamento positivo nei colleghi della maggioranza. Il testo in esame è pieno di errori ed imprecisioni. Non so se siate realmente convinti che stiamo rendendo un servizio alla giustizia (anzi, che lo stiate rendendo voi, perché noi non ci sentiamo corresponsabili: quello che potevamo fare l'abbiamo fatto e continueremo a farlo nei pochi minuti che ancora ci restano); ad ogni modo, avreste la possibilità di accontentare coloro che volete accontentare conservando un po' di dignità come operatori politici, come legislatori.
Voglio ripetere, ancora una volta, sperando di toccare le vostre corde sensibili, che, grazie all'Italia dei Valori, è caduta, al Senato, la disposizione relativa all'entrata in vigore della legge, originariamente stabilita per il giorno successivo a quello di pubblicazione. Poiché la legge entrerà in vigore quindici giorni dopo la pubblicazione, potremmo migliorare, correggere il testo e rimandarlo al Senato, dove un accordo di buonsenso consentirebbe di lavorare e di rendere operativo un provvedimento che pretendete di approvare (lo potete dire, è chiaro l'accordo). In quindici giorni, credo che potremmo fare un lavoro serio.
Emendamenti come quello in esame non hanno carattere politico: sono emendamenti seri. Orbene, non vedo perché abdicare anche alla minima serietà personale, che ciascuno di noi dovrebbe avere il buon gusto di conservare in ogni sede, ma ancora di più in questa (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, credo che le argomentazioni testé esposte dall'onorevole Mazzoni siano assolutamente convincenti. Dall'esame di questo disegno di legge abbiamo potuto notare enormi imprecisioni contenute nel testo e gravissimi errori.
Non è la prima volta che in questa Camera ci apprestiamo a votare testi nei confronti dei quali la stessa maggioranza nutriva dubbi, anzi, più che dubbi, sicurezze di incostituzionalità.
Oggi votiamo dei testi sbagliati! Credo che l'onorevole Mazzoni abbia detto conPag. 111molta sincerità e chiarezza le motivazioni che spingono a votare a favore di questo emendamento, al quale chiedo di apporre la mia firma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, l'emendamento illustrato dalle colleghe Mazzoni e Santelli fa parte di una serie di proposte emendative che tendono a recuperare in termini costruttivi il testo del cosiddetto vecchio ordinamento giudiziario.
Siamo in presenza di una norma che sospende gli effetti della riforma Castelli, in particolare quello abrogativo delle norme del vecchio ordinamento giudiziario. Al Senato si è cercato di correggere questo errore, inserendo questo 4-bis, in cui si prevede una continuità di applicazione delle norme del vecchio ordinamento giudiziario. Ma quando si dice che si continuano ad applicare quelle disposizioni significa che si sarebbero dovute applicare anche in precedenza! Ciò non è accaduto e gli emendamenti puntano a correggere questo errore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, per le ragioni già espresse in maniera esaustiva dalla collega Mazzoni e riprese anche dal collega Costa, che non sono solo di metodo, ma anche di merito, dichiaro di voler sottoscrivere questo emendamento. Mi spiace che sia stato già espresso su di esso parere contrario e mi unisco alle considerazioni della collega Mazzoni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Mazzoni non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 4.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, abbiamo un Comitato che probabilmente non risponde, pur avendo un presidente della maggioranza, alla stima e all'attenzione del resto della maggioranza. Mi riferisco al Comitato per la legislazione che, su questo punto, ha detto comunque una cosa chiarissima. Mi meraviglio che si mandi un testo al Comitato per la legislazione e che, nonostante tale Comitato affermi che tale testo non va bene, si faccia come se nulla fosse accaduto.
Collega relatore, il Comitato per la legislazione ha detto che, secondo la circolare sulla formulazione tecnica dei testi legislativi, «se si intende fare rivivere una disposizione abrogata o modificata, occorre specificare espressamente tale intento». È esattamente quello che fa l'emendamento 4.1, con il quale si fa espresso rinvio alle disposizioni del regio decreto del 1941. Allora, se il Comitato per la legislazione è un organo inutile, abroghiamolo! Tale organo garantisce la correttezza nella formulazione delle leggi! Non volete dare retta nemmeno al Comitato, oltre che a noi!
Faccio un'altra osservazione, che prego il relatore e il Governo di valutare. Cosa accade con quella formula secondo la quale continuano ad applicarsi leggi abrogate?Pag. 112
Vuol dire che nel concetto «continuano», le facciamo rivivere dal momento in cui erano state abrogate, quindi, con un'applicazione retroattiva? Non è cosa da poco, perché vorrebbe dire che tutte le situazioni regolate dai decreti legislativi entrati in vigore dovrebbero essere rivisitate e rivalutate alla luce del fatto che rivivono dall'inizio, visto che si dice «continuano ad applicarsi», le norme del regio decreto del 1941, n. 12. Questo è il senso della norma. Se poi questo Parlamento non ha rispetto del senso delle norme, dei contenuti tecnici, delle cattive figure, se non è sensibile, probabilmente, abbiamo fatto una battaglia inutile, ma di cui resterà traccia. Perlomeno, ci tiriamo fuori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 268
Hanno votato no 198).