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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2114).
MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Grazie, signor Presidente. Ho chiesto alla Presidenza che si facesse carico degli impegni derivati da un documento di indirizzo, approvato da questa Assemblea, in riferimento alla tutela del buon nome della Camera dei deputati. Vorrei segnalare al riguardo due episodi. Il primo è che, come al solito, una nota trasmissione televisiva, che ha già impegnato quest'aula, nell'ultima puntata ha deciso di nominare dei finti deputati, definendoli scherzosamente «onorevoli»...
PRESIDENTE. Onorevole Brigandì, le chiedo scusa se la interrompo, ma le ricordo che tale questione potrà essere più opportunamente affrontata al termine della seduta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, signor rappresentante del Governo, chiediamo di mantenere questo emendamento perché riteniamo che la proroga, dal 31 maggio al 30 settembre del 2007, delle provvidenze contenute nella norma di cui al comma 2 sia estremamente ragionevole. Questa norma è tesa a garantire la continuità assistenziale e a fronteggiare l'emergenza del settore infermieristico e tecnico. Quindi il termine previsto da una serie di norme è prorogato al 31 maggio 2007, in attesa della definizione di tali prestazioni, e nel rispetto delle disposizioni in materia di contenimento delle spese di personale degli enti del servizio sanitario nazionale, dai provvedimenti di finanza pubblica.
Si tratta di prestazioni, che sono indicate nel comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 402 del 2001 e che prevedono: la riammissione in servizio degli infermieri e dei tecnici sanitari di radiologia, che hanno risolto il rapporto di impiego volontariamente da non oltre cinque anni; la stipula di nuovi contratti di lavoro a tempo determinato per la durata di un anno, ancorché rinnovabili.
Inoltre, esse prevedono la facoltà di adottare provvedimenti di questo genere anche per gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, nel limiti delle risorse finanziarie connesse alle vacanze di organico, di cui alla programmazione triennale; previa autorizzazione regionale, le aziende sanitarie ospedaliere, le residenze sanitarie per anziani, gli istituti di riabilitazione, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e le case di riposo possono remunerare prestazioni onorarie aggiuntive, rese al di fuori degli impegni di servizio dagli infermieri dipendenti in possesso di specifici requisiti.
Tali prestazioni sono svolte in regime libero professionale e sono assimilate al lavoro subordinato ai fini fiscali contributivi. I requisiti per le prestazioni onorarie aggiuntive sono i seguenti: essere in servizio con rapporto a tempo pieno da almeno sei mesi; non essere soggetti a limitazioni o prescrizioni alle mansioni come certificate dal medico competente, non beneficiare della riduzione dell'orario di lavoro, comprese le assenze per malattia. Le amministrazioni dei predetti enti ed istituti utilizzano le prestazioni aggiuntive prioritariamente, al fine di assicurare livelli standard di assistenza nei reparti di degenza e nelle sale operatorie. In sostanza, prosegue la precarizzazione che Pag. 3avrebbe bisogno di essere risolta soluzione, ma secondo quanto espresso nella norma di cui stiamo parlando, il rinvio è stabilito solo fino al 31 maggio. Ora, ci sembra che tale termine sia estremamente limitato e, quindi, prorogarlo dal 31 maggio al 30 settembre sarebbe del tutto ragionevole, proprio in favore dei suddetti lavoratori e, sopratutto, in favore delle cure e delle ragioni di assistenza indicate nella normativa che ho citato.
Pertanto, signor Presidente, ribadisco che non intendo accedere all'invito al ritiro del mio emendamento 1.307.
PRESIDENTE. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,03.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 1.307, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Prendo atto che i deputati Zanella e Volontè non sono riusciti a votare.
Avverto che la Camera non è in numero legale per deliberare.
A norma dell'articolo 47, comma 2, del regolamento, rinvio la seduta di un'ora.
La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 11,05.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo di Forza Italia ha chiesto la verifica delle tessere di votazione. Invito pertanto i deputati segretari a procedere al relativo controllo (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Onorevoli colleghi, dobbiamo procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Boscetto 1.307, nella quale è precedentemente mancato il numero legale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 1.307, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 421
Maggioranza 211
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 244).
Prendo atto che i deputati Belisario, Testoni e Volontè non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 1.308.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi, desidero ringraziare la relatrice, onorevole Sesa Amici, per aver espresso parere favorevole sull'emendamento in esame. Nel contempo, come ho già fatto in altre sedi, desidero complimentarmi per l'ottimo lavoro che la relatrice ha svolto nell'ambito dell'esame di questo provvedimento legislativo.
Il presente emendamento è essenziale ai fini della compiutezza di questa norma. Infatti, il Governo, nella relazione introduttiva, precisa che la ratio della norma di proroga risiede nella necessità di consentire il perfezionamento delle procedure concorsuali esperite dal Ministero degli affari esteri per il reclutamento di sei dirigenti di seconda fascia già avviate in base ad una autorizzazione precedente. Inoltre, spiega che dette procedure concorsuali hanno subito un ritardo in seguito ad un ricorso giurisdizionale amministrativo che dovrebbe essere definito prima della fine del corrente mese di gennaio 2007.
La norma si articola prorogando fino al 30 aprile la disposizione di cui all'articolo Pag. 428, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005 n. 273, convertito con modificazioni dalla legge 23 febbraio 2006 n. 51. Tuttavia, non si è tenuto conto che questo articolo 28, benché nella rubrica si parli di assunzioni di personale del Ministero degli affari esteri, è riferibile a tutte le amministrazioni pubbliche richiamate nelle tabelle 1 e 2 allegate al decreto del Presidente della Repubblica 6 settembre 2005.
Quindi, senza il nostro emendamento e senza la limitazione in esso contenuta, che fa riferimento specificamente all'assunzione di personale del Ministero degli affari esteri, questa norma poteva essere applicata ad una serie di amministrazioni pubbliche, creando pertanto un notevole scompiglio sul piano applicativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questo emendamento di fatto limita la proroga riferita alla possibilità di assumere personale che, altrimenti, potrebbe essere considerata in senso lato una sorta di sanatoria di precari, anche se stiamo parlando di dirigenti, per i quali non vige l'obbligo di assunzione tramite concorso.
Pertanto, tale indicazione appare assolutamente condivisibile, in quanto chiarisce un articolato che avrebbe potuto avere un'applicazione ben più estesa.
Oltretutto, bisogna anche fare una considerazione più di carattere generale e che esce un po' dalla mera tecnica. Questa misura, cosiddetta mille proroghe, va contro le indicazioni espresse in finanziaria relative allo spoil system. In questo caso, andiamo a prorogare i termini e, quindi, a consentire il mantenimento di personale, tra l'altro, senza questo emendamento, in maniera anche abbastanza vaga; in altri casi, invece, abbiamo visto che, laddove c'è personale che non rientra nelle grazie dell'attuale Governo, si attua uno spoil system, che, più volte, si è estrinsecato, di fatto, in un licenziamento per legge e, quindi, d'ufficio, senza possibilità nemmeno di ricorso al TAR.
Nel condividere questo emendamento, sul quale esprimeremo quindi un voto favorevole, rileviamo una sorta di schizofrenia, alla quale dobbiamo abituarci e metterci con il cuore in pace, che vede, da una parte, iniziative di carattere generalista a favore di amici e, dall'altra, iniziative più che restrittive e che vanno oltre il buon senso, come abbiamo visto, spesso, in finanziaria, in caso di spoil system.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 1.308, accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 421
Hanno votato no 2).
Prendo atto che i deputati Affronti, Oppi e D'Agrò non sono riusciti ad esprimere il proprio voto e che quest'ultimo avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Giovanardi 1.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, voglio anzitutto aggiungere la mia firma a questo emendamento. In realtà, non si comprende quale sia la logica di attesa del riordino del Consiglio nazionale delle ricerche e si parli di una durata in carica dei direttori degli istituti del predetto ente fino al 30 giugno - data, quindi, piuttosto prossima - e, poi, si sospendano le procedure concorsuali destinate al rinnovo dei predetti incarichi.Pag. 5
Ci sembra che la sistemazione del CNR debba essere oggetto di un provvedimento a parte, che tenga conto delle corrette scansioni temporali, e non di un provvedimento tampone, come questo; tra l'altro, in tal caso, non si tratta neanche di una proroga dei termini, in quanto non si va a prorogare alcun termine, ma si indica che i direttori degli istituti restano in carica fino al 30 giugno 2007, creando, così, un contesto di difficile comprensione, sia sul piano della semplice lettura, sia su quello della sostanza. Cosa si vuole fare del CNR, attraverso questa semplice proroga al 30 giugno, riguardante la permanenza in carica dei direttori degli istituti e per quale ragione si debbano bloccare i concorsi, quando c'è bisogno di forze nuove e giovani, che entrino in questo organismo, che è uno dei principali organismi relativi alla cultura del nostro paese? Mi sembra, quindi, che questa norma possa trovare migliore collocazione in un provvedimento più ampio e debba essere espunta con l'accoglimento dell'emendamento Giovanardi, al quale, ripeto, intendo aggiungere la mia firma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, vorrei segnalare, ancora una volta, il distacco che esiste tra le parole, gli impegni e la propaganda di questo Governo e di questa maggioranza (che, giustamente, hanno sottolineato come la ricerca in Italia vada rilanciata, come il nostro sia un paese nel quale le forze giovani, i ricercatori e gli ingegneri più brillanti facciano fatica ad entrare nel sistema della ricerca, per cui sono costretti ad emigrare all'estero, e come tutto questo sia uno scandalo) e la realtà. Infatti, quando ci sono procedure concorsuali in atto, mirate proprio ad inserire, nell'ambito della ricerca, energie di persone capaci e preparate, che, per merito, dovrebbero alimentare la ricerca italiana, il Governo cosa fa? Il Governo blocca, in maniera traumatica e al limite della legittimità, queste procedure concorsuali, intervenendo sul CNR, conferma lo status quo - «todos caballeros», che siano bravi o non lo siano, che siano capaci o incapaci, che siano preparati oppure no -, con il solito favore rispetto alla situazione di fatto, e rimanda la realizzazione di tutto quello che ha affermato in questi mesi, dando un colpo, spero non mortale, alla ricerca italiana.
Non si capisce perché queste procedure concorsuali non debbano proseguire, non si capisce perché chi ha capacità e merito non debba ricoprire incarichi di responsabilità.
Chi boccia questo emendamento dimostra, ancora una volta, che, al di là della propaganda, la vostra intenzione è quella conservatrice di confermare le cose così come stanno e di non portare nessun elemento di novità nella ricerca, che non è burocrazia e non è impiego statale. Non si vince un posto a trent'anni e si resta lì fino a settanta se non si produce niente, se non si innova niente e se non si dimostra, come in tutti i paesi del mondo, che la qualifica di ricercatore non è un timbro su un pezzo di carta, ma è la realtà per cui qualcosa di utile viene compiuto per la società e per la ricerca pura e applicata.
Il precedente Governo si era mosso in questa direzione e voi, anche in questo campo, siete tornati ad una restaurazione che rischia di colpire al cuore la ricerca italiana.
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, poiché lei aveva già preso la parola, non l'ho interrotta, ma ho il dovere di farle presente che lei era già intervenuto sul complesso degli emendamenti. Quindi, in teoria, non avrebbe potuto prendere la parola su questo emendamento, ma vi è stato un errore della Presidenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, vorrei fare presenti due questioni, una di forma e l'altra di sostanza.
Per quanto riguarda la questione di forma, senza questo emendamento si demanda Pag. 6al Governo la facoltà di intervenire in questa materia in maniera disorganica, con semplici regolamenti. Spesso e volentieri, abbiamo sentito dai banchi della maggioranza grandi dichiarazioni di intenti in materia di ricerca, ossia in una materia importante per il nostro paese. Su questo aspetto siamo d'accordo tutti. Però, quando si passa dalle parole ai fatti, questi sono i risultati.
È stato giustamente evidenziato poc'anzi come, nei fatti, anziché procedere in maniera organica, con una legge - se vogliamo -, al riordino della materia, si preferisca soprassedere e lasciare le cose come stanno, da un lato, e, dall'altro lato, non si interviene nella maniera corretta, ossia con un disegno di legge. Questo è ciò che avviene dal punto di vista della forma.
Non riteniamo opportuno, pertanto, che, su una materia così importante, sia sufficiente intervenire tramite regolamento, ma riteniamo che lo si debba fare, in maniera chiara e corretta, una volta per tutte, con un disegno di legge organico.
Ciò detto, veniamo alla sostanza. A fronte delle chiacchiere e delle dichiarazioni roboanti di intenti, per cui si continua a ripetere che la ricerca è il futuro di questo paese - siamo d'accordo tutti -, non si arriva a concretizzare tali dichiarazioni.
I concorsi vengono bloccati e vengono mantenute le situazioni così come sono, prorogandole. Mi devo ripetere, quindi, rispetto a quanto ho detto rispetto all'emendamento precedente. Probabilmente, si preferisce tenere qualche amico al suo posto, laddove, invece, in altri casi, si è proceduto, con assoluta rapidità, ad eliminare chi non è amico degli amici.
Siamo contrari a questo modo di procedere e al principio base di questo decreto-legge «mille proroghe», nel quale, al di là del fatto che, spesso e volentieri, i termini vengono prorogati solo per necessità e per incapacità di intervenire, sono state inserite disposizioni che «c'entrano come i cavoli a merenda».
Dunque, nel dichiarare il nostro voto favorevole su questo emendamento, continuiamo ad evidenziare questa schizofrenia della maggioranza, che procede in maniera assolutamente confusa semplicemente per perseguire i propri interessi di bottega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere quest'emendamento e rivolgere un appello agli onorevoli colleghi.
Stiamo parlando del Consiglio nazionale delle ricerche. Stiamo parlando di un argomento di grandissima attualità. Stiamo parlando della fuga dei nostri cervelli, dei nostri luminari, dei nostri uomini di scienza dall'Italia.
Quindi, prorogare i direttori fino al 30 giugno 2007 e sostenere che sono sospese le procedure concorsuali destinate al rinnovo dei predetti incarichi è un controsenso! Bisognava scrivere (chi ha scritto quest'emendamento, forse, era in preda ai fumi dell'alcol) che, in attesa che le procedure concorsuali vengano effettuate, si concede la proroga fino al 30 giugno e non viceversa.
Vi invito a riflettere. Poi non andiamo fuori dell'aula e sui mass media a batterci il petto e a dire che i nostri ricercatori vanno via, se non votiamo questo emendamento! Ci assumiamo la responsabilità politica di far fuggire i nostri luminari ed i nostri scienziati, e creiamo un caos nel Consiglio nazionale di ricerca.
Ecco perché vi invito a riflettere sulla possibilità di votare su questo emendamento, che è serio ed importante.
GREGORIO FONTANA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GREGORIO FONTANA. Signor Presidente, poco fa, il segretario incaricato del controllo delle tessere di votazione, ha ritirato la mia tessera di Forza Italia; non penso che debba essere presa dagli uffici della Camera...Pag. 7
Vorrei che, gentilmente, mi fosse restituita.
PRESIDENTE. Non ho capito, onorevole Fontana, le chiedo scusa...
ANTONIO LEONE. La tessera del partito!
PRESIDENTE. Le è stata ritirata la tessera del partito?
GREGORIO FONTANA. Sì, Presidente; peraltro, sono responsabile del tesseramento del partito. Mi hanno portato via la tessera di Forza Italia. Ripeto: vorrei che mi fosse restituita.
PRESIDENTE. Ma lei è solito votare con la tessera di Forza Italia...?
GREGORIO FONTANA. No, Presidente, ma era qui ed è stata presa.
PRESIDENTE. Onorevole, Fontana, le verrà restituita quanto prima.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Lei mi ha anticipato, Presidente, ma volevo sapere, per la certezza delle nostre votazioni, se sia cambiata la norma, perché anche noi abbiamo qualche tessera con la quale possiamo votare...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti. Adesso, però, proseguiamo nei nostri lavori.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanardi 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 458
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 245).
Passiamo agli identici emendamenti Giovanardi 1.7 e Boscetto 1.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro rivolto dal relatore.
GABRIELE BOSCETTO. No, signor Presidente, insisto per la votazione del mio emendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, abbiamo già spiegato le ragioni per le quali questo emendamento, anche di fronte alla reiezione di quello soppressivo, giustifica una soppressione parziale. Se è vero, infatti, che si vuole risolvere la problematica entro il 30 giugno 2007, allora si possono portare avanti parallelamente le procedure concorsuali destinate al rinnovo dei predetti incarichi.
Se, invece, la data del 30 giugno 2007 è stata fissata sapendo che i tempi saranno molto più lunghi e, conseguentemente, la conferma dei direttori degli istituti sarà a tempo indeterminato, allora si giustificherà anche la sospensione delle procedure concorsuali.
Se la norma è « leale » e si sa che entro il 30 giugno 2007 si esaurirà quella fase che riguarda la situazione di quel personale di altissimo livello, allora bisognerà lasciare che i concorsi vadano avanti perché sarà già di per sé difficile portare a termine quei concorsi entro il 30 giugno 20007. Se, invece, tali concorsi fossero sospesi, i giovani e bravi ricercatori, i bravi scienziati che potrebbero portare linfa vitale al CNR, dovrebbero rimanere a casa oppure andare all'estero.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giovanardi 1.7 e Boscetto 1.8, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 249).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 1.320, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 438
Astenuti 37
Maggioranza 220
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Paolo Russo 1.310 e D'Agrò 1.315.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, gli identici emendamenti in esame fanno riferimento ad una situazione discriminante, che riguarderebbe sia gli studenti della facoltà d'ingegneria che conseguiranno la laurea secondo l'ordinamento vigente prima della riforma universitaria, sia tutti quei laureati che non sosterranno l'esame di Stato prima della scadenza del periodo transitorio dettato dalla legge n. 170 del 2003. È evidente che vi è una condizione di lampante disparità di trattamento tra chi conseguirà l'abitazione professionale prima della scadenza di detto periodo transitorio e chi, pur appartenendo allo stesso ordinamento ed avendo seguito un identico percorso formativo, sarà equiparato ai futuri laureati del nuovo ordinamento che, come si sa, seguono un percorso didattico completamente diverso.
Le ragioni addotte dagli studenti e dai laureati del vecchio ordinamento sono state più volte evidenziate sia con civili proteste di piazza sia con numerose petizioni - portate a conoscenza del Ministero dell'università e della ricerca, che è stato così reso partecipe di quelle iniziative - con le quali sono state raccolte circa sessantamila firme di appoggio a quella legittima istanza.
Gli stessi ordini degli ingegneri di Firenze, Pisa, Vicenza, Napoli, Bologna e Teramo si sono espressi in linea con quest'orientamento. Si tratta, quindi, di salvaguardare migliaia di studenti che in questa fase transitoria vedrebbero non solo vanificati i loro studi, ma addirittura deprezzati anche i loro sacrifici qualora non fosse prevista un'adeguata misura che li tuteli in ottemperanza alla scelta iniziale operata in merito alla propria carriera universitaria.
Questa situazione rappresenta un'evidente violazione del diritto all'equità di trattamento, richiamato più volte come fondamento dell'azione legislativa ed amministrativa italiana. Credo sia giusto, quindi, estendere a tutti i laureati la possibilità di sostenere l'esame di abilitazione secondo le vecchie modalità, a prescindere dal momento in cui essi si laureeranno.
In questo senso, l'emendamento proposto consente una più ampia comprensione Pag. 9di questo percorso. Anche se esso, evidentemente, non risolve del tutto il problema, offre comunque un'opportunità abbastanza esaustiva, consentendo a tutti gli studenti di continuare il loro ultimo e breve percorso in una condizione di serenità e senza ulteriori disparità di trattamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole D'Agrò, lei ha chiesto di intervenire. Tuttavia, come già facevo notare all'onorevole Giovanardi, lei sa che l'articolo 85 comma 7 del nostro regolamento stabilisce che non possono effettuare interventi per dichiarazione di voto i presentatori dell'emendamento, subemendamento o articolo aggiuntivo che siano già intervenuti nella discussione sull'articolo. Quindi, purtroppo, non posso darle la parola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento e rivolgere un ulteriore appello ai colleghi laureati o che hanno figli laureati o laureandi.
Come è possibile pensare che chi abbia seguito i suoi corsi di studi con un vecchio piano di studi debba sostenere l'abilitazione in maniera completamente diversa, con un nuovo ordinamento? È questo il problema. Noi sosteniamo che, a prescindere dal 2010, 2008 o 2011, chi abbia seguito i corsi di studi con il vecchio ordinamento, con vecchi programmi, deve sostenere l'abilitazione sulla base di quei programmi, non con nuovi programmi che non sono consoni alla sua preparazione. È questo il problema. Ragionate un momento. In questo caso noi non incidiamo in alcun modo sul bilancio. Diciamo che chi ha seguito un corso di studi ben preciso deve sostenere l'abilitazione per quel corso di studi. Questo è l'appello che vi rivolgo. Pensateci prima di esprimere un voto contrario a questo emendamento. Fate una riflessione. Se avete dei figli che hanno studiato con il vecchio ordinamento, riflettete sul fatto che si troveranno in difficoltà a sostenere un'abilitazione con corsi completamente diversi, che non hanno avuto la possibilità di frequentare durante i loro lavori universitari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento ed anche per motivare la mia decisione. Se esistono oggi due laureati in ingegneria - vecchio ordinamento e nuovo ordinamento - non si capisce perché l'esame di abilitazione debba essere equiparato. Credo si tratti di una disparità di trattamento palese nei confronti di studenti, che hanno iniziato un percorso con il vecchio ordinamento e che giustamente devono arrivare all'esame di abilitazione così come sapevano all'inizio del corso di studi. Questo significherebbe cambiare le regole del gioco durante la partita.
Noi non accettiamo questo tipo d'impostazione e riteniamo giusto, invece, che ci siano due diversi tipi di esame, conseguenti a due moduli di studio diversi. L'ingegnere del vecchio ordinamento ha seguito studi di un certo tipo, l'ingegnere del nuovo ordinamento ha seguito un corso di studi diverso, tanto più che gli ingegneri del nuovo ordinamento possono anche fermarsi al triennio e non proseguire nel biennio successivo. Quindi, sono intervenuta per sostenere con forza questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Folena. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA. Signor Presidente, la questione posta dai colleghi e dalle colleghe con questo emendamento è reale, tanto è vero che, rispetto al testo originario, la Commissione affari costituzionali ha già operato un primo passo con una proroga per l'anno successivo, per il 2008. Sarei però dell'opinione che sarebbe molto utile se arrivassimo almeno ad un compromesso, Pag. 10che avrebbe il significato di arrivare ad un triennio, fino al 2009, come suggerisce l'emendamento successivo, presentato anche da me e dalla collega De Simone.
Bisogna infatti obiettivamente prevedere, considerando anche l'iter possibile della legge che riforma gli ordini professionali, un tempo congruo che non si presti ad una possibile nuova proroga. Già negli anni passati sono intervenute diverse proroghe, che hanno reso molto instabile la condizione di questi studenti iscritti secondo il vecchio ordinamento. Pertanto, tre anni sono un tempo che permette, credo ragionevolmente, di terminare gli studi secondo il vecchio ordinamento e di sostenere gli esami per l'ingresso negli ordini professionali, anche secondo il corso degli studi precedente alla riforma universitaria intervenuta qualche anno fa.
Il mio invito, quindi, è quello di considerare positivamente gli emendamenti successivi, che potrebbero rappresentare un buon punto di incontro tra maggioranza e opposizione in ordine ad una problema reale che esiste nell'università italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere con forza gli emendamenti in discussione, di cui l'intervento dell'onorevole Folena conferma la bontà. Collega Folena, dobbiamo esprimere voto favorevole su tali emendamenti, perché non si crei disparità di trattamento e per compiere un atto di giustizia nei confronti di questi cittadini.
Certo, potremo anche ragionare in merito a quanto lei dice, se il Parlamento sarà sordo rispetto alla suddetta tematica che, secondo me, deve trovare accoglimento nella votazione di questi emendamenti.
Condividendo quanto lei afferma, potremmo convenire in seconda battuta, ma, se risolviamo il problema prima, tanto meglio! Quindi, onorevole Folena, la invito ad esprimere voto favorevole sugli emendamenti in discussione, come farò io.
SESA AMICI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SESA AMICI, Relatore. Signor Presidente, come ricordato dal collega Folena, in Commissione su tale tema si è manifestata una certa sensibilità; si è voluto dare conto di un corso di laurea contraddistinto da regole diverse da quelle previste dalla legge Moratti al punto che il termine del 2008 era stato prorogato di un anno, modificando il testo del Governo.
A nome dell'intera Commissione, invito a ritirare gli emendamenti in esame, mentre, nell'ipotesi di prevedere almeno una fase triennale, che rappresenterebbe un elemento di concretezza, la Commissione, modificando il parere precedentemente espresso, ne esprime uno favorevole sugli identici emendamenti Folena 1.301, Paolo Russo 1.311 e Meloni 1.316, nei quali la data del 2009 si colloca nel contesto di una fase triennale. Pertanto, invito i colleghi a ritirare gli emendamenti Paolo Russo 1.310 e D'Agrò 1.315, altrimenti il parere su di essi sarebbe contrario, mentre, ripeto, la Commissione si esprime favorevolmente nei confronti degli identici emendamenti Folena 1.301, Paolo Russo 1.311 e Meloni 1.316.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, ringrazio il collega Folena e la relatrice. Certamente, converremo sull'approvazione dell'emendamento successivo che individua nel 2009 la soluzione di questa problematica, ma sappiamo anche che la fase dell'esame di Stato è talvolta estremamente complessa: spesso tale esame deve essere ripetuto più di una volta. Pertanto, ci pare più congruo l'emendamento in discussione. Inoltre, forse sarebbe stato preferibile individuare Pag. 11una formula - certamente abbiamo sbagliato anche noi a non proporre un emendamento in tal senso - che non fissasse un limite temporale, ma che consentisse a tutti i laureati, legittimamente laureati o ancora iscritti in un corso di studi secondo il vecchio sistema, di dare l'esame di Stato una, due, tre, quattro volte, quanto la loro abilità o la fortuna consente loro di fare, fino a quando non riescano a superarlo ed a cambiare la propria posizione nella vita.
Insisto quindi perché il termine di cui oggi discutiamo sia il più ampio possibile e venga pertanto approvato l'emendamento Paolo Russo e altri 1.310, che prevede il 2010.
In caso contrario, sono sicuramente d'accordo con l'emendamento successivo Folena 1.301, identico a quello Paolo Russo, Boscetto e Santelli 1.311.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Boscetto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, innanzi tutto vorrei fare una considerazione procedurale. Quando l'opposizione argomenta in maniera corretta una propria posizione e la maggioranza ne presenta una simile, è prassi che quest'ultima inviti l'opposizione a non proseguire, incaricandosi di portare avanti la proposta emendativa. Tuttavia, non è proprio così che si dovrebbe fare. Infatti, se una posizione è corretta, allora si dovrebbe chiudere la questione e votare comunque a favore. Forse noi siamo all'antica, ma ragioniamo di sicuro in maniera più semplice.
Venendo poi al merito, vi sono due considerazioni distinte da fare su questi emendamenti identici in esame: una relativa agli studenti tuttora in corso e che stanno completando il ciclo di studi con il vecchio ordinamento e l'altra per quelli che lo hanno già completato.
Infine, vorrei fare una considerazione di carattere generale sugli effetti della riforma dal punto di vista della qualità dei nuovi laureati con il nuovo ordinamento. Innanzitutto, bisogna tener conto che chi ha iniziato con il vecchio ordinamento, oggi ha difficoltà oggettive a completare il ciclo di studi. Infatti, mancano talvolta i corsi in quanto i professori non li preparano nuovamente per gli esami che sono stati eliminati. Dunque, gli studenti di cui stiamo parlando devono fare un esame senza avere la possibilità di ripetere il ciclo di lezioni. Il numero di esami è inoltre limitato e, quindi, trovano difficoltà nella ripeterli durante l'anno. Capita spesso che, se se ne «buca» uno, occorre aspettare l'anno dopo. Dunque, inevitabilmente si allungano i tempi per completare il ciclo di studi con il vecchio ordinamento.
Bisogna pertanto tener conto anche di queste difficoltà oggettive e fare delle considerazioni specifiche riguardo il differente tipo di università: un conto è il Politecnico di Milano, altro conto è un politecnico da un'altra parte. Chiudere un ciclo di studi svolto con il vecchio ordinamento al Politecnico di Milano - ve lo assicuro - è difficile: lo sappiamo per conoscenza diretta.
Un ulteriore discorso da fare è quello relativo all'esame di Stato vero e proprio. Anche in questo caso, se si è completato il ciclo di studi con il vecchio ordinamento, perché non si deve avere la possibilità di sostenere degli esami consoni alla propria preparazione? Perché non si deve tener conto di una preparazione oggettivamente superiore?
Vengo all'ultima considerazione di carattere generale sugli effetti della riforma universitaria e sull'inserimento dei cosiddetti CFU, i crediti formativi. Ora, chi ha scelto di completare l'università con il vecchio sistema, sa bene che prima era molto più difficile rispetto ad oggi. Infatti, adesso l'università è diventata una sorta di liceo. Chi non si laurea oggi con i crediti formativi? Basta infatti avere la pazienza di ripetere qualche volta gli esami, guardarsi su Internet le prove, provare e riprovare e alla fine si passa l'esame. Il risultato è una classe dirigente del paese oggettivamente meno preparata di prima.
Spesso, inoltre, si fa una grossa confusione tra istruzione e cultura. Se da un Pag. 12lato siamo tutti d'accordo che nel nostro paese si ha un numero di laureati inferiore a quello che dovrebbe essere lo standard di un paese civile vero e proprio, dall'altro lato non siamo invece d'accordo che la soluzione sia quella di abbassare il livello di qualità. Purtroppo, questo è ciò che è successo: abbiamo drasticamente abbassato il livello di preparazione.
Il collega Folena sosteneva che dobbiamo mettere mano alla riforma universitaria. Per noi sta bene, ma dobbiamo preparare un percorso veramente selettivo per premiare chi merita. Ciò non vuol dire non premiare anche chi ha buona volontà. Tuttavia, oggi abbiamo troppa gente laureata che viene messa tutta allo stesso livello, non esistendo un sistema di meritocrazia vera e propria.
Purtroppo ciò determina conseguenze negative sull'occupazione, in quanto è un dato di fatto che il titolo crea aspettative: un laureato non assume un lavoro da operaio perché ritiene di possedere un titolo di studio importante. Non vogliamo negare tale importanza, ma se, per così dire, non rimetteremo in sesto il sistema scolastico, conferendo davvero ad esso un minimo di selettività, avremo un sempre maggiore numero di persone insoddisfatte nell'ambito lavorativo. Infatti, se non si è acquisita una forte preparazione, è poi difficile trovare un posto di lavoro: anche sostenendo cento colloqui ed esibendo il titolo di studio, se non si è preparati non si è assunti in quanto, in genere, l'imprenditore assume i giovani preparati, senza considerare il titolo posseduto.
Quindi, interveniamo pure con delle modifiche legislative ma nella direzione giusta, introducendo elementi minimi di selettività (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paolo Russo 1.310 e D'Agrò 1.315, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 474
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Laratta non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario; prendo, altresì, atto che i deputati Ceccacci e Paniz non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Folena 1.301, Paolo Russo 1.311 e Meloni 1.316.
Ricordo al riguardo che il relatore ha modificato, da contrario in favorevole, il parere precedentemente espresso; chiedo, dunque, al rappresentante del Governo di precisare se intenda a sua volta modificare il parere già formulato.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, esprimo anzitutto un apprezzamento per il dibattito testè svoltosi in Assemblea che ha indotto la relatrice a formulare un nuovo parere, favorevole, sugli emendamenti in esame. La data del 2009 ci sembra congrua, anche se dovrebbe inserirsi in un dibattito più ampio sulla meritocrazia, atteso che bisognerebbe riflettere sulla circostanza in base alla quale gli studenti dei corsi universitari di ingegneria affrontano l'esame di Stato con diversi tipi di preparazione. Ma la questione riguarda anche, oltre agli ingegneri, i geologi, i dottori agronomi, gli architetti; quindi, veramente un'entità numerica di Pag. 13studenti rilevante. È per tale motivo che noi riteniamo che la scadenza del 2007 inizialmente prevista, poi prorogata al 2008 dal testo approvato in Commissione, non avrebbe permesso agli ultimi studenti immatricolati con il vecchio ordinamento universitario di sostenere l'esame di abilitazione secondo la precedente normativa e ciò - ed è il punto importante - neppure se avessero concluso gli studi nel termine della durata legale dei corsi.
Quindi, con l'approvazione di questa proposta si eviterebbe una lampante disparità di trattamento tra chi conseguirà l'abilitazione professionale prima della scadenza del periodo transitorio e chi invece - precedentemente sono state fatte anche delle considerazioni al riguardo -, pur appartenendo allo stesso ordinamento (e in ciò risiede il cuore della disparità) ed avendo seguito un identico percorso formativo, sarà equiparato ai laureati del nuovo ordinamento che seguono un percorso didattico decisamente differente.
È importante rilevare la differenza di tale percorso didattico; consideriamo che la durata media degli studi di ingegneria, nel vecchio ordinamento, si aggira a seconda dell'ateneo, tra gli otto ed i dieci anni: quindi, si tratta di studi sicuramente impegnativi che riguardano migliaia di studenti che si trovano in questa fase transitoria della riforma. Se questa proposta non venisse accolta essi vedrebbero sacrificati e anche deprezzati anni di studio e di sacrifici. Quindi ritengo che questa misura tuteli, in ottemperanza alla scelta iniziale fatta in merito alla propria carriera universitaria, anche proprio una metodologia di studio che poi conduce alla giusta preparazione. Si parla anche di difetto della ricerca e di fuga dei ricercatori; è questo un campo, quello dell'ingegneria, il campo scientifico, che va tutelato e guardato con un occhio di riguardo relativamente alle questioni della preparazione e della meritocrazia. Ma quello che potrebbe sembrare apparentemente un aspetto procedurale tecnico attiene invece al merito perché va proprio ad incidere sulla vita di migliaia di studenti che hanno scelto di impegnarsi in questa disciplina. Quindi penso e spero che questo emendamento venga approvato per eliminare un grave stato di disparità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, registro una condizione schizofrenica della maggioranza. Essa porta argomenti utili alla tesi rappresentata, secondo cui occorre evitare una condizione di discriminazione nei confronti di migliaia di studenti presso le facoltà di ingegneria. Tale considerazione porta di conseguenza la disponibilità a votare gli identici emendamenti in esame, che prorogano al 2009 l'opportunità di riequilibrare le condizioni di partenza degli studenti.
La questione che pongo, sommessamente ma con fermezza, è la seguente: non si tratta più di migliaia di studenti, perché quelli residuali saranno poche centinaia. Voteremo questi emendamenti che permetteranno di sanare la situazione di migliaia di studenti e lasceremo fuori una «sacca» piccola di qualche centinaio di studenti, più sfortunati degli altri, in condizione di maggiore debolezza, maggiore difficoltà e maggiore incapacità di sostenere le proprie ragioni attraverso un'utile sollecitazione al Parlamento.
Quindi, mentre colgo con piacere e favore la disponibilità della Commissione e del relatore ad esprimere il parere favorevole agli identici emendamenti in esame, mi chiedo per quale ragione discriminante si è voluto, cocciutamente, «bocciare» gli emendamenti precedentemente votati che, viceversa, avrebbero veramente consentito di mettere la parola «fine» a questa vicenda che comporta un elemento di forte discriminazione. Le parole del collega Boscetto mi parevano di buonsenso, prevedendo un percorso senza data che consentisse, senza alcuna discriminazione, agli studenti iscritti con il vecchio ordinamento, di continuare a procedere nel proprio corso di studi e professionale secondo il vecchio ordinamento. Talvolta, però, il Pag. 14buonsenso non prevale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la firma mia e del collega D'Agrò all'emendamento Paolo Russo 1.311, ma anche per evidenziare qualcosa di non chiaro. Non capisco per quale motivo approvare come termine l'anno 2009 e non il 2010. Avere oggi la certezza che, nel 2009, tutti gli ingegneri iscritti al vecchio ordinamento si saranno laureati e potranno svolgere gli esami con il vecchio sistema, significherebbe avere la «palla di vetro», che nessuno in Parlamento può ritenere di avere. Signor Presidente, accettando amaramente la «bocciatura» degli identici emendamenti precedentemente respinti e sottoscrivendo quello in esame scegliamo il «meno peggio».
Chiedo, allora, formalmente un impegno al Governo, affinché nel 2009 vi sia una verifica in modo che tutti gli iscritti alla facoltà di ingegneria del vecchio ordinamento possano sostenere l'esame di iscrizione all'albo con il nuovo metodo. Mi sembra una proposta di buonsenso per andare incontro a quegli studenti che, loro malgrado, si troverebbero a sostenere un esame completamente diverso dal corso di studi sostenuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intendo ringraziare i colleghi, soprattutto i colleghi Paolo Russo ed il collega Boscetto che hanno sostenuto, con l'emendamento presentato, ragioni di buonsenso.
Colgo l'occasione anche per ribadire l'atteggiamento, che già il collega Russo ha definito tale, «schizofrenico» da parte del Governo e della maggioranza nel farsi carico dei problemi dell'università e di coloro che la frequentano, soprattutto gli studenti, in una sorta di vacatio per cui mancano direttive precise. La logica vorrebbe che coloro che si sono iscritti secondo modalità previste dal vecchio ordinamento procedessero e definissero il proprio iter universitario secondo le medesime regole.
C'è stata la necessità di alcuni orientamenti ben precisi e di alcune prese di posizione, per definire una situazione regolare in base alla quale fino al 2009 questi studenti possono iscriversi all'albo secondo quanto previsto. Colgo questa occasione per dire che, al di là delle parole, noi siamo ormai abituati in Commissione cultura ad ascoltare una serie di valutazioni di ogni tipo da parte del Governo sulla riforma dell'università.
Occorre procedere sollecitamente a questa riforma, diversificando anche l'approccio alle facoltà scientifiche rispetto a quelle letterarie e ponendosi il problema del titolo di studio e dell'abilitazione alla professione, con metodologie diverse da quelle sostenute finora. Pertanto il mio intervento...
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, dovrebbe concludere.
FABIO GARAGNANI. ... è ovviamente a favore, ma con la consapevolezza che i problemi urgono e non possono essere ulteriormente dilazionati (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raiti. Ne ha facoltà.
SALVATORE RAITI. Molto brevemente, dato che gli emendamenti in esame mi paiono assolutamente condivisibili, desidero sottoscrivere l'emendamento Folena 1.301.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tessitore. Ne ha facoltà.
Pag. 15
FULVIO TESSITORE. Parto da una brevissima considerazione. A me sembra veramente curioso incolpare questa maggioranza e questo Governo di schizofrenia in materia universitaria, quando nella precedente legislatura abbiamo assistito ad una serie di interventi di modifica, che non hanno assolutamente preso in considerazione la possibilità di una verifica di una riforma che era da poco stata messa in cantiere. Nell'interesse stesso di chi voleva cambiarla, sarebbe stato opportuno attendere dei risultati e poterli verificare in modo criticamente consapevole. Da un altro punto di vista, non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscere la necessità di interventi di carattere organico e sistematico in materia universitaria, tanto che anche su questo provvedimento la VII Commissione ha ribadito il punto, sulla base di una proposta che è venuta dalla maggioranza.
Nel punto specifico, vorrei ricordare che il vecchio ordinamento è ormai «disattivato», salvo per quelli che erano in corso da nove anni con la scadenza del 2009. Se ci saranno persone che non riusciranno a laurearsi entro il 2009, qualche problema ci sarà. Credo che ogni intervento di carattere legislativo deve porre un confine, per non determinare una situazione di incertezza e di precarietà e, questa volta veramente, di schizofrenia. Ecco perché si appoggia questo intervento, che ha esteso il termine del 2007 al 2009.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Folena. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA. Colleghi, la questione non è fare una specie di mercato sullo spostamento del termine di scadenza di un anno. Un conto sarebbe stato, come ha detto il collega Boscetto, una norma che non prevedeva limiti temporali. Già nella scorsa legislatura - il collega Tessitore elegantemente lo ha ricordato un attimo fa - si era proceduto con la medesima logica di una proroga indicando degli anni. Non si è seguita quella filosofia neanche in queste ore: nessun collega - è stato riconosciuto schiettamente dal collega Boschetto - ha proposto un'altra soluzione, che forse insieme avremmo dovuto prendere in considerazione.
Credo però che la collega Formisano abbia suggerito una via, che ci permette di non considerare questo come una specie di voto punitivo. Noi inseriamo una norma che per il 2009 dovrebbe dare, a mio modo di vedere, dai dati che ho, dalle considerazioni che si possono fare, una certezza sul fatto che il problema si risolve. Contestualmente possiamo preparare un ordine del giorno da votare prima del voto finale, che impegni il Governo, nell'eventualità che nel 2009 rimangano dei significativi problemi, a studiare le soluzioni per risolvere quei problemi.
Credo che la votazione di questo emendamento, per le ragioni dette da tanti colleghi della maggioranza e dell'opposizione, permetta sostanzialmente di chiudere questa vicenda.
AMERICO PORFIDIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, dichiaro di voler sottoscrivere anch'io questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Folena 1.301, Paolo Russo 1.311 e Meloni 1.316, accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si rimette all'aula.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 458
Astenuti 16
Maggioranza 230
Hanno votato sì 456
Hanno votato no 2).Pag. 16
Prendo atto che il deputato Poretti ha erroneamente espresso un voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 1.304 e 1.600 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, secondo noi questo è un emendamento importante e, quindi, leggo velocemente di cosa si tratta e, poi, lo spiegherò meglio. Con questo emendamento intendiamo sopprimere una norma, introdotta in Commissione in seguito alla presentazione di un emendamento da parte dell'onorevole Adenti, con cui si riapre al 31 marzo il termine entro cui i lavoratori chiamati a ricoprire funzioni pubbliche elettive ed anche cariche sindacali possono presentare la domanda di accredito della contribuzione figurativa per i periodi anteriori al gennaio 2005. È evidente che la relativa previsione può apparire, come di fatto è, come una norma di favore per il ceto politico e sindacale; pertanto con l'emendamento 1.304 eliminiamo questa possibilità. A nostro avviso, questo è molto importante anche per dare un segnale chiaro.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 12,05)
MASSIMO GARAVAGLIA. Spesso la maggioranza ha demagogicamente inserito alcune norme per ridurre i costi della politica. Tutto ciò ci può anche trovare d'accordo - il problema dei costi della politica è sentito soprattutto dalla popolazione in maniera molto forte e, quindi, a tale riguardo possiamo trovare diversi punti di intesa -, ma nel caso di specie si andava, paradossalmente, a riaprire la possibilità di contribuzione figurativa per gli anni antecedenti. Evidentemente, era una stortura del concetto di proroga, era un favore ad una casta, che è giusto eliminare, anche per dare un segnale chiaro non solo al Paese ma anche - è questa un'ulteriore riflessione che mi sentivo di fare ai colleghi - alla classe politica e sindacale, soprattutto ai giovani.
Infatti, se dessimo l'idea, soprattutto ai giovani che fanno politica, che potranno continuare a vivere solo con tale attività, non faremmo un bene a questi ragazzi. Quando la carica elettiva finisce - perché, se così è, deve finire, dato che la politica è normalmente transitoria, tranne in casi eccezionali -, se questi ragazzi si trovano i contributi pagati e, poi, non hanno un mestiere, saranno obbligati a rimanere in politica; tale fatto, poi, li metterà nelle condizioni di dover accettare qualsiasi compromesso pur di rimanerci. Quindi, la nostra non è solo una riflessione nei confronti dei costi della politica; si vuole dare un segnale per far comprendere che la politica è un servizio. Fino a prova contraria, ministro vuol dire servitore: spesso in questa sede lo dimentichiamo pensando che la politica sia un mestiere. Di conseguenza, consideriamo questo un segnale molto importante per sottolineare che la politica non è un mestiere ma un servizio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Adenti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, anche il gruppo dei Popolari-Udeur aderisce alla proposta emendativa soppressiva - ci eravamo attivati in tale senso già in Commissione -, relativamente al comma 6-bis, che riapre i termini per il versamento dei contributi figurativi per i politici che hanno ricoperto cariche elettive e per i sindacalisti.
Ci rendiamo conto che si tratta sicuramente di un provvedimento ai limiti dell'ammissibilità - come sottolineato anche dal Presidente - e, forse, dell'opportunità. In ogni caso, occorre fare alcune precisazioni nel merito, anche per superare qualche pregiudizio che emerge nel momento in cui vengono coinvolti dei politici.Pag. 17
Innanzitutto, in materia, non è la prima volta che si prorogano dei termini, ma soprattutto non mi risultano dei costi a carico della collettività; infatti, è a carico del soggetto interessato il pagamento dei contributi figurativi. Essi, in particolare, ammontano - per chi non lo sapesse - all'8,89 per cento su un imponibile fino a 36.200 euro e al 9,89 per cento oltre i 36.200 euro. Quindi, per queste motivazioni, sono veramente inaccettabili ed anche ingiustificate nel merito le posizioni aderenti alla linea sostenuta dalla Lega Nord, secondo cui si tratterebbe di un presunto aumento dei costi della politica. Rendiamoci conto che non si tratta di un regalo economico fatto ai politici o, comunque, ai sindacalisti, ma di una nuova opportunità per coloro che, soprattutto a causa di dimenticanze, non hanno provveduto ad effettuare i versamenti dovuti nei tempi previsti.
Ci rendiamo conto che forse, in questo momento, il clima non è adatto per portare avanti un provvedimento di tal genere e quindi, con il buon senso che ci contraddistingue, aderiamo alle sollecitazioni provenienti dall'intera Commissione I votando a favore della proposta emendativa soppressiva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, sono piuttosto stupito dal fatto che il collega Adenti, dopo aver presentato un emendamento così impegnativo, accetti adesso di votare la proposta emendativa soppressiva; se egli credeva nella bontà dell'emendamento, doveva sostenerlo in questa sede.
La vera verità è che l'emendamento è ai limiti dell'ammissibilità sotto due profili: un primo profilo riguarda la non pertinenza all'oggetto del decreto-legge, la quale, forse, può rinvenirsi - e credo che così sia stato fatto dal Presidente Bertinotti - nel fatto che nella rubrica si parla di proroga di termini in materia di personale, professioni e lavoro. Quindi, il dato oggettivo fornito dal termine «lavoro» può far parte di un emendamento di questo genere, ma trattandosi di una situazione particolare, da noi ben conosciuta, ci troviamo ai limiti dell'ammissibilità - lo ripeto - relativamente all'oggetto.
Riguardo alla logica di questo provvedimento - volto a prorogare dei termini: lo sappiamo perché non si parla d'altro, è scritto dappertutto, anche se in seguito avremo modo di ripetere questi concetti - non ci troviamo, nel caso specifico, dinnanzi alla proroga di un termine, ma abbiamo a che fare con un termine ampiamente scaduto che viene «aperto» ex novo per consentire determinati adempimenti.
La posizione del gruppo di Forza Italia è quella di accogliere l'emendamento soppressivo Cota 1.304; nel contempo verrà precluso il successivo mio emendamento 1.312 che avrei, comunque, ritirato. Con tutto ciò non si vuol significare che non si può realizzare, nell'ambito di un provvedimento legislativo ordinario, quello che il collega Adenti ha sottoposto all'attenzione di questa Assemblea.
Non va bene che si introduca una norma di questo genere, che sembra - e forse lo è - una norma di privilegio per i politici, nell'ambito della conversione di un decreto-legge, ma nulla vieta che, in un più ampio contesto, comprendendo anche altre categorie che possono essere decadute da diritti analoghi, per le quali potrebbe aprirsi la possibilità di esercitarli, non si possa arrivare alle stesse conclusioni, sempre comunque senza forzare il contenuto di un decreto-legge con degli emendamenti. Questo lavoro potrebbe essere svolto dalla Commissione competente, la quale potrebbe tener conto di questa ma anche di altre situazioni simili, per giungere a conclusioni che siano accettate da tutti i cittadini, che, al contrario, vedrebbero con l'accoglimento di questo emendamento una situazione discriminatoria a favore dei politici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
Pag. 18
MARCO BOATO. Signor Presidente, non avrei chiesto di intervenire se non avessi ascoltato, con il rispetto che egli sa che ho per lui, l'intervento del collega Boscetto, ma questa volta dissentendo, non solo nel merito, come è normale quasi sempre tra maggioranza ed opposizione, ma anche nel metodo. Il collega Boscetto ha lanciato una critica pesante, sia pure sempre garbata nella forma, come è suo costume, al collega Adenti, il quale, originariamente, aveva presentato in Commissione questo emendamento, che era stato approvato dalla Commissione stessa. C'è poi stato un ripensamento collegiale, tant'è vero che la Commissione ha poi presentato l'emendamento 1.600, che sopprimerà il comma 6-bis. Invece di rivolgere un attacco al collega, da parte sua avrei detto che il dialogo ed il confronto parlamentare, in questo caso, come del resto nel caso dell'emendamento precedente, appena votato, servono ad ottenere un risultato.
La norma in sé francamente non ha nulla di scandaloso e, come lei sa, come qualche giornale, mi sembra Il Sole 24 ore, ha ricostruito, ci sono numerosi precedenti di norme di questo tipo, perché non siamo di fronte ad un privilegio, ma semplicemente ad una riapertura dei termini per coloro che banalmente avessero dimenticato di presentare la domanda tempestivamente.
Poiché casi di questo genere si sono già verificati in passato ed anche in epoca più recente, il collega Adenti aveva sottoposto la questione alla Commissione e poi ha convenuto con la stessa di sopprimere comunque comma in questione, per togliere qualunque sospetto di privilegio. Il collega Garavaglia poco fa è intervenuto al riguardo. Incauta venenum, collega Boscetto, ma detto con altrettanto garbo, lei non ha presentato emendamenti soppressivi, ma ha presentato il successivo emendamento, che, anziché cancellare la norma, addirittura ne allargava la portata. Mentre l'originario emendamento presentato dal collega Adenti stabiliva la data del 31 marzo del 2007, lei proponeva di estenderla fino al 30 giugno. Il dialogo parlamentare ha spinto anche lei ad un ripensamento. Lei ha detto poco fa che se voteremo l'emendamento della Commissione, l'altro sarà precluso, ma che in ogni caso lei lo avrebbe ritirato. Ciò vuol dire che comunque un ripensamento da parte sua c'è stato e ne prendo atto positivamente.
In conclusione, annuncio il voto favorevole dei Verdi sugli identici emendamenti Cota 1.304 e 1.600 della Commissione.
PRESIDENTE. Peccato non mettere a frutto questa cortesia e questo dialogo così raffinato, per poter accelerare l'approvazione di tutti gli emendamenti e poter arrivare alla conclusione del nostro provvedimento (mi sembra un clima adatto)...!
MARCO BOATO. Era l'unico mio l'intervento, signor Presidente.
PRESIDENTE. Salutiamo due scolaresche in visita, presenti in tribuna: gli studenti e gli insegnanti della scuola media Francesco Redi di Granacci Bagno a Ripoli e dell'istituto statale di istruzione secondaria superiore Nicolò Machiavelli di Firenze (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per preannunciare che il gruppo dell'Italia dei Valori voterà, ovviamente, a favore di questi identici emendamenti. Noi non siamo così sicuri che la disposizione, di cui gli identici emendamenti in discussione chiedono la soppressione, sia, in realtà, priva di costi, semplicemente perché le percentuali che il collega ha citato in precedenza, soprattutto se riferite al passato ed a causa dei meccanismi di calcolo che introducono, apparentemente sembrano a carico dell'interessato, ma in realtà si traducono in una situazione così onerosa che indurrà il Parlamento ad intervenire sul problema delle pensioni. Con la citata disposizione si attribuirebbero privilegi ancora una volta ai politici che in passato si sono «scordati», Pag. 19come si dice, di fare quanto la norma sui contributi figurativi richiedeva.
Italia dei Valori è, dunque, assolutamente contraria a questo modo di fare politica, per cui voterà a favore della soppressione della richiamata disposizione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 1.304 e 1.600 della Commissione, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 460
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il deputato Cassola ha espresso erroneamente un voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole. Avverto che a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti Cota 1.304 e 1.600 della Commissione risulta precluso l'emendamento Boscetto 1.312.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, vorrei ricordare che il relatore ha formulato un invito al ritiro dell'emendamento 2.500 del Governo, per favorire l'approvazione del successivo emendamento Zucchi 2.301. Aderisco a tale invito e quindi ritiro l'emendamento 2.500, esprimendo parere favorevole sull'emendamento Zucchi 2.301.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Zucchi 2.301.
Chiedo al relatore se confermi il parere favorevole della Commissione sull'emendamento Zucchi 2.301.
SESA AMICI, Relatore. Sì, signor presidente, la Commissione conferma il parere favorevole già espresso in precedenza sull'emendamento Zucchi 2.301.
MAURIZIO FUGATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, chiedo la votazione per parti separate dell'emendamento Zucchi 2.301. Propongo, cioè, di votare il primo comma separatamente dalla restante parte. Se questa richiesta fosse accolta, chiederei anche di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La sua richiesta è accolta, onorevole Fugatti. Prego, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo in relazione al secondo comma dell'emendamento Zucchi 2.301, per quanto concerne i controlli di conformità alle norme di commercializzazione applicabili nel settore degli ortofrutticoli freschi. Si prevede che gli Stati membri creino una banca dati degli operatori del settore ortofrutticolo, in cui figurino gli operatori che commercializzano tali prodotti. Varie volte negli anni scorsi, con una serie di decreti, sono stati prorogati i termini per aderire a tale banca dati degli operatori. I termini sono stati prorogati più volte. Si tratta di una normativa voluta dall'Unione europea, lo ripeto, per creare una banca dati, una lista di operatori del settore dei prodotti ortofrutticoli freschi che commercializzano tali prodotti, perché Pag. 20questi siano anche certificati ed abbiano un loro reale nome, un loro chiaro riferimento.
Noi riteniamo che in tutto ciò ci sia un aspetto positivo, perché è giusto conoscere l'identità di chi commercializza questi prodotti, e un aspetto negativo, in quanto si crea un vincolo per gli operatori di un mercato, quello ortofrutticolo, in cui negli ultimi anni si è verificata una apertura a prodotti provenienti da altri paesi, anche asiatici, e una sorta di globalizzazione. In altri termini, mentre le nostre imprese devono autocertificarsi, iscriversi a una banca dati e rispettare, giustamente, una serie di adempimenti che hanno la finalità di garantire che il prodotto abbia seguito un determinato iter, taluni programmi e progetti e che sia stato ottenuto con modalità chiare, l'Europa si fa invadere da merci che non rispettano le stesse regole invasive e molto rigide applicate ai nostri produttori. Addirittura, i concorrenti stranieri compiono talvolta una falsificazione, nel senso che affermano di vendere prodotti italiani o europei quando, invece, le loro produzioni, che pure ritroviamo nei nostri mercati, provengono da altri paesi e non c'è neppure alcuna chiarezza riguardo ai prodotti fitosanitari che sono stati utilizzati per realizzarle.
Da una parte, quindi, le norme, per i nostri produttori, sono invasive, molto particolareggiate e molto rigide e prevedono adempimenti precisi; d'altra parte, i nostri mercati sono invasi da altri prodotti per i quali non sono richieste tali certificazioni. Notiamo una sorta di contraddizione in queste normative europee che dobbiamo recepire. Si consideri anche che, chiedendo ai nostri produttori di autocertificarsi e di seguire protocolli molto chiari e specifici e permettendo, al contempo, agli prodotti di invadere i nostri mercati, si causano problemi di concorrenza. Chi produce ortofrutta nel nostro paese sa di dover affrontare tali problemi, sa che esistono prodotti di provenienza sconosciuta, spacciati come made in Italy, che non hanno seguito alcun protocollo ed alcun regolamento. Questa è la motivazione generale per la quale esprimeremo voto contrario sulla seconda parte dell'emendamento Zucchi 2.301.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi pare che questo emendamento, tendente a sostituire l'articolo 2, commi 1 e 2, del decreto-legge in conversione, sia formulato meglio di quanto non lo fossero le norme contenute nel testo del medesimo decreto-legge. Tuttavia, avrei bisogno di un chiarimento da parte dell'onorevole Zucchi o, magari, del sottosegretario D'Andrea. Infatti, mentre nel testo del decreto-legge è prevista una proroga di termini e un termine per l'iscrizione alla banca dati nazionale, fissato al 30 giugno 2007, in questo emendamento il comma 2-bis, sostitutivo del comma 2, afferma che gli operatori iscritti nella banca dati possono presentare entro il 31 dicembre 2007 le istanze di aggiornamento. La disposizione sembrerebbe riguardare soltanto coloro che sono già iscritti e non prevedere anche la posizione di coloro che, alla stregua della norma contenuta nel decreto-legge, avrebbero avuto tempo fino al 30 giugno 2007 per potersi iscrivere. Questo chiarimento ci permetterà di decidere quale atteggiamento tenere in sede di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franci. Ne ha facoltà.
CLAUDIO FRANCI. Signor Presidente, l'emendamento Zucchi 2.301, sia nella prima, sia nella seconda parte, non riapre i termini per l'iscrizione alla banca dati ortofrutticola. Questa norma confliggerebbe anche con le direttive e le altre normative comunitarie. Il problema che noi abbiamo sollevato con tale emendamento, e che anche il Governo ha posto nella correzione di un altro provvedimento, è quello della necessità di agire sull'aggiornamento dei dati per le imprese già iscritte alla banca dati.Pag. 21
La novità che introduciamo con l'emendamento in esame è che le aziende che hanno subito sanzioni per non aver adeguato questo aggiornamento possono richiedere il rimborso di tali sanzioni. Infatti, ci sembra sbagliato continuare a lanciare messaggi secondo i quali chi più è spinto ad adeguarsi poi spesso paga anche sanzioni.
Per tale motivo, preannuncio il nostro voto favorevole su entrambi i capoversi dell'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, intervengo per esprimere la mia condivisione sull'emendamento in esame in quanto, in effetti, la proroga viene chiesta dalle organizzazioni professionali e credo che ciò costituisca un fatto estremamente positivo.
Concordo con le considerazioni del collega Franci e quindi, a nome del gruppo di Forza Italia, preannuncio il voto favorevole sul presente emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo comma dell'emendamento Zucchi 2.301, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 459
Astenuti 16
Maggioranza 230
Hanno votato sì 459).
.
Prendo atto che i deputati Paniz, Bandoli e Realacci non sono riusciti ad esprimere il proprio voto e che quest'ultimo avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'emendamento Zucchi 2.301, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 465
Astenuti 4
Maggioranza 233
Hanno votato sì 450
Hanno votato no 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 2.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 476
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 251).
Prendo atto che il deputato Vacca ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 476).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 2.306, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato sì 487).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Marinello 2.14 e Zucchi 2.15, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 476
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato sì 475
Hanno votato no 1).
Passiamo agli identici emendamenti Mazzocchi 3.304 (parte ammissibile) e Tolotti 3.306 (parte ammissibile).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Prendo atto altresì che il relatore ed il Governo esprimono parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzocchi 3.304 (parte ammissibile) e Tolotti 3.306 (parte ammissibile), non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 477
Astenuti 10
Maggioranza 239
Hanno votato sì 97
Hanno votato no 380).
Prendo atto che i deputati Germontani e Porcu avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Benedetti Valentini 3.302 e Boscetto 3.307.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Vorrei anzitutto ringraziare per i pareri favorevoli espressi su questi nostri emendamenti. Credo che prorogare il termine per la sicurezza degli impianti dal 31 maggio al 31 dicembre 2007, sia nell'interesse di tantissimi cittadini, oltre ad andare incontro ad esigenze reali ed avvertite, tenendo conto anche di situazioni che necessitano di tempi congrui.
Ritengo, quindi, che l'unanimità sull'accoglimento dei nostri emendamenti rappresenti un atto doveroso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo brevemente per ribadire come, in questo caso, un leggero slittamento dei termini sia positivo, perché dà la possibilità di svolgere un buon lavoro. Pag. 23Spesso, in Italia, abbiamo la malsana abitudine di scrivere le norme migliori del mondo, senza però preoccuparci di come si arriva alla loro attuazione concreta. Quindi, è utile, in questo caso, prevedere un termine più ampio.
Vorrei, inoltre, svolgere una considerazione di carattere personale. Considerato che è allo studio lo schema di regolamento generale, ritengo che non sarebbe sbagliato prevedere una maggiore integrazione con le norme relative all'efficienza energetica, andando spesso questi due temi di pari passo. È giusto prorogare i termini, ma bisogna poi controllarne l'effettivo utilizzo. Al riguardo ci vorrebbe maggiore autorevolezza, in particolare da parte degli enti locali. Ben vengano le norme giuste, belle e che vanno nel senso della sicurezza - siamo tutti d'accordo - però, poi, dobbiamo anche essere capaci di controllarne l'effettivo utilizzo. Al Nord ce la caviamo abbastanza bene, speriamo che si riesca a farlo in tutto il paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 3.302 e Boscetto 3.307, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.500 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. In merito all'emendamento in esame avevamo espresso perplessità perché ritenevamo che presentasse problemi di ammissibilità. Il Presidente Bertinotti ci ha spiegato che, siccome la disposizione è già compresa nel testo, l'emendamento 3.500 si giustifica, sotto il profilo di tecnica legislativa. Siamo d'accordo su questa impostazione, mentre lo siamo meno sull'utilizzo della tecnica secondo la quale si subordina all'entrata in vigore di un regolamento e, quindi, di una norma secondaria, l'abrogazione di norme primarie che vengono specificamente indicate. Tra l'altro, esse vengono indicate facendo salve pochissime norme, gli articoli 8, 14 e 16, che comportano sanzioni per violazioni di ordine tecnico, che già trovano applicazione in misura raddoppiata in questa sede per la loro trasgressione e per le violazioni degli obblighi previsti dallo stesso regolamento.
Quindi, si tratta di una norma di non grandissima chiarezza, sulla quale, anche per le ragioni di principio richiamate, riteniamo di dover esprimere una posizione di astensione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
MASSIMO GARAVAGLIA. Presidente...!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi inviterei ad essere più tempestivi nel segnalare l'intenzione di intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, sarò brevissimo. Il raddoppio delle sanzioni può essere una via - non la via - per arrivare ad incentivare l'ottemperanza delle norme.
Vorrei concludere il discorso iniziato precedentemente: è più importante l'autorevolezza ed il rispetto del controllo da parte degli enti locali, in questo caso. Noi, dunque, più che andare nel senso di raddoppiare le sanzioni, vorremmo che i controlli si facessero davvero e a tale proposito richiamo esempi concreti (sono banali, ma almeno ci comprendiamo).Pag. 24
Vi è la norma sul casco, ma a Napoli il casco non lo indossano. Quindi, a volte non serve raddoppiare la multa, bisogna controllare davvero. Spesso si parla del controllo del lavoro nero. Ebbene, basterebbe che ogni singolo comune, quando si espone il cartello «lavori in corso», mandasse i vigili a controllare che tutti i lavoratori siano in regola con gli obblighi di assunzione ed il pagamento dei contributi. Ciò dalle nostre parti viene fatto; se si facesse dappertutto, non avremmo certi problemi.
Il mio intervento era dunque nel senso di fornire un indirizzo. La sanzione non è il modo per risolvere i problemi: i controlli devono essere fatti davvero e dappertutto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, in merito all'emendamento del Governo, scorrendo le norme abrogate ed il testo di quelle che verrebbero mantenute in vigore, appare come la suddetta sopravvivenza crei problemi interpretativi rilevantissimi, oltre che di legittimità, proprio per la contestuale caducazione dei riferimenti normativi in essi richiamati.
Vorrei chiarimenti in tal senso da parte del Governo. Ripeto: vengono soppressi alcuni articoli ed emergono grandi dubbi interpretativi.
Tra le altre cose, come lei sa, signor sottosegretario, le stesse confederazioni degli artigiani (dalla CNA alla Confartigianato) hanno sollevato questa problematica per avere chiarimenti, che io, cortesemente, le chiedo di fornire.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
ANTONIO MAZZOCCHI. Presidente, volevo una risposta da parte del Governo!
PRESIDENTE. Lei ha fatto una richiesta, onorevole Mazzocchi, ma non posso obbligare nessuno...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.500 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 290
Astenuti 191
Maggioranza 146
Hanno votato sì 287
Hanno votato no 3).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 12,40)