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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1746-bis-B).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis-B).
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge finanziaria, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (per l'articolo unico e le proposte emendative ad esso presentate vedi l'allegato A della seduta del 20 dicembre 2006 - A.C. 1746-bis-B, sezione 1).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico A.C. 1746-bis-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Grazie, signor Presidente. Talvolta avremmo piacere, anche noi rappresentanti dei gruppi minori, di cominciare a parlare con una rappresentanza più adeguata del Governo che, normalmente, riserva la sua attenzione a gruppi e colleghi probabilmente più importanti. Tuttavia, le regole della democrazia mi hanno insegnato che ciascun deputato svolge il suo mandato senzaPag. 2vincoli e in eguale funzione di rappresentanza del paese. Mi piacerebbe, quindi, se, ogni tanto, potessimo parlare ad un uditorio più attento e, senza offesa per coloro i quali rappresentano il Governo, anche più qualificato.
Noi voteremo contro la fiducia posta dal Governo sulla finanziaria licenziata dal Senato. Voteremo contro perché questa finanziaria, presentata e pubblicizzata come una finanziaria che doveva, da un lato, risanare i conti e, dall'altro, promuovere lo sviluppo del paese, è esattamente il contrario di quello che si è detto sarebbe dovuta essere.
È una finanziaria di recessione, che rende tutti, più o meno - forse più che meno - poveri perché va in controtendenza rispetto alle regole fondamentali che l'economia, le leggi di mercato stabiliscono per favorire lo sviluppo del paese.
Si è detto che è una finanziaria che redistribuisce il reddito togliendo di più a chi più ha per dare qualche cosa a chi meno ha. L'unico aspetto che può in qualche modo giustificare questa affermazione è una parziale, limitatissima - poco più di cento euro - riduzione dell'IRPEF nelle fasce basse di reddito, che verrà immediatamente compensata dalla levitazione di tutte le altre imposte, dirette ed indirette, a cominciare dall'ICI, che sarà aumentata con la revisione degli estimi catastali e che finirà, maggiorando imposizione fiscale e costo dei servizi, per togliere anche a coloro i quali formalmente qualcosa hanno avuto, molto di più di ciò che hanno ricevuto.
La promozione dello sviluppo, normalmente, si fa azionando tre leve classiche: la leva fiscale, riducendo l'imposizione e la pressione fiscale per lasciare maggiore liquidità e risorse nelle tasche dei cittadini; favorendo la disponibilità di risorse e liquidità alle imprese; intervenendo, come spesa pubblica, nella realizzazione di opere pubbliche e infrastrutturali.
Il dosaggio di queste tre leve è la caratteristica delle scelte dei Governi: queste tre leve sono le uniche che spingono nella direzione dello sviluppo.
Questa legge finanziaria leva dalle tasche degli italiani quasi 40 miliardi di euro, non diminuisce la pressione fiscale e, dunque, toglie soldi al sud e agli italiani; non dà risorse alle imprese e anzi sottrae, attraverso la riforma del TFR; non investe nelle opere pubbliche e infrastrutturali.
Il paradigma del ponte sullo Stretto è ciò che meglio di ogni altra cosa testimonia qual è la volontà di questo Governo. Infatti, il ponte sullo Stretto, oltre ad essere funzionale ed indispensabile alla realizzazione del corridoio Palermo-Berlino, rappresentava una spinta formidabile interna per gli investimenti e l'occupazione per il Mezzogiorno. Il gap di sviluppo che noi acquisiamo nei confronti dell'Europa e del mondo è dato soprattutto da una lentezza della crescita del Mezzogiorno. Mai come in questa occasione è facile dimostrare che, se l'Italia vuole correre tutta agli stessi ritmi dell'Europa e del mondo occidentale, deve innanzitutto favorire lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno. Mai come in questa occasione veramente possiamo affermare che se cresce il sud, cresce l'Italia. Invece, nelle scelte di questo Governo - già nella formazione della compagine governativa - e nelle scelte di questa legge finanziaria, abbiamo riscontrato una perseverante volontà di mortificazione del Mezzogiorno. Questo - e mi avvio a concludere rapidamente, signor Presidente - è il segno preciso di una miopia politica che vuole affossare lo sviluppo del paese e, nel farlo, affossa soprattutto il Mezzogiorno. Per questa ragione voteremo contro la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brugger. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, come ho già detto in occasione della prima lettura della legge finanziaria in questo ramo del Parlamento, la sessione di bilancio è stata contraddistinta all'inizio da una gestione non sempre lineare e daPag. 3notevoli problemi di comunicazione da parte del Governo. Questo ha reso difficile il lavoro di noi deputati che spesso non eravamo in grado di sapere se la discussione avvenisse sui testi che conoscevamo o se, nel frattempo, tutto fosse stato cambiato. La fatica si è poi raddoppiata quando, tornando nei nostri collegi, dovevamo provare a far comprendere ai nostri elettori, da un lato, la necessità di una manovra severa e, dall'altro, la bontà di molte disposizioni contenute a sostegno delle famiglie e del sociale, delle imprese, dei lavoratori dipendenti e autonomi. Un elettorato a ragione diffidente e spesso strumentalizzato dall'opposizione che non ha faticato tanto ad evidenziare le lacune e contraddizioni della prima stesura del testo arrivato in quest'aula.
A dimostrazione degli errori e dell'inadeguatezza del metodo, devo ricordare la polemica sulla misteriosa apparizione della riduzione dei tempi di prescrizione dei reati contabili della pubblica amministrazione nel maxiemendamento predisposto al Senato, che non doveva esserci e che rende necessario un decreto correttivo a fine anno.
Auspichiamo veramente che le sessioni di bilancio vissute in questi ultimi anni, approvate con il continuo ed inevitabile ricorso alla fiducia, convincano finalmente la maggioranza e l'opposizione a mettersi attorno ad un tavolo e a ripensare alle regole del gioco per la procedura di approvazione della legge finanziaria, come tra l'altro ricordato ieri dal Capo dello Stato.
Inoltre, è con favore che abbiamo accolto l'annuncio di palazzo Chigi di un radicale cambiamento anche nella strategia di comunicazione, che ci sembra molto importante. Abbiamo condiviso e difeso fin dall'inizio l'impianto e l'entità della manovra, mirata alla correzione del debito pubblico oramai fuori controllo che rientrerà al 2,8 per cento, al rilancio dello sviluppo e della competitività dell'Italia, con un pacchetto di norme sia dal lato delle famiglie e del sociale - penso alla nuova IRPEF, agli assegni familiari, all'istituzione di fondi che aiutano coloro che sono più in difficoltà, al sostegno dei lavoratori, alle nuove disposizioni sulle successioni - ma anche dal lato delle imprese.
Mi riferisco a tutte le disposizioni per la riduzione del costo del lavoro, al cuneo fiscale, alla revisione del TFR, al fondo per la competitività, all'ammortamento dei beni strumentali e immobiliari, sia industriali che dei liberi professionisti, alle società non operative, alla revisione delle norme sugli studi di settore, alle misure a favore della montagna, per fare solo alcuni esempi significativi. Troviamo inoltre giusta la decisione di finanziare il rilancio della crescita del paese con le maggiori entrate che si recupereranno dalla pressione fiscale e che permetteranno in futuro una graduale riduzione della pressione fiscale.
Ora che questa legge viene approvata definitivamente è arrivato anche il momento che il Governo passi rapidamente alla cosiddetta «fase 2», di cui parla da settimane, una fase che superi questo momento di difficoltà, aggravato anche da un calo del consenso e che permetta di dare segnali reali e tangibili ai milioni di italiani che hanno sentito parlare troppo di stangate, di esattori e di tagli e che dovranno aspettare ancora diversi mesi prima di toccare con mano i benefici di questa legge.
I nostri elettori hanno bisogno di sapere che questo Governo è realmente impegnato a rilanciare lo sviluppo economico e a passare concretamente alle riforme strutturali, indispensabili per permettere a questo paese di ritornare tra i primi dell'Unione europea.
Avviandomi alla conclusione, desidero ringraziare il Governo per aver ripristinato il metodo di confronto, che il precedente Governo non aveva tenuto con le minoranze linguistiche, e ringrazio il viceministro Visco e i sottosegretari Sartor, Grandi e D'Andrea e in modo particolare il relatore Ventura. Annuncio pertanto il voto favorevole delle minoranze linguistiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà.
GIAMPIERO CATONE. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori membri del Governo, con questa ennesima fiducia sembra giungere finalmente al termine la vicenda tragicomica della legge finanziaria del Governo Prodi per il 2007. Il gruppo della Democrazia cristiana-partito socialista giudica questa vicenda tragicomica per il tasso di incredibile disagio, di dissenso, di pressappochismo, di confusione, di dilettantismo e di rancore sociale che la legge finanziaria di quest'anno ha introdotto. Gli italiani si avvicinano al Natale con inquietudine e incertezza sul proprio futuro. Essi si domandano quante e quali tasse in più dovranno pagare per l'iniziativa di questo Governo, a partire dal prossimo gennaio. Ma la loro inquietudine va ben oltre la grave considerazione dell'aumento delle tasse dovute al Governo Prodi - vi è un aspetto molto più sottile ma ancor più grave -. Gli italiani sono inquieti e si domandano angosciati quale possa essere il tasso di affidabilità e di credibilità della loro classe di Governo.
In breve, il ragionamento degli italiani che cogliamo dagli umori della gente è il seguente: come possiamo fidarci di un Governo Prodi, che a soli otto mesi dal suo insediamento ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto, ha scritto e riscritto ogni giorno, persino ogni ora, una legge finanziaria mostruosa, che è giunta alla fine del suo cammino a contare oltre 1.360 commi, che ha deluso e tradito le aspettative persino di quei cittadini che lo avevano votato? Gli italiani hanno capito che questa legge finanziaria, oltre ad essere assurda e profondamente iniqua, dimostra che questo Governo è totalmente incapace di affrontare i problemi strutturali del paese, che non ne ha la forza né culturale, né progettuale né tantomeno politica.
Criticare la legge finanziaria è ormai una attività che provoca fastidio e mette a disagio, come sparare sulla Croce rossa o uccidere un uomo già morto. Cercheremo durante questa discussione di affrontare aspetti nuovi rispetto a quelli trattati in occasione del precedente voto di fiducia alla Camera, toccando argomenti che ci indignano particolarmente, che bruciano e che chiedono una puntualizzazione. Ci riferiamo in primo luogo alla menzogna di Prodi e del suo ministro dell'economia Padoa Schioppa secondo i quali questa legge finanziaria «di lacrime e sangue» sarebbe stata necessaria per porre rimedio al buco nei conti dello Stato lasciato dal Governo Berlusconi. È stata posta in essere una premeditata ed efferata campagna mediatica di menzogne su questo punto, utilizzando tutte le raffinate tecniche di propaganda proprie della sinistra, per convincere l'opinione pubblica. L'incipit di questa azione è stato dato dalla commissione Faini, insediata dal Governo Prodi subito dopo la sua costituzione, al solo scopo di dimostrare il presunto buco nei conti lasciato dal Presidente Berlusconi.
Peccato che il tutto fosse una menzogna, come è stato dimostrato da tutti i rendiconti successivi e come lo stesso Governo, messo alle strette, ha dovuto indirettamente ammettere. Il boom delle entrate registrato durante gli ultimi mesi - nuove entrate, si badi bene - è stato impudentemente attribuito da Prodi all'azione del suo Governo, insediatosi da poche settimane, anziché al merito del precedente Governo Berlusconi, che, con ben altri metodi, diversi da quelli di uno Stato di polizia tributaria, aveva convinto sempre più gli italiani a pagare le tasse.
È stato ricordato che le maggiori entrate tributarie dello Stato hanno superato, sulla base dei dati ormai disponibili, i 33 miliardi di euro. Il Governo Prodi, pur di tentare di mantenere in piedi la teoria del «buco» è ricorso addirittura ad alcuni artifici contabili per far apparire aumentato il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006. La prima operazione compiuta è stata quella di scrivere nei conti pubblici concernenti l'anno in corso gli effetti di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alla famosa vicenda della indetraibilità dell'imposta sul valore aggiunto sulle autovetture.Pag. 5Come sappiamo, gli effetti di tale sentenza sono stati qualificati dalla maggioranza e dal Governo in oltre un punto percentuale di prodotto interno lordo. La seconda operazione contabile promossa al fine di giustificare l'esigenza di varare una manovra finanziaria di queste proporzioni è stata quella di inserire tra le voci di debito l'importo relativo agli investimenti dell'alta velocità. Con tale operazione, quindi, è stato fatto ulteriormente lievitare il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006 aggiungendo, grosso modo, un altro punto di prodotto interno lordo.
Noi sappiamo che se depurassimo il rapporto deficit-PIL da queste voci improprie vedremmo che gli obiettivi di finanza pubblica delineati dal Governo di centrodestra non soltanto risulterebbero perfettamente centrati, ma addirittura al di sotto di quanto era stato stabilito.
Nella finanziaria c'è tutto ed il contrario di tutto! Ora, è un principio matematico, ma anche un principio di buon senso, per cui sommando il tutto con il suo contrario si ottiene un risultato pari a zero. Vogliamo dire che in primo luogo non si possono nella medesima legge inserire misure che incidono pesantemente sulla domanda aggregata delle famiglie e poi contemporaneamente pretendere di rilanciare l'economia gettando un bel po' di soldi pubblici per l'introduzione del cosiddetto cuneo fiscale. In un contesto in cui la finanziaria colpisce così pesantemente la domanda, a cosa può servire l'introduzione del cuneo fiscale? Probabilmente esso non servirà a niente o, comunque, la sua influenza sullo sviluppo sarà trascurabile. Noi siamo per la riduzione degli oneri sociali e delle imposte anche alle imprese, ma vogliamo che questo sia incardinato in una complessiva politica di espansione dell'economia, che non trascuri il lato della domanda.
Per quanto riguarda la politica delle imposte e i relativi inasprimenti, l'obiezione che ci viene proposta è quella che sostiene che attraverso questa operazione si è fatta finalmente equità sociale, si è ripristinato un equilibrio fra poveri e ricchi rimediando così alle disparità introdotte con le politiche del precedente Governo. L'argomentazione è totalmente infondata. In primo luogo, perché anche se le cose stessero veramente così, sarebbe comunque masochistico ammazzare nella culla le prospettive di sviluppo solo per spirito di rivalsa. Purtroppo, però, si ottiene il risultato di frenare lo sviluppo, senza operare alcun significativo trasferimento di risorse. Si tratta di una questione di cui oramai la grande maggioranza di italiani è al corrente. A che vale trasferire pochi euro in più alle famiglie a più basso reddito, se poi quelle stesse famiglie vengono gravate dall'aumento del bollo sulla macchina, dall'aumento dell'ICI e delle altre imposte locali, dagli effetti indiretti derivanti dall'introduzione di altri balzelli?
Si colpisce pesantemente il ceto medio, a fronte di una assai modesta complessiva redistrubuzione di reddito. I benefici che si ottengono sono, ovviamente, altamente inferiori alle gravi penalizzazioni macroeconomiche che si introducono. Il Governo Prodi mette le mani nelle tasche degli italiani onesti appartenenti al ceto medio, che già pagano le tasse e che già sono noti al fisco, non certo in quelle degli evasori. Il risultato finale è che il paese, grazie a questo Governo, rimane nel pantano con una finanziaria ipertrofica ed insensata, senza riforme e senza una prospettiva, senza una direzione autorevole.
Siamo arrivati al punto che persino il Presidente della Repubblica, proprio ieri, ha voluto, sia pure nelle forme proprie alla funzione che svolge, levare una voce critica sulla vicenda della legge finanziaria per il 2007.
Chissà se anche in questo caso Prodi risponderà con uno dei suoi soliti modi arroganti per il fastidio che gli viene arrecato, chissà se indirizzerà anche al Presidente della Repubblica gli epiteti di «pazzo», «egoista» e «addormentato» che ha rivolto agli italiani che lo criticavano.
In conclusione, signor Presidente, vogliamo riaffermare in questa sede l'impegno politico del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista contro questaPag. 6legge finanziaria e contro questo Governo Prodi così inadeguato e così dannoso per gli interessi del paese e di tutti gli italiani. Auspichiamo, infine, signor Presidente, che il Governo Prodi, così restio a porre mano alla riforma delle pensioni, possa allora avere accesso ad uno dei privilegi dell'ordinamento attuale: il prepensionamento. Speriamo che il Governo Prodi, grazie anche al lavoro dell'opposizione, possa andare presto in prepensionamento.
Annunciamo, quindi, il voto contrario sulla fiducia al Governo da parte del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Picano. Ne ha facoltà.
ANGELO PICANO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi deputati, noi Popolari-Udeur diamo il nostro convinto voto di fiducia a questo Governo in riferimento all'approvazione del disegno di legge finanziaria nella consapevolezza di fare l'interesse del paese. La finanziaria ha seguito un cammino accidentato dovuto alle difficoltà da affrontare per dare una risposta credibile ai mercati interni ed internazionali, per attuare una politica di redistribuzione del reddito, per rilanciare l'ammodernamento delle infrastrutture del paese e per sostenere il sistema produttivo. Da più parti, però, data l'accidentalità del percorso a cui la finanziaria è stata sottoposta, si è affacciata l'ipotesi di una revisione delle procedure di approvazione, ed il nostro gruppo ha presentato un apposito progetto di legge ad hoc.
La bontà della manovra è dimostrata dai crescenti giudizi positivi che arrivano dalle organizzazioni internazionali, da istituti di ricerca, da autorevoli esponenti della Commissione europea. Infatti, la portavoce del commissario agli affari economici, Amelia Torres, è convinta che le misure contenute nella finanziaria siano in grado di risollevare i conti del paese e, soprattutto, che nella nuova versione approvata dal Senato non ci sono cambiamenti significativi rispetto al progetto di bilancio messo a punto dal Governo. Comunque, la portavoce del commissario Almunia sottolinea che la Commissione continuerà ad esaminare nel dettaglio la legge finanziaria e sarà molto vigile sulla sua attuazione, soprattutto in vista dell'appuntamento con l'Unione europea previsto per l'anno prossimo che prevede il rientro del rapporto tra deficit e PIL al di sotto del 3 per cento.
La politica di rigore nella gestione dei conti pubblici, perciò, non si esaurisce con l'approvazione della legge finanziaria ma esige una grande vigilanza nella politica di spesa, nella lotta all'evasione, in un'incisiva politica di riforme, così come previsto nel programma di Governo. I problemi dell'Italia hanno radici profonde, che vanno al di là della congiuntura sfavorevole degli ultimi anni. Il processo di convergenza europea, l'entrata nell'Unione monetaria e l'introduzione dell'euro hanno fornito un'importante ancora alla stabilità finanziaria del nostro paese ponendo le premesse per una crescita sostenibile dell'economia. Restano, tuttavia, aperte molte questioni fondamentali legate al rilancio dello sviluppo economico ed al completamento del risanamento della finanza pubblica.
All'interno di questo quadro la globalizzazione e l'invecchiamento della popolazione hanno aggravato negli ultimi anni i problemi legati alla disuguaglianza, povertà e disagio sociale. Per questo il Governo con la finanziaria ha dimostrato di avere una profonda sensibilità sociale varando provvedimenti di aiuto alle famiglie con redditi bassi, dando una risposta al devastante senso di precarietà di tanti giovani, intervenendo con misure sul precariato e sulla contribuzione degli apprendisti. Si sono previsti grandi stanziamenti sull'edilizia residenziale pubblica ma, soprattutto, con la stabilizzazione dei conti pubblici si è avviata una politica di difesa dei salari.
Nei mesi scorsi l'intera comunità nazionale è stata attraversata da sentimenti di sfiducia e di disillusione nei confronti diPag. 7quasi tutte le istituzioni. C'era la sensazione che l'Esecutivo guidato dal Presidente Prodi non riuscisse ad ottenere nessun risultato significativo perché reso impotente, o quasi, dalle sue contraddizioni interne e dalle distanze programmatiche ed ideologiche tra le forze che lo compongono.
La speranza di un Governo autorevole accesa a luglio con il decreto Bersani si era fortemente erosa, se non spenta; man mano, però, che il paese ha preso esauriente coscienza dei contenuti della finanziaria, tale clima sembra avere subito un mutamento. Gli interventi in più sedi del ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa negli ultimi giorni sembrano avere attenuato nell'opinione pubblica la diffidenza nei confronti dell'Esecutivo, suscitando una ripresa di fiducia nei confronti del suo operato. Come spesso accade, la diminuzione degli atteggiamenti negativi ha riguardato anche la sfera economica con un ritorno di fiducia dei consumatori, come dimostrano alcuni indicatori specializzati. L'incremento dei giudizi positivi verso il Governo si rivela in misura relativamente più intensa tra gli strati più deboli socialmente, i giovanissimi, i più anziani ed i disoccupati, come ha rilevato nei giorni scorsi il Corriere della sera; ma la tendenza si riscontra anche in strati sociali molto lontani tra loro. Di ciò va ringraziata tutta la maggioranza, per l'omogeneità di comportamento: è stato veramente importante per l'Italia che l'intero schieramento di maggioranza, dovendo prendere misure spesso impopolari, abbia condiviso le responsabilità e le scelte necessarie per governare in una situazione difficile il nostro paese.
È stato presentato, da qualche partito di maggioranza, un ordine del giorno con cui si invita il Governo a presentare un progetto di legge sui PACS. Noi riteniamo che il Parlamento non può invitare il Governo a mettere in atto un'azione di supplenza delle sue prerogative, se non in caso di necessità e di urgenza; ma certamente non è questo il caso dei PACS.
Il problema è delicato e non bisogna seguire l'impostazione secondo la quale la regolamentazione dei diritti delle persone che fanno parte delle coppie di fatto si tradurrebbe in uno scontro frontale tra laici e cattolici. Ove esistano ostacoli all'esercizio di questi come di altri diritti individuali, essi vanno rimossi perché costituiscono una inaccettabile discriminazione.
A ciò si riferisce il testo del programma dell'Unione che parla, appunto, dei diritti dei membri delle coppie di fatto, e non del riconoscimento giuridico di quella condizione. D'altra parte, ha senso parlare di coppie di fatto appunto perché non lo sono di diritto.
La questione è molto delicata ed è evidente che su temi di questo genere sarebbe del tutto improprio porre questioni di disciplina della maggioranza. Per il Governo, quindi, assumersi l'onere della proposta potrebbe essere un boomerang del quale non si vede, francamente, la necessità.
Dobbiamo aprire una serena discussione, evitando rischi di lacerazione nella maggioranza che su tali argomenti che interrogano le coscienze sono sempre possibili. Una condotta politica all'insegna della chiarezza e della moderazione è l'unica via di uscita.
Questa finanziaria dà una risposta al disagio sociale ridistribuendo il reddito, squilibrato da molti anni; porta avanti la lotta all'evasione e promuove gli investimenti nel Mezzogiorno, nonché la coscienza di un paese tecnologicamente avanzato, con un diffuso e articolato sistema produttivo, con un ruolo internazionale da svolgere, con grandi trasformazioni sociali da governare, propri di una società multietnica cui dare una risposta.
È necessario perciò che il Governo acceleri nella direzione di una politica di riforme che permetta all'Italia di stare al passo con i tempi e che dia, inoltre, ai cittadini un maggior senso di sicurezza.
Sicurezza minacciata da una criminalità organizzata sempre più diffusa e da una microcriminalità sempre più invadente; la lotta alla criminalità, però, si combatte certamente con la repressione ma soprattutto con una politica di riformePag. 8che dia una risposta ai bisogni della gente e accentui la responsabilità individuale rendendo più snella ed efficiente la pubblica amministrazione, liberando nuove energie sociali e facendo emergere una nuova moralità.
La democrazia vive se sostenuta da un largo consenso nelle scelte che si fanno; ma soprattutto vive, se si basa su un ethos collettivo che deve animare la vita del paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur e La Rosa nel Pugno - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, prima del mio intervento voglio esprimere la commossa solidarietà dei deputati Verdi per la morte e la scomparsa di Piergiorgio Welby (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo).
Stiamo per votare la fiducia e per approvare definitivamente la legge finanziaria, la prima del Governo dell'Unione. Una finanziaria rigorosa, difficile, derivante dalla grave situazione economica del paese ereditata e causata da una politica del precedente Governo che noi definiamo irresponsabile e che non ha pensato di tutelare e di curare il futuro degli italiani.
In questi ultimi anni, in Italia, il tasso di povertà è aumentato dell'1 per cento. Se non avessimo fermato l'indebitamento del paese, sarebbe stato compromesso il futuro degli italiani. Abbiamo chiesto che questa finanziaria fosse rigorosa anche nel garantire le tutele sociali, ambientali e le questioni drammatiche poste dal lavoro precario.
Ebbene, questa finanziaria prevede aspetti molto importanti. Stabilisce un fondo per le persone non autosufficienti - 500 milioni di euro in tre anni -, un fondo per le politiche della famiglia - 630 milioni di euro -, nonché 360 milioni di euro per le politiche giovanili. Tra l'altro, nei prossimi anni, 150 mila precari della scuola saranno assunti, così come oltre 1.000 nella polizia, 400 nei carabinieri e nei vigili del fuoco verranno stabilizzati. Sembrerà strano agli italiani che in questo momento ci stanno vedendo ed ascoltando che il Governo precedente sia riuscito a realizzare il precariato anche nei carabinieri, nella Polizia di Stato e nei vigili del fuoco. Noi abbiamo avviato la stabilizzazione e la loro definitiva assunzione!
Nel provvedimento in esame è inoltre prevista l'indennità di malattia e di maternità per i lavoratori precari; prima ciò non era previsto. Negli enti di ricerca è prevista la stabilizzazione di ricercatori, con un fondo di 50 milioni di euro, ed è stata rafforzata la banca dati tributaria per dare forza alla lotta all'evasione fiscale.
La destra, quando ha governato, ha teorizzato che i cittadini erano costretti ad evadere le tasse, dimenticando che la stragrande maggioranza degli italiani le tasse le paga sempre attraverso la busta paga.
Ma questa è anche una finanziaria che, grazie all'iniziativa dei Verdi, ha subito importanti modifiche che segnano una svolta ecologista. I comuni saranno obbligati, nel rilascio delle concessioni edilizie e per ogni unità abitativa, a prevedere il fotovoltaico; si tratta di un fatto importante che consentirà di risparmiare sulla bolletta elettrica, fornendo un contributo per la lotta ai cambiamenti climatici attivando anche un sistema economico.
Grazie ad un'iniziativa parlamentare dei Verdi, 150 milioni di euro saranno utilizzati per ridurre la bolletta elettrica a quelle famiglie disagiate che ospitano anziani. Sono inoltre previste detrazioni fiscali per un risparmio energetico per chi vorrà dar vita a ristrutturazioni edilizie e vi saranno più biocarburanti per ridurre progressivamente la dipendenza dal petrolio.
Per la prima volta è stato istituito - sempre su nostra proposta e con il contributo di tutta la coalizione - un fondo per la mobilità sostenibile pari a 270 milioni di euro, che avrà la funzione di finanziare nelle città italiane a maggiore crisi ambientale l'acquisto di mezzi pubblici non inquinanti, di potenziare le reti ciclabili e l'intermodalità. Infatti, nonPag. 9possiamo dimenticare - e noi non lo facciamo - che l'inquinamento nelle città fa ammalare, uccide e produce tanti danni ai cittadini italiani.
Ricordo inoltre il fondo per la lotta ai cambiamenti climatici, pari a 600 milioni di euro, diretto all'installazione di microimpianti di produzione di energia elettrica rinnovabile, che potranno essere acquistati dalle famiglie italiane. Ebbene, alle famiglie italiane che in questo momento ci stanno vedendo, diciamo: diventate voi stesse produttrici di energia pulita, per soddisfare il vostro fabbisogno ricavando anche del reddito! Insomma, dimostreremo che, dalla lotta ai cambiamenti climatici, i cittadini ci guadagneranno; questa è la liberalizzazione dell'energia che noi vogliamo, dando la tecnologia alle famiglie italiane per diventare esse stesse produttrici di energia.
Nel provvedimento in esame è anche previsto un sostegno alla politica dei parchi, alla lotta all'abusivismo nelle aree protette e si potrà andare al mare - sembrerà una banalità, ma si tratta di un problema sentito da milioni di italiani - entrando negli stabilimenti senza pagare alcun biglietto per farsi il bagno. Infatti, in questo paese, farsi il bagno al mare è diventato un lusso (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
Inoltre, i fondi del ponte sullo stretto di Messina saranno utilizzati per la Calabria e la Sicilia, al fine di realizzare le infrastrutture utili, per portare acqua potabile, per realizzare ferrovie, per finanziare la difesa del suolo; cioè, quello che attendono i calabresi e i siciliani da molto tempo e che è stato loro negato.
Ricordo anche la previsione di 10 milioni di euro per interventi sanitari, a favore di personale militare e civile impiegato nelle missioni militari all'estero; mi riferisco a quei militari esposti all'uranio impoverito.
È anche previsto un piano nazionale per l'agricoltura biologica, così come un fondo di solidarietà per promuovere l'accesso all'acqua, attraverso un piccolo contributo sulle bottiglie di plastica di acqua minerale, che consentirà, a quelle persone che non possono avere l'acqua potabile a casa, di poterla avere. Arrivano le risorse per la bonifica.
Mi scusi, Presidente Bertinotti, non pretendo di essere ascoltato da tutti, ma quanto meno di non essere disturbato. Gradirei francamente...
PRESIDENTE. Ha assolutamente ragione (Applausi dei deputati del gruppo Verdi). Invito i colleghi a dedicare un'attenzione.
ANGELO BONELLI. Noi portiamo sempre grande rispetto per gli interventi dei parlamentari e francamente gradiremmo che anche altri lo facessero, ma vedo che sono poco ascoltato e quindi continuo nel mio intervento (Commenti). L'educazione non si insegna, si pratica!
PRESIDENTE. Inviterei per favore i colleghi ad evitare conversazioni...
ANGELO BONELLI. Noi chiediamo che sia corretto l'errore, perché non è possibile che gli italiani attraverso la bolletta elettrica paghino contributi ad energie rinnovabili, finanziando invece carbone, rifiuti e derivati del petrolio! Questa è una grande truffa, che in questi anni ha sottratto miliardi di euro alle energie rinnovabili e che noi intendiamo fermare (Applausi dei deputati del gruppo Verdi). Chiediamo al Governo di rispettare l'impegno assunto in questo senso e di fermare lo scandalo.
I Verdi, tra Camera e Senato, sono riusciti quindi a migliorare e costruire una finanziaria di svolta dal punto di vista ambientale. Qualcuno sostiene che una forza piccola come la nostra non sia necessaria. Abbiamo dimostrato l'esatto contrario: senza i Verdi, l'Italia non avrebbe fatto passi in avanti nel campo della tutela ambientale, della salute e dell'innovazione tecnologica. Non deve sfuggire però, e a noi non sfugge, che all'interno della coalizione c'è chi vede ancora la questione ecologica come un ostacolo allo sviluppo, quel tipo di sviluppo che sta distruggendo il pianeta. Fino a ieri esponenti dell'opposizione hanno teorizzato unPag. 10Governo di volenterosi, con fuori i Verdi. Oggi pezzi e posizioni conservatrici all'interno della maggioranza vorrebbero fermare una spinta innovatrice e progressista, in cui la questione ambientale è dirimente. Ora si parla di fase 2 e fase 3. Diciamo: attenzione, il programma dell'Unione è la costituzione della coalizione dell'Unione. Non si possono chiedere i voti su un programma e poi cambiare le posizioni programmatiche; questo non è corretto!
Condividiamo che con l'anno nuovo si debba aprire una stagione di riforme e di interventi. Il paese ha bisogno di un piano energetico e dei trasporti, nonché delle infrastrutture utili per il paese, così come di una conferenza nazionale sul clima. Ma siamo laici anche in politica e non siamo abituati ad avere tabù. Discutiamo di tutto ciò di cui il paese ha bisogno. Si parla di innalzamento dell'età pensionabile: noi diciamo che si può fare con l'accordo dei sindacati e dei lavoratori, ma vogliamo anche parlare di aumento delle pensioni minime e delle tutele sociali per i più deboli. È evidente che i tabù non li deve avere nessuno, a partire dalle unioni civili, per garantire quei diritti di milioni di cittadini, che vivono in maniera solidale e a cui devono essere garantiti diritti e doveri.
Riteniamo quindi di aver fatto un buon lavoro, difficile, ma di aver contribuito ad iniziare a riportare equità, tutele sociali ed ambientali. E mi sia infine consentito di dire che, in nome di un popolo inquinato, si apre una nuova pagina nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici e questa potrà avere una sua forza solo attraverso un'alleanza tra economia ed ecologia.
Ecco perché i Verdi voteranno «sì» alla fiducia. Annunciamo quindi il nostro voto favorevole e ovviamente non possiamo che rivolgere gli auguri, alle italiane e agli italiani, di buon Natale e di buon anno (Applausi dei deputati del gruppo Verdi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i Comunisti Italiani voteranno a favore della fiducia sulla legge finanziaria. Una finanziaria che è servita a risanare le casse dello Stato, ma che avrebbe potuto essere gestita meglio e che in alcune parti va, a nostro avviso, anche seriamente corretta nel prosieguo dell'attività del Governo. Il malessere esiste e non mi riferisco certo alle proteste della Confindustria, che viceversa dovrebbe ringraziare per la quantità di risorse che riceve. Mi riferisco invece al malessere di quanti, tra i ceti meno protetti, si attendevano ben altre misure a loro vantaggio.
Dopo cinque anni di Governo delle destre, nei quali sono stati «stracciati» diritti e protezioni sociali, sono aumentati vertiginosamente il precariato e l'insicurezza sociali, sono state varate leggi sulla giustizia, sull'informazione, sugli assetti degli interessi economici, sempre a favore dei più ricchi e dei più potenti; bene, dopo cinque anni di tale natura, il nostro popolo nutriva aspettative molto alte. Penso ai pensionati con i redditi più bassi, ai lavoratori salariati, ma penso anche a categorie particolari, quali gli insegnanti, le donne e gli uomini di cultura, che si aspettavano ben altro da questa finanziaria. Vi è insoddisfazione, forse anche per una carenza di informazione, vera e univoca su quanto è stato fatto, ma non solo per problemi di informazione. Penso alla delusione di vasti strati di opinione pubblica, anche su temi diversi da quelli della legge finanziaria, penso ai temi della laicità dello Stato, o al tema, annoso, della legge sul conflitto di interessi, che era stata posta al centro del programma e che ancora non vi è.
Esistono, dunque, sacche di delusione e sarebbe dannoso, oltre che inutile, negarlo, perché c'è, per fortuna, il tempo per intervenire, per riconquistare consensi, per convincere. Nella finanziaria vi sono misure che noi giudichiamo davvero importanti. La lotta all'evasione fiscale sembrava impossibile; la lotta all'evasione fiscale è cominciata davvero: 33,8 miliardi di euro in più sono entrati nelle casse dello Stato.Pag. 11Una prima redistribuzione, timida, ma una prima vera redistribuzione di reddito può iniziare a partire dalle nuove aliquote fiscali. Inoltre, misure importanti e che aprono prospettive nuove sono state inserite per la regolarizzazione dei lavoratori precari della pubblica amministrazione, dalla scuola agli altri comparti ministeriali e per i precari degli enti locali. Siamo orgogliosi, lo dico davvero con orgoglio, che tali misure siano frutto dell'opera certamente di tutta la maggioranza, ma soprattutto dell'azione, alla Camera ed al Senato, del gruppo dei Comunisti Italiani. Allo stesso modo, sempre per i precari, si riconoscono i diritti alla maternità ed all'assistenza sanitaria e, per la prima volta, si interviene anche sul precariato nei rapporti di lavoro privato, vera piaga sociale, incentivando solo le aziende che assumono con contratti di lavoro a tempo indeterminato, cioè stabile e sicuro.
Molto c'è da fare; certo, un primo passo, serio è stato compiuto e salutiamo con favore l'assunzione di 400 nuovi ispettori del lavoro, per provare a mettere fine o, almeno, a limitare la tragedia degli infortuni sul lavoro. Esistono tuttavia - come dicevo - anche ombre, non lievi, che chiediamo al Governo di dissipare, di rimuovere.
Onorevoli colleghi, se la maggioranza parlamentare scopre all'ultimo momento che nella legge finanziaria vi è una sanatoria per i processi contabili, bene - anzi, male - essa va cancellata immediatamente; se la medesima maggioranza, ossia noi, scopre, sempre all'ultimo momento, che sono stati parificati gli istituti universitari privati a quelli pubblici - e vorremo sapere chi ha inserito, all'ultimo momento, questa norma in finanziaria, è un autentica vergogna -, chiedo, in quest'aula, al ministro Mussi ed a tutto il Governo di cancellare tale norma, che è in aperta violazione del patto tra noi, ma soprattutto in aperta violazione della Costituzione italiana. Credo che, a proposito di università, dovremmo intervenire per reintegrare a pieno, ed a nostro giudizio anche aumentare, proprio i fondi dell'università pubblica «tagliati».
Sento parlare di «fase due», di rinnovato slancio riformatore; non sono affatto interessato ad un dibattito nominalistico, non so nemmeno cosa voglia dire «fase due», ciò che mi preme è che, invece, il Governo, che noi lealmente e convintamente sosteniamo e sosterremo, si caratterizzi, ora che la finanziaria diventa legge, ora che le risorse ci sono - sono entrati i soldi dell'evasione fiscale - da un lato, per politiche nette a favore dei ceti più deboli e, dall'altro, per un massiccio investimento sulla cultura, che rappresenta il futuro di questo paese (lavoro e scuola). Le risorse ci sono ed allora noi chiediamo interventi coraggiosi sulle condizioni di vita materiali di donne e uomini: salario, pensioni, sanità pubblica, servizi sociali, trasporti, politiche abitative, il sostegno per la non autosufficienza, gli anziani, la scuola e l'università, un programma sociale, insomma, perché il mondo del lavoro si attende da un Governo di centrosinistra questo genere di misure.
Sarà così che potremo recuperare il consenso e la fiducia del nostro popolo. Il programma che abbiamo sottoscritto deve rimanere la bussola per il nostro orientamento. Sarebbe incomprensibile - lo dico ai signori del Governo, del nostro Governo - che come risposta al disagio sociale, che si è manifestato e che, ripeto, è recuperabile, il Governo ritenesse di aumentare l'età pensionabile, perché il disagio aumenterebbe, invece di ridursi.
Signor Presidente del Consiglio, signori del Governo, noi vogliamo che questo Governo e questa maggioranza tengano, e tengano per cinque anni, senza modificazioni di rotta in direzione di versanti moderati, quando non apertamente conservatori. L'equilibrio, la sintesi - lo voglio dire -, anche i necessari compromessi li abbiamo trovati quando abbiamo costruito questa nostra coalizione e quando abbiamo sottoscritto tutti quanti un programma condiviso. Noi confidiamo - ne siamo sicuri - che il Presidente Prodi continui ad essere il garante di quell'accordo, che abbiamo sottoscritto di fronte agli elettori, non di altri accordi. Noi sosterremo il Governo Prodi con la lealtàPag. 12che da sempre ci caratterizza, anche eventualmente con i rilievi critici, quando li riterremo necessari, ma sempre per il bene del Governo. È una sfida per ciascuno di noi e, quindi, ciascuno di noi deve fare la sua parte, è il cimento dei prossimi anni.
Vedete, cambiare il paese si può, e anche modernizzarlo. Sento da più parti parlare della necessità della modernizzazione del paese, ma in tutta la storia occidentale modernizzare significa dare più diritti, più protezione sociale, più Stato sociale, più cultura. Questo vuol dire modernizzare! Se la direzione di marcia sarà questa, come io confido, i Comunisti italiani avranno il coraggio riformatore; se la direzione è quella, il Governo può contare che avrà i Comunisti italiani sempre dalla sua parte (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, con il voto alla Camera la legge finanziaria è arrivata finalmente in porto. Non si può dire che tutto sia filato liscio come l'olio: c'è stato il giallo di chi ha inserito una sorta di sanatoria degli illeciti contabili degli amministratori. È grave che vi sia stata una disattenzione su un tema sul quale l'opinione pubblica è assai sensibile. C'è stata anche qualche brutta sorpresa con la parificazione di collegi universitari privati a quelli pubblici, di cui beneficeranno in larga parte istituzioni ecclesiastiche.
La finanziaria è diventata un contenitore nel quale viene messo di tutto e di più, e, con la fiducia, non passa neppure attraverso un approfondito esame parlamentare. Il richiamo fatto dal Presidente Napolitano va pienamente accolto nel suo spirito e nella sua lettera, affinché si arrivi ad una riforma delle leggi di bilancio per superare abnormi distorsioni ed una vera mortificazione del Parlamento.
Non si tratta di una messa sotto accusa da parte del Capo dello Stato di questo Governo o dell'attuale maggioranza, ma di una pessima prassi che ormai da anni va avanti, da troppo tempo, e da tempo sono cambiate maggioranze all'interno del Parlamento. Tuttavia, il Quirinale, come ha notato Luigi La Spina su La Stampa, anche se era l'antica sede dei papi, miracoli certo non ne può fare. Spetta alle forze politiche, di maggioranza come di opposizione, cambiare insieme le regole del gioco, superare un clima di rissa, aprire un confronto aperto e trasparente.
L'aperto riconoscimento di questi difetti non può però oscurare il valore che ha il risanamento strutturale dei nostri conti pubblici, senza il quale il nostro paese non va da nessuna parte.
Nella legge finanziaria è previsto anche un forte impegno di risorse per dare impulso alla crescita con uno sgravio fiscale alle imprese che è piuttosto consistente per ordine di grandezza.
Ogni qualvolta si mette mano ad una legge finanziaria in una condizione di emergenza rispetto ai conti pubblici ed ai richiami dell'Europa, come in questo caso in cui ci siamo trovati a ripagare la pesante eredità lasciataci dal Governo Berlusconi (ben 15 miliardi di euro), è inevitabile che vi sia un calo di popolarità. Il Governo ha pensato di procurarsi una base preventiva di consenso con un accordo con i sindacati dei lavoratori, con la Confindustria e con tante categorie sociali. Tale ricetta neocorporativa non ha funzionato.
Dal mondo delle imprese, con alla testa la Confindustria, è arrivata una pioggia di critiche e nessun elogio. Dagli operai della FIAT Mirafiori è giunto un coro di fischi diretti più al Governo che ai leader sindacali. Bisogna stringere i rubinetti degli sgravi fiscali, delle elargizioni, delle incentivazioni e dei crediti di imposta, per puntare invece a concentrare le risorse in sicurezza e in infrastrutture, con priorità al sud, nonché in innovazione, ricerca e formazione. È qui che nella legge finanziaria esiste un vero e proprio buco nero, rappresentato dalla mancata dislocazione di risorse in innovazione, in ricerca ed in formazione.Pag. 13
Certo non basta dare nuove risorse: il nostro sistema scolastico ed universitario è in crisi; gli insegnanti sono demotivati e mal pagati. Prima della selezione, pur necessaria, a non funzionare è l'istruzione che ne è la premessa.
Ad avere preoccupazioni sono soprattutto i giovani e, tra questi, in particolare le giovani donne. Tutti coloro che si affacciano sul mercato del lavoro temono di infilarsi in un tunnel senza fine, costituito dalla precarietà. Questo Governo ha fatto una grande operazione di stabilizzazione dei lavoratori precari, a cominciare da quelli della scuola. Tuttavia, ad essere soddisfatti sono stati soltanto coloro che erano direttamente interessati e ad essere scontenti tutti gli altri, che sono molti di più, compresi quelli alla ricerca di una prima occupazione.
Dobbiamo fare nostra la flessibilità e la sicurezza, creare un sistema capace di garantire dignitosi livelli di esistenza nel passaggio da un lavoro ad un altro, senza che questo evento sia drammatico, evitando tuttavia la creazione di dipendenti dello stato sociale.
È in questo contesto che si pone il problema dell'innalzamento dell'età pensionabile, in sintonia con la rivoluzione demografica. Lo si può fare con senso di equità, escludendo da queste misure i lavoratori manuali e riequilibrando la spesa sociale a favore della realizzazione di un sistema di sicurezza che vada dal lavoro flessibile agli anziani non autosufficienti. Bisogna però essere coerenti e non riaprire il rubinetto dei prepensionamenti, come pure fa la legge finanziaria per 6 mila lavoratori, a vantaggio soltanto delle imprese interessate e ad un costo certo per lo Stato. Su questo, signor ministro Padoa Schioppa, la richiamo ad una risposta precisa relativamente ad un tema davvero scottante, perché contraddice lo spirito e l'indicazione della riforma delle pensioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rosa nel Pugno, Italia dei Valori e di deputati della Lega Nord Padania).
La modernizzazione nel campo della vita civile non è affatto indifferente alla necessità di uno sviluppo sostenibile, fondato sull'innovazione e sulla crescita dei livelli culturali. Non si è riusciti nella finanziaria ad introdurre facilitazioni alle unioni di fatto, per quanto riguarda la successione ereditaria. Vi sono tante resistenze ad adeguare la legislazione per le situazioni di convivenza, comprese quelle basate su diversi orientamenti sessuali. Tutte queste proposte vengono ascritte generalmente ad un fronte anticlericale. Persino quando si vogliono eliminare privilegi come quelli delle esenzioni restanti dell'ICI per alcune attività commerciali della Chiesa, si dice che si vuole colpire la religione. Non ci si rende conto che ciò che in Italia viene catalogato come anticlericale è, in realtà, cosa del tutto normale in tutte le grandi democrazie europee!
Credenti e non credenti si interrogano su cosa sia una legislazione che rispetti la dignità e le scelte di qualsiasi essere umano, di qualunque concezione filosofica e religiosa e di qualunque orientamento sessuale. Di fronte al dramma che ha vissuto Piergiorgio Welby, arrivato oggi al suo termine, sono insorti gravi interrogativi. Dallo stesso mondo cattolico sono arrivate voci che hanno cominciato ad esprimere comprensione su una questione gravissima. Non si può imporre ad alcuno un accanimento terapeutico senza alcuna speranza; allo stesso modo, non si può imporre ad alcuno che la fine della vita sia accompagnata da un ulteriore supplizio (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno). La testimonianza che Piergiorgio Welby ha dato con la sua vita e con la sua morte ha scosso le coscienze. Dopo questo evento, ci sentiamo molto più impegnati su questo fronte, che per noi è assolutamente importante e che non deve dividere credenti e non credenti. Questi temi non sono affatto secondari per chi voglia rinnovare il nostro paese.
Vi è chi, nella società italiana, vorrebbe un cambiamento più forte, vorrebbe vedere realizzate riforme incisive in tempi più stretti e, magari, vorrebbe che fosse data una maggiore spinta alla crescita: noi de La Rosa nel Pugno siamo tra costoro. Il voto di fiducia che esprimeremo sulPag. 14disegno di legge finanziaria in esame, signor Presidente, è accompagnato da critiche ma non da riserve mentali, da perplessità ma non da secondi fini. Spetta al Governo, presieduto da Prodi, portare il nostro paese fuori dalle secche, farlo uscire da una condizione di bassa crescita ed aprire la nuova frontiera delle riforme (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, mentre ci apprestiamo a votare una manovra finanziaria sicuramente pesante, da più di 35 miliardi di euro, una delle più imponenti di tutti tempi, ho la sensazione che non siamo riusciti a trasmettere fino in fondo ai cittadini italiani le motivazioni - anzi, la necessità ineludibile - di questa scelta, dell'importanza della pesantezza di tale manovra.
A questa nostra mancanza è seguita una situazione di stordimento nei cittadini italiani, tentati dalle sirene del centrodestra, che continuano a ripetere loro: «Vedete? È bastato che arrivassero loro al Governo per fare approvare una stangata!». Tuttavia, non dobbiamo nasconderci che, in questi mesi, anche qualcuno del centrosinistra ha affermato, forse in modo un po' interessato: «Ma quale rigore? Non c'è bisogno di rigore: possiamo andare avanti tranquillamente a spendere come prima e più di prima!».
In questi casi, io credo che la coerenza sia fondamentale. Quando chiediamo agli italiani un sacrificio straordinario, straordinarie devono essere anche le motivazioni con le quali giustifichiamo il sacrificio. Ed io penso che la difficoltà, i tanti fraintendimenti e la diffidenza con la quale la manovra finanziaria è stata recepita dagli italiani trovino proprio nella nostra difficoltà a giustificarla la prima causa. È un vero peccato, perché la giustificazione c'era; ed era così solare, così evidente, così incontrovertibile che nessuno in buona fede, né in quest'aula, né nel paese, avrebbe potuto contraddirla.
Allora, dobbiamo cominciare a spiegare che l'Italia è una sorta di grande famiglia che ha ereditato dai propri padri, da chi ha governato negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, il terzo debito pubblico del mondo: più di 3 milioni di miliardi di vecchie di lire di debito! Ebbene, oggi, l'Italia è una famiglia che non ce la fa ad arrivare alla fine dell'anno con i propri soldi, con le proprie entrate, a vivere, a pagare gli stipendi della pubblica amministrazione, i servizi e quant'altro e che, per pagare gli interessi sul vecchio debito, deve fare ogni anno nuovi debiti.
Dopo un periodo di dieci anni di rigore, durato fino al 2001 (prima di quella data, infatti, la situazione era ancora peggiore), questi nuovi debiti ammontavano alla cifra, non irrisoria, di 90 mila miliardi di euro. Questa situazione di bilancio così difficile, così seria e così rigorosa certamente non sarebbe potuta migliorare nei cinque anni di Governo Berlusconi. Se, infatti, egli avesse voluto mantenere anche solo qualcuna delle mille promesse fatte, forse un po' avventatamente, agli italiani, a partire dalla riduzione delle tasse, avrebbe avuto bisogno di molto più denaro. Perciò, ha chiesto e ottenuto dall'Unione europea di poter superare i limiti, già importanti, di debito che l'Italia stava accumulando; e li ha superati, li ha superati di molto! Diciamolo agli italiani che, grazie alle scelte economiche compiute dal Governo Berlusconi, l'Italia avrà circa 130 mila miliardi di nuovi debiti, contratti soltanto quest'anno!
Allora, è evidente che questo Governo, nell'accogliere la richiesta, rivoltaci dall'Unione europea, di riallineare i nostri conti con le regole europee, non soltanto ha rispettato l'impegno assunto, ma ha fatto anche qualcosa di ineludibile. Diversamente, continuare su quel crinale avrebbe significato mettere l'Italia su un binario che non le avrebbe consentito di avere alcun futuro, su un binario che già altri paesi, come l'Argentina, hanno conosciuto, su un binario senza ritorno.Pag. 15
Questo noi dobbiamo dire agli italiani! La strada maestra che dobbiamo indicare è quella del risanamento. Questo deve essere l'impegno del Governo, per il quinquennio. Tale risanamento, di qui al 2011, deve portare l'Italia ad essere - riprendendo l'esempio precedente - come una famiglia che, per vivere, non ha più bisogno di contrarre nuovi debiti e che, anzi, a poco a poco comincia a ripagare i vecchi debiti. Ciò significa non soltanto essere ligi contabili e ligi ragionieri, ma creare le condizioni perché si liberino risorse enormi, di cui il paese oggi non dispone, necessarie per realizzare le grandi riforme infrastrutturali di cui abbiamo bisogno, necessarie per assicurare servizi migliori per proseguire la lotta alla povertà e all'indigenza. In questo modo, cioè per tappare il «buco» nel debito pubblico che ci siamo ritrovati, abbiamo impiegato esattamente la metà della manovra finanziaria.
Quanto all'altra metà, il Governo non avrebbe potuto non cercare altre risorse per realizzare politiche di rilancio del paese. Abbiamo deciso, perciò, di spendere denaro per ridare forza e competitività alle imprese, riducendo il costo del lavoro di sei punti percentuali soprattutto a vantaggio delle imprese che vivono più direttamente i pericoli della concorrenza internazionale. Si tratta di imprese prevalentemente manifatturiere che particolarmente si giovano di una riduzione del costo del lavoro. Inoltre, abbiamo assegnato maggiori risorse alle famiglie economicamente più deboli; certamente, non in misura significativa, ma si è fatto il massimo possibile in tal senso. Abbiamo cominciato anche a combattere la piaga sociale del precariato e abbiamo assegnato risorse alle famiglie, alle donne, ai disabili e agli anziani indigenti. In questo modo, dunque, abbiamo impegnato l'altra metà delle risorse provenienti dalla legge finanziaria.
Questi soldi avrebbero potuto essere spesi meglio? Forse sì. Si sarebbe potuta prevedere una minore quantità di tasse e una maggiore quantità di riforme strutturali? Noi, di Italia dei Valori, riteniamo proprio di sì. Si sarebbe potuto e, forse, si sarebbe dovuto fare. Però, questo Governo ha almeno un merito: dopo cinque anni di sogni, il capo famiglia ha avuto il coraggio di parlare chiaro agli italiani e di dire a tutti di assumersi le proprie responsabilità. Non si può pensare, infatti, di ridurre durevolmente le tasse in questo paese finché coloro che producono un terzo della ricchezza complessiva le evadono. La lotta all'evasione fiscale diventa, allora, uno strumento fondamentale. Non possiamo pensare di continuare a mantenere un livello di vita e di spesa che si basi non sulle risorse che abbiamo, ma su debiti da contrarre ogni anno. In questo modo, oltretutto, compromettiamo il futuro dei nostri figli perché questi debiti, prima o poi, qualcuno li dovrà pagare.
Queste sono le ragioni per le quali noi, fin dall'inizio, abbiamo condiviso e sostenuto con convinzione, forza e determinazione l'impianto di questo disegno di legge finanziaria. Riteniamo che vada nella direzione giusta, della direzione del risanamento, al fine di dare un futuro al paese.
Oggi dovremmo essere soddisfatti del fatto che la manovra arrivi al voto finale integra nella sua struttura. Eppure - lo devo dire, signor Presidente, ai ministri presenti -, l'Italia dei Valori si appresta al voto con un sentimento di scoramento; infatti, questa manovra torna dal Senato con due ferite che noi riteniamo politicamente gravissime e difficili da sanare.
Si sono operate gravi distinzioni tra le varie calamità naturali che hanno colpito il nostro paese, così da individuarne alcune di serie A ed altre di serie B; per il terremoto nel Molise, ad esempio, si sono create discriminazioni rispetto a quanto si è fatto in quasi tutte le aree del paese.
Principalmente, però, la mia attenzione è rivolta alla norma senza padri e madri, già ribattezzata «salva ladri», inserita all'ultimo momento nel testo della finanziaria da qualche manina lesta, che di fatto, costituisce un condono; essa riduce drasticamente i termini di prescrizione per tutti i reati contabili commessi dai pubblici amministratori.
Si tratta di una cosa indegna, obbrobriosa, Noi abbiamo preso atto dell'impegnoPag. 16del Governo a eliminare questa norma già il 27 prossimo venturo, attraverso un decreto-legge retroattivo che, forse, sanerà sotto il profilo formale quanto è stato fatto, anche se nulla si potrà fare sotto il profilo politico.
Da questo punto di vista l'Italia dei Valori pretende da questo Governo un chiarimento: vogliamo capire, dopo tutto ciò che fino ad ora è stato fatto, qual è la politica dell'esecutivo in materia di giustizia, di legalità, di costi della burocrazia dello Stato e delle pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
IGNAZIO LA RUSSA. Ma dimettiti! Dimettetevi! Uscite dal Governo, buffoni! Uscite dal Governo!
PRESIDENTE. Deputato La Russa, la prego di lasciar proseguire l'oratore. Lei non può interrompere un collega che sta parlando, poiché è presidente di un gruppo e conosce bene la sua funzione.
MASSIMO DONADI. Avete messo il paese in ginocchio (Commenti del deputato Gasparri)!
Sono state completamente stralciate le nostre norme sui costi della politica.
PRESIDENTE. Deputato Donadi, si avvii a concludere.
MASSIMO DONADI. Anche su questo pretendiamo dal Governo patti chiari e inequivoci (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, il mio intervento è rivolto ad un Presidente del Consiglio che non c'è. Evidentemente, egli ha ritenuto di non avere tempo per venire in aula, poiché, probabilmente, ha paura dei fischi o delle valutazioni che questo Parlamento si appresta a fare.
Oggi si pone fine alla lunga vicenda della prima e, probabilmente, ultima legge finanziaria di questo Governo: almeno noi tutti lo speriamo.
Magari oggi il Presidente del Consiglio si sentirà soddisfatto (perché, oggettivamente, è da molto tempo sotto tiro) e spera, complici le vacanze di Natale ed il puntuale sciopero dei giornalisti - il quale, guarda caso, si verifica tutte le volte che vi è un appuntamento importante per il paese - di poter tirare un sospiro di sollievo; penserà anche di aver evitato l'esercizio provvisorio e, come si suol dire, di averla sfangata. Ecco, probabilmente, ci crede davvero il Presidente Prodi.
Dico questo perché sembra che le cose rimbalzino addosso sia al Presidente del Consiglio sia al Governo. Sembra che i problemi del paese e le categorie che lo caratterizzano gli siano completamente estranei: affari che non lo riguardano.
Lei, Presidente del Consiglio, voi, rappresentanti del Governo, siete un muro di gomma; questa finanziaria, questi sei mesi di Governo lasciano un paesaggio di desolante distruzione e molte macerie da rimuovere. Mai è stato così grande il solco tra il Governo ed il paese, tra il Palazzo e la gente. Al nord non la vogliono più vedere - come si suol dire - nemmeno dipinto. Non c'è solo l'economia; infatti, questo è un paese che non vuole una famiglia diversa da quella tra un uomo ed una donna, che non vuole riempirsi di immigrati come, invece, voi state sostenendo e anche attuando con i fatti.
Signor Presidente del Consiglio, la gente non si fida più di lei, e alle grandi manifestazioni di piazza come quella del 2 dicembre, ma anche alla grande manifestazione di Milano (io da uomo del nord penso soprattutto a quella) non c'erano - come nelle vostre - soltanto quelli della CGIL militarizzati e rimborsati di tutto, ma c'era la gente comune, c'era la gente che, per la prima volta, ha deciso di scendere in piazza.
Lei ha sbagliato, voi avete sbagliato a non porvi il problema, a fare spallucce; lei ha dimostrato una volta di più di essere inadeguato al ruolo che ricopre. Il PresidentePag. 17del Consiglio è un uomo politico, dovrebbe essere un uomo politico, dovrebbe essere il capo della politica e i suoi azionisti dovrebbero essere i cittadini; invece, lei non è il capo della sua coalizione, lei ha altri azionisti: i pochi poteri forti che ha favorito. Lei e il ministro dell'economia siete in realtà dei superburocrati, uomini da circoli ristretti e da salotti e ieri ve lo ha detto anche il Presidente della Repubblica.
Questa finanziaria è sostanzialmente la stessa che abbiamo già votato - lo ha detto anche il ministro Padoa Schioppa ieri -, è una finanziaria contro il nord, è una finanziaria contro chi lavora e produce, è una finanziaria di tasse, è una finanziaria che non taglia le spese. Gli artigiani hanno sintetizzato bene la nostra posizione al nord dicendo «ci hanno preso per il mulo» ed è così (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Questa è una finanziaria che penalizza le regioni e gli enti locali: ve lo hanno detto tanti amministratori locali e io da piemontese vorrei ribadirlo in quest'aula; infatti, nonostante questo Governo abbia quattro ministri del Piemonte, questa finanziaria non ha portato un euro di stanziamento specifico per la nostra regione. È una vergogna! Voi non fate gli interessi del vostro territorio e sono contento di poter portare oggi questa voce.
Oggi possiamo dire anche che questa è una finanziaria che aiuta chi commette gli illeciti contabili. Non eravate voi - ministro Di Pietro e collega Donadi - i difensori della legalità? Oggi siete al Governo e votate la fiducia. Avete consentito l'indulto, avete consentito la prescrizione dei reati contabili. Ieri si è dimesso il commissario anticorruzione che ha detto - colleghi dell'Italia dei Valori - che voi non fate niente contro la corruzione. Questo ha detto! Non c'è male per la vostra presenza al Governo! Oggi voi dite che il 27 dicembre, con un decreto-legge, cancellerete quello che ora andate ad approvare con la fiducia.
Signor Presidente della Camera, lo dico anche a lei, questa sembra una barzelletta, ma il Presidente della Repubblica dovrebbe impedire che le istituzioni diventino una barzelletta.
Noi oggi voteremo contro questa legge finanziaria perché penalizza il nord, penalizza la nostra gente, penalizza tutto il paese. Speriamo che presto tutti i cittadini possano votare per eleggere un nuovo Governo e un nuovo Parlamento, perché in questo modo non si può proprio andare avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto auguro a tutti un buon Natale, e il mio non è solo un atto di cortesia, ma è anche un ringraziamento che rivolgo ai dipendenti della Camera che ci hanno assistito in questi mesi (Applausi).
A lei, signor Presidente, voglio fare i complimenti per aver fatto allestire il presepe, che è segno della comune identità cristiana del nostro paese. In quel presepe ci sono le nostre radici, la nostra storia, le nostre tradizioni, e amareggia che qualche collega, pur di fare pubblicità alle proprie cause, offenda questo comune sentire di tutti gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Per quanto riguarda la legge finanziaria, per noi non c'è un motivo al mondo per cambiare opinione. Certo, qualcosa è stato inserito al Senato, qualcosa che il nostro partito aveva richiesto - penso alla tassa di successione (all'estensione della franchigia anche ai fratelli), ai fondi per le Forze dell'ordine, alla soglia di esenzione per l'addizionale IRPEF comunale per i redditi più deboli, che il nostro gruppo aveva richiesto e che è stata doverosamente inserita al Senato -, ma l'impianto è inalterato.
Il problema centrale di questa legge finanziaria è nel mancato rapporto tra DPEF e finanziaria stessa. Il DPEF mettevaPag. 18al centro della sua analisi quattro punti - sanità, pubblico impiego (non assunzioni del pubblico impiego), enti locali, pensioni - e qui nasce il problema, perché questa legge finanziaria ha perso per strada il DPEF ed è caratterizzata per l'80 per cento dall'aumento delle tasse. Basti pensare che la pressione fiscale dal 40,5 per cento del 2005 sale al 42,2 per cento e che l'aumento della spesa pubblica per l'illustre studioso Boeri (La Voce.info di questi giorni) è di 6,5 miliardi di euro e, quando la stessa aumenta in un anno, è destinata a produrre più spesa pubblica nell'anno successivo.
Colleghi, anche se oggi parliamo a tutti gli italiani, è inutile continuare questo discorso, perché gli italiani che ci ascoltano hanno capito come non sia un caso che la legge finanziaria, figlia di una maggioranza di questo tipo, non possa affrontare i nodi che sono davanti a tutti noi. Lo hanno capito bene perché questa finanziaria è frutto di un Governo che, a sua volta, è frutto di un equilibrio politico condizionato dall'ala più massimalista e radicale della sinistra. Non ci meravigliamo, noi che siamo avvezzi alla politica, se l'onorevole Diliberto, intervenendo oggi, tatticamente fa anche finta di essere arrabbiato perché non c'è dubbio che si prepara a svuotare i nuovi provvedimenti che il Governo ha annunciato per i prossimi mesi.
Allora, noi non siamo dei pazzi se chiediamo un nuovo equilibrio politico. Il mio partito, l'UDC, gli onorevoli Cesa e Buttiglione non sono degli squilibrati se dicono che con questo equilibrio politico non ci possono essere che finanziarie di questo tipo, se chiedono un nuovo equilibrio politico, respingendo al mittente - consentitemelo, amici della sinistra, per quel minimo di correttezza di rapporti esistente in quest'aula - le squallide ipotesi di «aiuti ai naviganti», che da parte nostra non possono venire né oggi né mai perché questo Governo è inaiutabile e perché il patto di fedeltà a cui noi siamo legati ci ha collocato all'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Gli elettori non sono delle persone che si strumentalizzano il giorno del voto e si dimenticano dopo. Noi abbiamo una visione diversa rispetto a quella dei nostri colleghi del centrodestra su come fare opposizione, non abbiamo aspettative salvifiche nel riconteggio dei voti - peraltro, mi sembra che i primi risultati siano addirittura sorprendenti al contrario -; ma questo non può in alcun modo far venire meno quel patto di lealtà che ci ha posto in una posizione di grande dignità istituzionale, cioè all'opposizione. Dunque, questo Governo è inaiutabile perché è figlio di questo equilibrio politico.
Oggi io chiedo alle forze più responsabili del centrosinistra di fare solo una cosa: aprire gli occhi. D'altronde, che qualcuno gli occhi li stia aprendo è dimostrato dal fatto che tutti i giornali sono pieni della fase uno, della fase due, di notizie su chi è d'accordo con la fase uno, chi con la fase due, chi non vorrebbe quest'ultima e via dicendo. Personalmente, sono disinteressato alla fase uno o due - è un problema della maggioranza - ma, se si richiede la fase due da parte delle persone più responsabili della maggioranza, questa è la dimostrazione che la fase uno è stata bocciata anche da parte vostra, che vi è una perplessità altissima e che, comunque, l'ascolto del paese vi porta a verificare come ci sia una profonda delusione per questa legge finanziaria.
Allora, al bando le fasi uno e due, qui noi attendiamo il Governo - lo sfidiamo - su due punti essenziali: liberalizzazioni e riforme delle pensioni. Vogliamo capire davanti a tutti gli italiani: questo è il compito dell'opposizione (non quello di fare l'opposizione di comodo, sbraitando e basta). Noi abbiamo il dovere di incalzarvi e di chiedervi se volete liberalizzare i servizi pubblici locali, se mettete al centro del vostro lavoro politico due soggetti: i consumatori e i giovani.
Secondo noi, fare le liberalizzazioni in Italia e le riforme del sistema previdenzialePag. 19significa occuparsi di soggetti dimenticati, come i consumatori e i giovani: vi attendiamo.
Vogliamo capire se il disegno di legge Lanzillotta, dopo gli annunci, è destinato a rimanere carta straccia o ad essere svuotato da chi, evidentemente avendo un'impostazione ideologica e classista, non vuole fare le liberalizzazioni vere.
Infine, cari colleghi, termino come ho iniziato perché un buon Natale lo possano trascorrere gli italiani così come anche tutti noi. Tuttavia, c'è un regalo avvelenato, onorevole Bertinotti: sotto l'albero degli italiani questo Governo ha messo un pacchetto bomba: un pacchetto avvelenato. Questo pacchetto, questo dono avvelenato è il condono contabile amministrativo. Noi non siamo interessati alla caccia al tesoro su chi l'ha inserito e per quale finalità: è stato inserito.
Abbiamo per anni assistito a questa polemica sulle leggi ad personam. Questo forse è un condono ad personam, per cui va cancellato. Tuttavia, vorrei ricordare che il mio partito, proprio qui, con l'onorevole Mazzoni, in quest'aula, ha inserito un emendamento che aveva inasprito le sanzioni dello Stato rispetto ai gravi reati contro la pubblica amministrazione, finalizzando i fondi ricavati in questo modo alla scuola e alla giustizia. Quello era un buon inizio, ma al Senato anche dal punto di vista della questione morale il Governo ha dimostrato di non avere le carte in regola, segno, cari amici, che qui il monopolio della lotta all'immoralità non ce l'ha nessuno e motivo di più per fare uno sforzo comune di tutti contro la corruzione e la criminalità.
Attendiamo che venga tolto da Babbo Natale questo pacco da sotto l'albero degli italiani e auguro - per la verità, non al Governo - a tutti gli italiani un buon Natale (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, oggi è iniziato uno sciopero che dura da ben tre giorni e che ha svuotato non solo la sala stampa del nostro Parlamento, ma anche tante redazioni. È uno sciopero indetto da una categoria che, in tante occasioni, ci ha consentito di esprimerci e che trasferisce all'opinione pubblica le nostre lotte, battaglie ed idee.
È uno sciopero che io definirei per la democrazia e che in questo momento vede coinvolti su fronti contrapposti quei giornalisti che chiedono migliori condizioni di lavoro e, dall'altra parte, quegli editori - i grandi editori - che pensano che anche un lavoro intellettuale come quello del giornalismo debba essere normato secondo l'esigenza del just in time, della precarizzazione del rapporto di lavoro, sino a dire, all'interno di questo Parlamento e di quest'aula, che sarebbe bene cancellare il contratto collettivo di lavoro.
Ecco, signor Presidente, scioperano coloro i quali oggi rivendicano la condizione del contratto collettivo di lavoro come requisito minimo e molti altri che sanno cosa significa stare in una redazione a 5 euro al pezzo. Dall'altro lato, dalla parte di quei grandi padroni come quelli che abitano i salotti di Confindustria, si ritiene invece di avere la possibilità di cancellare quel contratto oggi con riferimento ai giornalisti, domani per tante altre categorie di lavoro.
Che paese è, signori del Governo, quello dove l'impresa è così accanita nei confronti dei lavoratori di ogni tipo? Che paese è quello in cui quando c'è una piccola ripresa industriale, l'unica esigenza che ci si propone è quella di dare maggiore precarietà e flessibilità?
Lo avevamo già chiesto e lo chiedo ancora una volta al ministro Tommaso Padoa Schioppa: che fine faranno i soldi del cuneo fiscale e i 7 miliardi di euro che questa legge finanziaria - più di ogni altra - ha dato al mondo dell'impresa? Questi soldi saranno investiti per l'innovazione e la competitività, come veniva detto, oppure andranno solamente ad aumentare il reddito personale di individuiPag. 20che vogliono semplicemente sfruttare i lavoratori? La Confindustria - abbiamo avuto modo di dirlo nel corso di questi giorni - si comporta come un partito, anzi a dire la verità, poiché ho molto rispetto per la funzione che svolgiamo, si comporta molto peggio di un partito. Infatti, prende soldi, chiede precarietà e, nello stesso tempo, intende intervenire direttamente in politica come se non ci fossero già ampiamente bastati gli esempi di uomini provenienti dal mondo dell'impresa che hanno contribuito alla vita politica del nostro paese.
Allora, le pensioni sono il cardine sul quale noi misureremo la fase successiva di questo Governo. Se qualcuno, all'interno di questa coalizione, la nostra, intende chiamarla «fase 2», noi invece chiediamo che si espongano limpidamente le posizioni. Se si vuole innalzare l'età pensionabile o ritoccare i coefficienti, noi non ci stiamo, non ci staremo e non consentiremo che ciò si faccia. A quest'ora, la quasi totalità dei nati tra il 1950 e il 1955 sono impegnati in fabbrica, stanno lavorando. A loro si deve rivolgere la domanda se sia giusto o no, come hanno detto gli operai di Mirafiori, minacciare l'innalzamento dell'età pensionabile. Se dopo una giusta ed ampia consultazione tra i lavoratori si riuscirà ad avere una posizione unitaria di questa maggioranza, noi dovremo soprattutto indirizzare questa proposta di riforma all'abolizione dello scalone di Maroni e di quell'innalzamento dell'età pensionabile che riguarda numerose persone, milioni di lavoratori che oggi, da un giorno all'altro, vedrebbero aumentato il loro tempo di vita nell'ambito lavorativo.
Da questo punto di vista, bisogna anche considerare le emergenze sociali: per noi la prima emergenza sociale è quella di tanti che forse, a quest'ora, sono soli in casa, indifesi rispetto alla loro condizione sociale, vale a dire i 14 milioni di pensionati INPS, di cui 10 milioni sotto i 500 euro al mese e 7 milioni a 356 euro al mese. Allora, di quale deficit di comunicazione parliamo se, invece di enunciare le cose positive che abbiamo fatto dentro questa legge finanziaria, si continua a rimandare il problema alla fase successiva?
Si può dire che con questa legge finanziaria, oggi, una lavoratrice precaria ha più diritti per la sua maternità e per la sua salute? Si può dire che si è istituito un fondo per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione?
Si può dire che è stato realizzato ciò che da tanti anni veniva impedito dal Governo delle destre, cioè l'esaurimento della lista dei precari nella scuola? Possiamo dire che oltre il 90 per cento dei contribuenti di questo paese che hanno meno di 40 mila euro di imponibile l'anno avranno dei vantaggi dalla riforma fiscale? Possiamo dire che questi vantaggi andranno soprattutto alle famiglie? E al riguardo osservo, per inciso, che dovrebbero andare a tutte le famiglie, anche a quelle di fatto, anche se composte da persone dello stesso sesso, perché per noi il valore principale della tutela della famiglia è preservare il sentimento di unione, di affetto e di amore che unisce le persone, e non valori astratti che vengono utilizzati strumentalmente da chi all'interno di quest'aula crede di rappresentare dall'alto di una cattedra una idea rispettabile ma che non appartiene ad un Stato laico e ad un giusto rapporto tra Stato e Chiesa.
Diciamo anche che grazie alle nostre battaglie si sono introdotti alcuni miglioramenti significativi, come l'abolizione del ticket sul pronto soccorso per i codici verdi e la relativa esenzione fino a 14 anni. Siamo anche molto orgogliosi della norma sul lavoro nero - abbiamo scoperto 250 lavoratori, che avevano diritto ad un regolare contratto, vittime sul posto di lavoro, assunti lo stesso giorno della loro morte - che costringe il datore di lavoro ad una comunicazione tempestiva dell'assunzione, e anche attraverso questa via intendiamo combattere il lavoro nero.
Allora, signor Presidente, membri del Governo, noi voteremo questa fiducia, ancora una volta, perché riteniamo che occorra dare speranza e prospettive a questo paese. Da una parte, però, dobbiamoPag. 21ascoltare il richiamo del Presidente Napolitano, alto, autorevole: non si può governare il paese per tutto l'anno con una legge sola, composta da più di mille commi. Dall'altra, dobbiamo fare marcia indietro, una misura questa chiesta da tutto il Parlamento, su due aspetti, ampiamente citati. Il primo riguarda la prescrizione dei reati contabili e l'altro, per noi molto importante, è relativo alla «manina» che ha modificato la deliberazione del Governo sul CIP6, uno scandalo del nostro paese che garantisce fondi per l'energia riciclata ai petrolieri e non a chi realmente si propone di rendere le risorse energetiche compatibili con l'ambiente. La politica di questo Governo si deve confrontare con questa esigenza, con la necessità di un vero confronto tra le forze sociali del paese.
Se qualcuno di voi, tanto appassionato del Natale, ha fatto un giro per le vie del centro, si sarà reso conto che esse sono piene di gente ma che i negozi sono vuoti. Qualcuno lo ha definito «shopping visuale», in realtà penso che sia la condizione materiale del paese. Dobbiamo restituire la possibilità di futuro al paese e crediamo che la buona politica sia riconfermare l'impegno che abbiamo preso con il paese quando abbiamo vinto le elezioni, restituendo dignità, uguaglianza e diritti sociali (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Alleanza nazionale voterà convintamente contro questa legge finanziaria. Lo farà convinta delle proprie ragioni, sia per questioni di metodo che per questioni di merito. Nel metodo, ovviamente, ci riferiamo al richiamo forte giunto dal Presidente della Repubblica sul fatto di porre fine una volta per tutte alla prassi degli articoli unici, additando questa legge finanziaria come limite estremo di riferimento istituzionale per quel che riguarda il rapporto tra Stato e cittadini; un richiamo fortissimo di cui il Governo evidentemente sembra non tenere conto, su cui lo stesso Prodi ha fatto finta di nulla fino ad oggi, una questione di metodo che è assolutamente fondamentale e che dimostra in maniera concreta come questo Governo non abbia più i numeri a livello politico per poter governare.
Vedete, cari colleghi, tutti gli interventi svolti sino a questo momento - compresi quelli del collega Migliore, del collega Villetti e del collega Donadi - hanno sostanzialmente richiamato un profilo di problematicità pesantissimo all'interno della maggioranza, in cui ogni forza politica prende le distanze da questa legge finanziaria. Essa non è semplicemente una legge che spacca il paese, come avevamo dichiarato all'inizio del suo iter parlamentare. Alleanza Nazionale oggi riscontra come il paese, nella sua globalità, sia sostanzialmente contro questa legge finanziaria. Lo è nelle industrie come Mirafiori, dove si è manifestato concretamente il dissenso nei confronti della legge finanziaria e del Governo Prodi. Lo è nelle piazze e nelle strade, dove quotidianamente vi sono dei segnali di disaffezione, di contrarietà, di scherno, purtroppo, anche nei confronti del Presidente del Consiglio, alla luce di un distacco ormai evidente a causa di una legge finanziaria che va nel merito a colpire gli interessi diffusi e quella realtà sociale ed economica che rappresenta l'elemento fondamentale dell'Italia.
La legge finanziaria non solo non è stata migliorata, ma è stata ulteriormente resa critica nei confronti di una fase di sviluppo che stiamo toccando con mano, che non è certo merito di una iniziativa del Governo. Purtroppo, questa legge finanziaria è falsa per quanto riguarda i suoi numeri fondamentali. Abbiamo parlato tutti di 40 miliardi di euro di intervento. Questi sono i numeri ufficiali. Il Governo doveva chiarire come i 35 miliardi di entrate aggiuntive, derivanti dall'attività del Governo di centrodestra, dovessero entrare all'interno dei saldi perPag. 22ottenere una legge finanziaria che non sarebbe stata di lacrime e sangue per gli italiani, come ora sarà, ma una legge finanziaria assolutamente più morbida, che avrebbe consentito al paese di crescere secondo le potenzialità già avviate dalle riforme e dalle iniziative del Governo di centrodestra.
Alleanza Nazionale ha chiesto più volte questo chiarimento e voi avete 30 miliardi di cui dovete rispondere al paese sull'utilizzo futuro. Dovete spiegare come verranno impegnate queste risorse, molto probabilmente per coprire i falsi legati alle entrate della legge finanziaria; una parte verrà utilizzata sicuramente per tentare di recuperare su settori che non rappresentano il motore pulsante per lo sviluppo italiano, ma sono elementi secondari che fanno riferimento a nicchie specifiche di consenso nei confronti del centrosinistra.
Questi 30 miliardi determinano complessivamente un'attività di intermediazione da parte del Governo di oltre 70 miliardi. Pensate, colleghi, noi riteniamo preferibile che famiglie ed imprese gestiscano queste risorse rispetto ad un Governo che, all'interno di questi 1380 commi, va ad adottare procedure e burocrazie che renderanno inefficaci queste risorse. Da una parte si prendono i soldi degli italiani e dall'altra si destinano a non si sa cosa. Non sappiamo come verranno utilizzati.
Si vanno a reperire risorse direttamente dal mondo delle imprese, quel mondo delle imprese che fino ad oggi ha dato spinta e vitalità, che non ha - come è stato sventolato più volte dal Presidente Prodi - elementi di sostanziale accordo, perché sino ad oggi la concertazione non è stata una modalità vincente. Intere categorie di liberi professionisti, che hanno marciato a Roma, insieme ad altre categorie hanno manifestato tutte contro una legge finanziaria che le mette in gravi condizioni. La stessa Confindustria - Presidente Prodi - ha preso posizione, ribadendo con chiarezza che questa legge finanziaria non solo non dà elementi ulteriori di sviluppo, ma frena la crescita. Ci troviamo di fronte ad una fase di ripresa, determinata in parte dalla congiuntura internazionale, in parte dai provvedimenti varati dal centrodestra, che dovrebbe essere sostenuta.
Da ciò derivano le proposte di Alleanza Nazionale, lanciate dal nostro presidente Fini, attorno al confronto sul DPEF. Avevamo detto: pochi emendamenti qualificati - e Alleanza Nazionale li ha presentati - attorno al tema della riduzione del danno legato al prelievo del TFR, una norma palesemente incostituzionale che procurerà problemi gravissimi ai lavoratori e alle imprese. Avevamo avanzato delle proposte concrete attorno al tema del rilancio dello sviluppo, della solidarietà, per dare un sostegno concreto ai cittadini che voi andate a colpire, perché l'intervento non riguarda i pochi euro dell'IRPEF destinati alle fasce più deboli, ma è il ventaglio degli interventi fiscali che determinerà complessivamente un prelievo largamente superiore a quanto voi tentate in misura ridotta di dare ad alcune fasce sociali minoritarie.
Tale manovra finanziaria, quindi, va a castrare le potenzialità di una realtà economica e sociale che voi ponete in discussione. Mi riferisco, in particolare, al tema della famiglia, che mettete in discussione quotidianamente sia dal punto di vista fiscale, sia dal punto di vista della valorizzazione della considerazione costituzionale, ed al tema dell'impresa. Il viceministro Visco definisce evasori ed elusori tutta la realtà delle piccole e medie imprese, degli artigiani e di coloro che quotidianamente contribuiscono allo sviluppo. Così facendo, create un distacco definitivo forte con gli elementi cardine per immaginare un percorso di rilancio del nostro sistema sociale ed economico, ma anche con gli elementi di tradizione che fino ad oggi hanno creato le condizioni perché l'Italia restasse agganciata ai maggiori paesi in sede europea ed internazionale in termini di crescita e di sviluppo. Oggi, attraverso questa legge finanziaria, rompete il processo di crescita da noi avviato; di questo dovete assumervi la piena responsabilità.
La legge finanziaria colpisce tutti indifferentemente: imprese, cittadini e forzePag. 23dell'ordine. È una vergogna quanto avete dichiarato sul tema delle risorse: 5 euro lordi in termini contrattuali (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Le risorse legate agli investimenti sulle forze dell'ordine non sono in grado di far fronte alle necessità del paese. Non si è mai vista, durante una legge finanziaria, una protesta in piazza da parte delle forze dell'ordine: abbiamo assistito anche a questo. Oggi mettete il nostro comparto sicurezza nelle condizioni di non poter fare fronte alle esigenze vere del paese: si tratta di una cosa inaccettabile.
Signor Presidente, all'interno del percorso della legge finanziaria vorrei sottolineare il passaggio sul comma 1346. In questo caso non si tratta solo di un problema di maggioranza che non c'è più o del paese che è ostile alla legge finanziaria, ma di un problema di difesa da parte del Governo e della maggioranza, che hanno responsabilità piena e solidale, di quel comma 1346 che difende ladri e corrotti rendendoli impuniti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)! Voi dovete assumervi la responsabilità sulla norma salvacorrotti e salvaladri! Onorevole Casini, lei ha parlato di provvedimento ad personam: sono 70 mila le persone nella pubblica amministrazione che beneficeranno di questo provvedimento. Ci sono 68.670 vertenze presso le procure regionali della Corte dei conti; 3.674 giudizi di pendenza per reati erariali; il 17,8 per cento dei procedimenti per reati sul personale; il 16,1 per cento per tangenti, corruzione e concussione. Voi fate una norma che salva i corrotti, indebolisce il percorso di lotta all'evasione e di contrasto all'elusione e l'avete inserita in questa legge finanziaria come elemento cardine della vostra attività (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia). Ma dove pensate di prendere 9 miliardi di euro se non con la vessazione delle piccole imprese, con gli studi di settore e con un intervento che mette in discussione la certezza del diritto?
Signor Presidente, su questi argomenti il Governo ed il Presidente Prodi devono assumersi la responsabilità, e li attendiamo in quest'aula. Alleanza Nazionale voterà contro questo scempio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Martino. Ne ha facoltà.
ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, mi sia consentita una citazione: «Un gran numero di Stati membri, e in particolare paesi baltici, hanno adottato una versione da manuale di politica tributaria efficiente. Anzitutto, i loro sistemi tributari sono trasparenti. In secondo luogo, il carico fiscale è in genere basso. In terzo luogo, hanno evitato una progressività troppo ripida. L'aliquota marginale massima dell'imposta sui redditi personali è circa il 25 per cento in Estonia e Lettonia e fra il 30 e il 40 per cento nella maggior parte dei nuovi Stati membri. Per le imposte sulle società (le aliquote marginali massime) sono comprese fra il 15 ed il 25 per cento ed alcuni paesi hanno annunciato ulteriori riduzioni nei prossimi anni. Sia dal punto di vista teorico sia da quello pratico sappiamo che questi sistemi tributari sono favorevoli ad un forte sviluppo economico. Se le aliquote fiscali basse dei nuovi Stati membri indurranno tutti i paesi dell'area dell'euro a riformare il sistema fiscale, come le riduzioni delle aliquote fiscali in Irlanda hanno già fatto, questo sarà tutto a nostro vantaggio. Tutti i cittadini dell'area dell'euro sanno che i regimi fiscali devono cambiare e che la pressione fiscale deve diminuire».
Queste parole sono contenute in un discorso tenuto a Francoforte il 21 ottobre 2004 da Tommaso Padoa Schioppa nella sua qualità di membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia e del deputato La Malfa). Immagino che ilPag. 24signor ministro, data la sua ilarità, abbia gradito la citazione (Dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia si grida: Ridi! Ridi!)!
Evidentemente, fino a due anni or sono, anch'egli, come la quasi totalità degli economisti, riteneva che per promuovere lo sviluppo economico fosse necessario un fisco trasparente, leggero e basato su aliquote marginali quanto più basse possibili. Non basta. Il suo riferimento positivo al caso irlandese dimostra come allora egli fosse convinto che il risanamento dei conti pubblici fosse possibile solo grazie allo sviluppo economico promosso dalla riduzione delle imposte. L'Irlanda nel 1990 aveva un rapporto del debito sul PIL pari al 120 per cento; in soli dieci anni, quel rapporto si è più che dimezzato. Nel 1999, il rapporto era sceso al 54 per cento; tale straordinario risultato, come il ministro riconosce - no, pardon, come il dottor Padoa Schioppa riconosceva -, fu ottenuto grazie ad una drastica riduzione delle aliquote. Siamo in presenza di una conversione talmente rapida da ricordare il caso di Gaetano Donizetti del quale si racconta che mentre, non si sa perché, stava picchiando furiosamente la moglie, colto dall'ispirazione, si recò al pianoforte e compose: «Tu che a Dio spiegaste l'ali, o bell'alma innamorata» (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
Inutile chiedersi cosa abbia indotto il dottor Padoa Schioppa, diventato ministro, a dare vita ad una finanziaria che, in nome dello sviluppo, aumenta il carico fiscale; la sua conversione è assolutamente incomprensibile. Uso l'aggettivo «incomprensibile» intenzionalmente perché questa volta sono stati superati i limiti della decenza; un articolo unico di 1.365 commi, come ha ricordato giustamente il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, è abnorme, e a tale articolo unico si è arrivati dopo un interminabile valzer di contorsioni, contraddizioni, modifiche e ripensamenti.
E che dire del provvedimento «salvacorrotti», immediatamente giudicato scandaloso persino da alcuni ministri? Sembra che si cercherà di correggerlo subito dopo la sua approvazione! Ora, io non ritengo che il Presidente del Consiglio ed il ministro dell'economia e delle finanze volessero davvero introdurre una norma che ha conseguenze così aberranti; è probabile, quindi, che non ne fossero a conoscenza. Ma questo non li assolve affatto! Come può chiedere fiducia un Governo che presenta al Parlamento provvedimenti di cui non conosce neppure il contenuto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)?
Dite di voler perseguire la giustizia sociale ma in realtà avete adottato una politica che è ferocemente antisociale. Il fatto è, onorevoli colleghi, che l'aumento delle imposte non danneggia chi è già ricco; si tratta di un lusso che, essendo ricco, può permettersi. I veri danneggiati sono quanti potrebbero diventare ricchi, migliorare la propria condizione e vengono messi nell'impossibilità di farlo dall'aumento del carico fiscale. L'eccesso di tassazione è la misura più iniqua e reazionaria che si possa immaginare; impedendo, a chi potrebbe crescere, di farlo, congela la struttura dei redditi, rende durature (se non permanenti) le differenze tra chi ha molto e chi ha poco, taglia i gradini più bassi della scala dei redditi lasciando a terra quanti potrebbero salire e migliorare la propria condizione.
Credete che siano i super ricchi a piangere quando le tasse aumentano?
Oltretutto, l'onorevole Giulio Tremonti mi ha detto che sui super ricchi non vi è nessun aumento di tasse.
Credete che siano i super ricchi a piangere quando le tasse aumentano? No, la maggior parte di loro non si accorgerà nemmeno del cambiamento! Il pauperismo e l'abuso del torchio fiscale che ne consegue garantiscono l'immiserimento di tutti gli italiani e i danneggiati veri sono proprio i più deboli.
Questa finanziaria è incomprensibile, impresentabile, iniqua, recessiva e profondamente antisociale. Ha suscitato le critiche non solo degli economisti e delle categorie, ma dell'intero paese; ha un soloPag. 25pregio: ha illustrato esemplarmente a tutti gli italiani di cosa siano capaci le sinistre quando vanno al Governo. È una lezione che gli italiani non dimenticheranno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, chiudiamo oggi il lungo percorso della legge finanziaria. Abbiamo alle spalle quattro mesi di dibattiti e di lavoro nel Governo e in Parlamento; un tempo sicuramente troppo lungo!
Quest'anno, come tutti gli anni precedenti, indipendentemente dal colore dei Governi che si sono succeduti alla guida del paese, abbiamo verificato ancora una volta che vanno profondamente cambiati i meccanismi delle leggi di bilancio; troppe incrostazioni, troppe pigrizie legislative, troppa poca voglia di cambiare, hanno infatti reso nel tempo la legge finanziaria una specie di imbuto, in cui deve entrare tutto per forza, perché si immagina che ciò che non passa lì è destinato inesorabilmente a perdersi e ad arenarsi.
Bisogna cambiare, bisogna utilizzare un meccanismo moderno ed efficiente che, nel rispetto dei principi costituzionali nonché dei compiti e delle prerogative del Governo e del Parlamento, della maggioranza e dell'opposizione, renda possibile individuare nella legge finanziaria le linee e le scelte di bilancio, liberandola da tutto ciò che può e deve finire nella normale legislazione ordinaria.
Questo chiediamo ai gruppi di opposizione: una disponibilità a lavorare insieme, nella chiarezza dei ruoli, senza pasticci, per rendere più efficienti i nostri lavori. Ciò non serve più a noi o a voi - che ci siamo alternati e continueremo a farlo nella guida del paese -, ma serve a tutt'Italia!
All'inizio di questo lungo percorso, il Governo ed i gruppi di maggioranza avevano dichiarato la disponibilità a migliorare e modificare il testo conservandone l'impianto. Questo è stato fatto, salvando la scelta di fondo di costruire da subito le condizioni per il risanamento, avviando le riforme per far ripartire il paese.
Abbiamo fatto - vogliamo spiegarlo agli italiani che ci stanno ascoltando - quello che avrebbe fatto ogni famiglia che si trovasse a gestire un'eredità con molti debiti: abbiamo trovato le risorse, con un po' più di entrate e molti risparmi e tagli di spesa, mettendone una parte a riduzione del debito e un'altra nelle cose indispensabili per vivere (per i figli, per la casa).
Così abbiamo fatto noi, mettendo 15 miliardi a riduzione del debito pubblico e cominciando ad approvare interventi per i precari, per i redditi bassi, per le donne, per il Mezzogiorno, per le famiglie, per i giovani, per le imprese.
Inoltre, durante i lavori parlamentari, abbiamo migliorato notevolmente il testo iniziale, anche se con un po' di confusione e con qualche protagonismo che si poteva certamente evitare. Ma ognuno ha la sua debolezza e quella del centrosinistra è di mettere tutto in piazza. Tuttavia, abbiamo apportato miglioramenti spostando qualche tramezzo importante, senza toccare i muri maestri della manovra, come aveva ben detto il ministro Padoa Schioppa, che ringrazio per la serena determinazione con la quale ha difeso la manovra di tutto il Governo.
Abbiamo svolto incontri, abbiamo ascoltato istanze e proteste di organizzazioni, di sindacati, di categorie.
Come è giusto per una coalizione che ha scelto da sempre la via della concertazione, e mai quella dello scontro sociale, abbiamo accolto dov'era possibile accogliere, abbiamo corretto dov'era possibile correggere. Oltre centocinquanta cambiamenti migliorativi, richiesti delle forze sociali o dai gruppi parlamentari. Ho il tempo per citare solo i cambiamenti più rilevanti. È stata ridotta l'IRPEF per i redditi medio bassi, sono stati incrementatiPag. 26gli assegni familiari ed aumentate le detrazioni per i figli a carico, per gli anziani sopra i 75 anni e per le spese sostenute per le badanti che assistono anziani non autosufficienti.
È stato soppresso il ticket di pronto soccorso anche per il codice verde, oltre che per tutti gli esenti. Sono state date più risorse alla ricerca e all'università, alla mobilità sostenibile, al trasporto pubblico locale, all'edilizia residenziale, alle ferrovie e per le strade. La tassa di successione è stata introdotta solo per i grandi patrimoni miliardari, con esenzione per i passaggi delle imprese da padre a figlio. Sono state esentate le piccole imprese dal prelievo del TFR ed è stata ridotta l'INAIL per le imprese che rispettano le norme di sicurezza. Sono stati ridotti gli incrementi contributivi per l'apprendistato, introdotti altri aiuti per i piccoli comuni, soprattutto - una cosa nuova - per quelli che hanno oltre un terzo di popolazione anziana. Sono stati stabilizzati i precari della scuola, della pubblica amministrazione e dei Vigili del fuoco. Più fondi alla sicurezza e alle forze dell'ordine: assunti altri 1.000 agenti di polizia.
È stata soppressa la tassa di soggiorno. Reintrodotta la destinazione del 5 per mille per le organizzazioni di volontariato. Più tutele per la maternità e la malattia, introdotte con il testo iniziale ed aumentate per i lavoratori precari. E poi il principio, oggi finalmente legge dello Stato, che le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale saranno destinate a ridurre le tasse, perché si possono pagare meno tasse se le pagano tutti (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Alessandri)!
Potrei continuare, ma penso che sia sufficiente. Valeva la pena per questi miglioramenti attraversare un autunno così difficile? Io rispondo di sì, ne valeva la pena. Potevamo certo gestire, potevamo, come si è detto, comunicare meglio, ma il lavoro che abbiamo fatto da settembre ad oggi ha portato ad una finanziaria migliore e più forte. Una finanziaria che ha chiesto agli italiani una cosa giusta: ha chiesto agli italiani un aiuto per il proprio paese, senza dimenticare che non si può chiedere a chi non ha più nulla da dare. Una finanziaria che ha cominciato anche a restituire a chi ha più bisogno o a chi ha più talenti e potenzialità per crescere, facendo così aumentare lo sviluppo e l'occupazione. Gli italiani vedranno e capiranno da soli, non ascoltando i nostri dibattiti, bensì misurando le nostre scelte nei loro bilanci familiari, nelle loro vite, nelle loro case. Capiranno da soli.
Lei, Presidente Prodi, ha ricordato più volte che quello che abbiamo fatto è nell'interesse di tutti, anche di chi ora si sente deluso o tradito. Da gennaio il sostegno al nostro Governo, ripeto, al nostro Governo, si sposterà dal Parlamento alle città italiane. Lo farà l'Ulivo, lo faranno gli altri partiti della coalizione. Dovremo spiegare, dovremo ricordare che non si possono invocare riforme coraggiose, immaginando che riguardino sempre e soltanto il proprio vicino (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo), che non si possono invocare modernizzazioni e cambiamenti, purché non entrino nel proprio recinto individuale.
Dopo anni e anni di pericoloso egoismo sociale ed egoismo territoriale, dobbiamo recuperare per l'Italia il senso di una grande missione collettiva, perché gli italiani hanno i mezzi e le qualità per affrontare la grande sfida globale in cui siamo immersi. Serve recuperare il senso di essere una grande comunità, dell'essere come una squadra, in cui ognuno fa la sua parte perché sa che non potrà mai vincere da solo. Su questo vorremmo ascoltare le idee dell'opposizione. Questo vorremmo fosse il modo di cominciare il 2007, come ha chiesto ieri a tutti noi il Presidente Napolitano. E insieme un augurio ed un impegno: chiudere con il 2006 la lunga coda delle elezioni, con il suo carico di rancori, di veleni, di violenze verbali, e cominciare un anno nuovo, finalmente moderno ed europeo, in cui gli italiani possano vedere una classe dirigente, di maggioranza e di opposizione, che si confronta civilmente, senza fastidiose risse sulle diverse ricette per il paese.Pag. 27
Noi siamo pronti. Se anche voi farete questa scelta, l'Italia del 2007 comincerà ad essere quella che gli italiani, tutti gli italiani, stanno pazientemente aspettando (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi e di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto svolte a nome dei gruppi e per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta. Avranno ora luogo alcune dichiarazioni di voto a titolo personale. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, ritengo doveroso segnalare che vi sono obblighi internazionali che hanno un carattere politico, ma anche un carattere morale ed umanitario molto importante. Mi riferisco alla circostanza che l'Italia è inadempiente nei suoi contributi al Fondo globale per la lotta all'AIDS, malaria e tubercolosi. È inadempiente per 20 milioni di euro nel 2005, con il precedente Governo, è inadempiente per 130 milioni di euro nel 2006, non ha stanziato nulla per il 2007. Dunque, pur votando la fiducia al Governo, per le motivazioni testé esposte dall'onorevole Franceschini, ritengo doveroso segnalare tale fatto e fare un appello alla sensibilità dei membri del Governo, che certamente mi stanno tutti ascoltando, e lo faccio con due qualità istituzionali, signor Presidente: quella di relatore sul bilancio degli esteri (perché la medesima Commissione esteri mi ha dato il mandato di sottoporre questo tema) e quella di ambasciatore del Partito del Socialismo europeo, sì del Partito del Socialismo europeo, per la lotta all'AIDS, che mi ha chiamato tra le personalità impegnate a stimolare la sensibilità necessaria in questo campo. Spero sia l'ultima volta che rivolgo questo appello, nel senso che finalmente ci si decida ad adempiere ad un grande obbligo, che salverebbe vari milioni di persone da una malattia atroce (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori e Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, credo di interpretare non solo il mio pensiero, ma anche quello della maggior parte dei colleghi del gruppo Italia dei Valori, nell'esprimere la nostra forte insoddisfazione, anche superiore a quella manifestata dal nostro presidente, sul disegno di legge finanziaria, così come è risultato al termine del suo percorso legislativo, in particolare per quella mano invisibile che proditoriamente ha aggiunto il comma «salvaladri» della pubblica amministrazione, e che altrettanto proditoriamente ha cancellato tutte le norme sulla riduzione dei costi della politica, che erano state concordate a livello di presidenti di gruppo di maggioranza ed accolte dal Governo. Su tale modo di fare politica e di fare coalizione noi non ci stiamo! Questo punto è parte qualificante del programma della coalizione e su di esso non accetteremo né di fare sconti, né che vi siano dimenticanze, né omissioni più o meno clandestine. Dichiaro, anche in quest'aula, che, a titolo personale, in futuro non voterò la fiducia ad una prossima finanziaria se queste azioni, ripeto concordate, non si tradurranno in provvedimenti legislativi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
LUCA VOLONTÈ. Non ti crede nessuno!
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, mi permetto di segnalare un mero errore materiale, del quale ho già informato gli Uffici, che cancella, nel passaggio dal Senato alla Camera, l'unico aspetto positivoPag. 28di questo disegno di legge finanziaria. Il Senato ha approvato, al comma 1018, la destinazione di spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2007 per gli eventi alluvionali e meteorologici che hanno colpito il comune di Marigliano, in provincia di Napoli. Il testo in votazione alla Camera, al corrispondente comma 1014, omette la destinazione di risorse al comune di Marigliano, pur lasciando intatta la cifra di 5 milioni di euro per il 2007. La prego, pertanto, signor Presidente, prima della votazione, di correggere il materiale errore e non vanificare l'unica cosa buona che il Governo aveva fatto, rispondendo ad una straordinaria attesa di un territorio già storicamente dimenticato dalla regione Campania.
PRESIDENTE. Rispetto alla sua osservazione, deputato Russo, desidero informare l'Assemblea che, dopo la prima stampa del testo del disegno di legge finanziaria trasmesso dal Senato (atto Camera n. 1746-bis-B), distribuita in data lunedì 17 dicembre 2006, è emerso che, per un mero errore materiale, il testo dell'articolo 1, comma 1014, non conteneva il riferimento al comune di Marigliano in Campania, presente nel testo effettivamente approvato dal Senato. Nella medesima data, il Senato ha altresì trasmesso alcune correzioni di errori materiali contenuti nel messaggio inviato.
Di tutto ciò è stata immediatamente avvertita la V Commissione.
Si è, quindi, proceduto, correggendo il complesso di tali errori materiali - dovuti evidentemente alla complessità delle operazioni tecniche per la predisposizione dei testi, in relazione ai ristrettissimi tempi a disposizione -, alla ristampa dell'atto Camera n.1746-bis-B, che è stato posto in distribuzione sin da ieri, prima dell'inizio della seduta dell'Assemblea.
PASQUALINO GIUDITTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, prendo atto di quello che lei ha dichiarato. Intendevo intervenire solamente per condividere la proposta del collega Russo.
PRESIDENTE. Come ha notato, si tratta di un argomento già superato.