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Allegato B
Seduta n. 105 del 7/2/2007
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SALUTE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XII Commissione:
DIOGUARDI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
attualmente è all'esame del Gup del tribunale di Palermo l'indagine per omicidio colposo e falso in atto pubblico nei confronti del Primario e dell'ex Aiuto, nonché di altri medici, dell'Istituto materno infantile di Palermo, a seguito della morte di una paziente originaria di Sciacca, Accursia Attardi;
i consulenti, incaricati dal pm, hanno affermato, nella loro perizia, che «la morte di Accursia Attardi è stata determinata dall'imperizia e negligenza dei medici dell'IMI»;
la signora Attardi, di anni 31, è deceduta il 18 aprile 2004 all'Istituto materno infantile del Policlinico di Palermo, una settimana dopo il suo rientro da Bologna, dove si era sottoposta alla fecondazione assistita, che aveva avuto esito positivo;
sempre i periti, i professori Vittorio Fineschi, dell'Università di Foggia, e Carmine Nappi, dell'Università Federico II di Napoli, hanno accertato che i medici non assicurarono una corretta assistenza alla paziente affetta da «sindrome da iperstimolazione ovarica», non valutarono i parametri vitali, non misurarono la pressione arteriosa, non effettuarono un esame
del torace che avrebbe evidenziato la presenza di liquido nei polmoni, né approntarono le terapie adeguate;
conseguentemente il giudice decise, per la gravità delle accuse, la sospensione dei due medici per due mesi, mentre nessun provvedimento cautelativo - diversamente che in altri casi analoghi - è stato predisposto dall'Assessore alla Sanità della Regione Sicilia;
la posizione dei due sanitari risulta aggravata dalla falsificazione della cartella clinica, avvenuta su loro espresso ordine, così come ammesso in sede di interrogatorio innanzi al Gip e confermato da altri indagati in sede di incidente probatorio;
attualmente i due medici, nonostante la loro confessione si trovano in servizio, essendo scaduta la misura cautelare;
la morte della signora Attardi, che colpì profondamente l'opinione pubblica a livello nazionale ma soprattutto siciliano, si inserisce all'interno di altri episodi di «normale» malasanità con la quale debbono fare, a volte, tragicamente i conti i cittadini dell'isola che si rivolgono, per normali interventi di routine, alle strutture pubbliche;
tali episodi, se non affrontati con adeguati provvedimenti, rischiano di mettere in cattiva luce tutte le strutture sanitarie siciliane, dove continuano a svolgere, spesso in situazioni di estrema difficoltà, il loro lavoro medici e paramedici con estrema professionalità e capacità -:
se non si ritenga urgente, stante la situazione sopra esposta, attivare tutte le procedure ispettive necessarie al fine di salvaguardare la salute pubblica.
(5-00694)
BOCCIARDO e DI VIRGILIO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 10 gennaio 2007 è stata pubblicata sul supplemento della Gazzetta Ufficiale la Nota 4 riguardante la prescrizione e i criteri di rimborsabilità di tre principi attivi, il gabapentin, il pregabalin e la duloxetina, impiegati nella terapia del dolore;
a partire dal 26 gennaio 2007, in base a questa nota, i farmaci contenenti i tre suddetti principi attivi non sono più rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale per la terapia del dolore neuropatico cronico, se non collegato direttamente a patologie oncologiche maligne, a herpes zoster e diabete;
i cittadini interessati dal provvedimento sono, secondo l'AISD, l'Associazione italiana per lo studio del dolore, circa 3 milioni;
l'AISD ha lanciato l'allarme affinché milioni di malati non debbano rinunciare al beneficio di questi farmaci;
la spesa mensile media per il pagamento di queste medicine è di circa 70 euro e di 840 euro all'anno;
in questi giorni medici di famiglia e specialisti nella terapia del dolore si trovano, di fronte ai loro pazienti non in grado di spendere, nell'obbligo di non prescrivere il miglior farmaco per la cura della malattia del dolore -:
se il Ministro ritenga urgente abrogare tale norma che appare in contrasto con il diritto costituzionale del diritto alla salute per tutti e al principio di equità tra chi ha capacità di spesa e chi no per una malattia, quella del dolore neuropatico, che affligge in numero così rilevante i cittadini italiani.
(5-00695)
PORETTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
per l'utilizzo off-label di farmaci si intende l'impiego di molecole già registrate presso le Autorità sanitarie ma somministrate per patologie, con posologie o modalità di somministrazione non registrare o non incluse nel foglietto illustrativo dei farmaco;
molti medici nel nostro Paese e soprattutto nei Centri di Eccellenza, prescrivono
da anni farmaci off-label in base ad una vasta letteratura scientifica ed esperienza internazionale, attraverso rigorosi protocolli;
l'articolo 1, comma 796, lettera z) della legge finanziaria, entrata in vigore lo scorso 1o gennaio 2007, ha vietato l'impiego off-label dei farmaci quando in presenza di altri farmaci registrati, se non per le sperimentazioni cliniche;
secondo alcune stime, per quanto concerne in particolare l'oncologia, la pediatria, le malattie infettive e cardionefrovascolari, dal 30 per cento al 50 per cento dei pazienti assume farmaci off-label;
la Finanziaria colpisce in particolar modo i bambini, poiché gran parte dei farmaci a loro somministrati sono sviluppati e registrati solo per gli adulti (secondo l'istituto Mario Negri di Milano, il 17 per cento dei bambini affetti da Aids sono trattati con farmaci off-label);
medici, direttori sanitari e società scientifiche, per continuare a curare i propri pazienti in maniera efficace, secondo una vasta letteratura internazionale medico-scientifica, rischieranno sanzioni disciplinari e ingenti somme di risarcimento da restituire all'Erario;
la questione dell'impiego indiscriminato dei farmaci off-label sollevata dalla legge finanziaria è apprezzabile e giusta;
come denunciato dall'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), il provvedimento della Finanziaria, unito alle recenti note (cfr. nota 4) dell'Agenzia Italiana del Farmaco, comporta un serio ostacolo alla terapia del dolore, sulla cui diffusione l'Italia è già agli ultimissimi posti in Europa;
devono però essere previste eccezioni, basate rigorosamente sull'evidenza e l'esperienza clinica, per evitare serie ripercussioni sulla salute ed il benessere di decine di migliaia di pazienti in attesa di una eventuale specifica registrazione del farmaco più idoneo nell'esperienza internazionale, finora loro somministrato e vietato a partire dal 1o gennaio 2007 dalla Finanziaria -:
quali misure e iniziative si intendano prendere nell'immediato per affrontare questa emergenza sanitaria e, in particolare se non sia necessario, per fronteggiare questa emergenza, di rivedere la legge o di inviare alle regioni una circolare interpretativa, permettendo l'impiego off-label di farmaci attraverso la formulazione di protocolli messi a punto da società medico-scientifiche in accordo con il Ministero della salute o delle autorità sanitarie regionali e locali.
(5-00696)
MONTANI, FAVA e ALLASIA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 ha autorizzato l'esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze per anziani e soggetti non autosufficienti;
l'articolo 5-bis, comma 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, dispone che il Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, può stipulare accordi di programma con le Regioni per la realizzazione degli interventi previsti dall'articolo 20 della citata legge n. 67/88, rimettendo ai citati accordi di programma la disciplina delle funzioni di monitoraggio e di vigilanza demandate al Ministero della salute, dei rapporti finanziari tra i soggetti partecipanti all'accordo, delle modalità di erogazione dei finanziamenti statali, delle modalità di partecipazione finanziaria delle regioni e degli altri soggetti pubblici interessati, nonché degli eventuali apporti degli enti pubblici preposti all'attuazione del programma;
la Regione Lombardia è intervenuta tempestivamente al fine di avviare le procedure di utilizzazione delle somme disponibili, approvando con delibera di Giunta regionale 21 marzo 1990, n. 53684 il primo piano triennale degli interventi di edilizia sanitaria e con delibera di Giunta regionale 29 settembre 1997, n. 31348 il piano regionale degli interventi relativo alla seconda fase del Programma straordinario di interventi in sanità;
il programma completo di investimenti a favore delle strutture sanitarie è stato da ultimo definito con delibera di Giunta regionale n. VII/13306 del 13 giugno 2003, recante «Piano pluriennale degli investimenti in sanità. Determinazioni per la realizzazione degli interventi prioritari di edilizia sanitaria e per l'adeguamento ai requisiti di accreditamento»;
in attuazione di tale programma, la Regione ha individuato, in tre distinte fasi, i progetti edilizi da trasmettere al Ministero della salute per l'approvazione tecnica e al Ministero dell'economia e delle finanze per l'acquisizione dei finanziamenti statali;
la terza tranche di interventi edilizi, in particolare, approvata con delibera di Giunta regionale n. VII/2472 dell'11 maggio 2006, contempla 71 interventi per un valore totale di oltre 823 milioni di finanziamenti (così ripartiti: euro 560.959.841 a carico dello Stato, euro 234.370.127 a carico delle Aziende sanitarie, euro 28.053.841 a carico della Regione Lombardia), che vanno ad aggiungersi alle due precedenti tranche (rispettivamente di 27 e 11 interventi, per un costo complessivo di 380 e 44 milioni), alcuni dei quali già conclusi e altri in fase di esecuzione;
tra i 71 interventi del programma aggiornato è stato incluso anche l'adeguamento strutturale ed impiantistico del Presidio Riabilitativo Multifunzionale di Bozzolo-Mantova, che, con i suoi 100 posti letto ordinari (più i dieci di day hospital) nelle Divisioni di Riabilitazione Cardio-respiratoria e Riabilitazione Neuro-Motoria, i suoi ambulatori specialistici pubblici di diagnosi e cura, i suoi Centri di Assistenza Dialisi limitata e di Diabetologia e le sue centosessanta unità di personale altamente specializzato rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per l'area mantovana;
per l'adeguamento del Presidio di Bozzolo è stato previsto un finanziamento complessivo di 6.525.000 euro, di cui 6.190.477 a carico dello Stato ex articolo 20 della legge n. 67 del 1988, e successive modificazioni ed integrazioni;
l'erogazione di tali finanziamenti è essenziale per rendere la struttura conforme ai requisiti di accreditamento previsti dalla Regione Lombardia, sicché, senza un tempestivo trasferimento delle risorse necessarie per la realizzazione dell'intervento edilizio, si rischia la chiusura della struttura, con grave danno per l'intero sistema pubblico, soggetto ai continui attacchi di un privato particolarmente attivo nell'area;
per essere operativo, il programma di completamento del piano pluriennale degli investimenti in sanità necessita tuttavia della sottoscrizione dell'Atto integrativo dell'Accordo di Programma Quadro tra la Regione Lombardia, il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze -:
entro quale data i Ministeri interrogati ritengano di poter pervenire alla sottoscrizione del citato Atto integrativo dell'Accordo di Programma Quadro per gli investimenti in sanità e alla definitiva erogazione alla Regione Lombardia delle risorse necessarie alla realizzazione degli interventi ivi previsti, tra cui l'adeguamento strutturale ed impiantistico del Presidio di Bozzolo (Mantova).
(5-00697)
BIANCHI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
recenti fonti stampa riportano la notizia di una sostanziale discriminazione, a danno dei bambini, nella sperimentazione farmacologia, in base alla quale oltre il 50
per cento dei medicinali utilizzati - con punte che arrivano fino al 90 per cento per alcune patologie - non viene testato sui bambini;
tale esclusione potrebbe inficiare la validità scientifica dei risultati delle verifiche, posto che il bambino è un organismo in via di sviluppo e quindi i farmaci possono avere, per quanto riguarda efficacia e tossicità, effetti diversi da quelli che esercitano negli adulti;
tale esclusione sarebbe aggravata dal fatto che spesso il farmaco prescritto ai bambini è destinato a curare malattie diverse nell'adulto;
esisterebbe una notevole carenza di preparazioni farmaceutiche pediatriche per cui i bambini verrebbero curati come se fossero «piccoli adulti»;
soltanto il 40 per cento dei farmaci prescritti risulterebbe riportato nella «Guida all'uso dei farmaci per bambini», il prontuario pediatrico pubblicato dal Ministero della Salute nel 2003;
l'impiego nei bambini dei farmaci inseriti nel suddetto prontuario «non sarebbe stato adeguatamente supportato da prove di efficacia e/o sicurezza»;
la mancata valutazione delle reazioni dell'universo infantile ai test clinici con le relative prove di efficacia e/o sicurezza, potrebbe comportare, in definitiva, una carenza sulla qualità e la validità delle cure cui i farmaci sono destinati -:
quali iniziative intenda intraprendere al fine di accertare ed, eventualmente, porre rimedio a questa forma di carenza nelle metodiche di sperimentazione dei farmaci.
(5-00698)
LUCCHESE, CAPITANIO SANTOLINI e VOLONTÈ. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7 della legge n. 40 del 19 febbraio 2004 prevede l'aggiornamento «periodicamente, almeno ogni tre anni, in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica» delle linee guida contenenti l'indicazione delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita -:
se il Ministro stia valutando di procedere a tale aggiornamento e sulla base di quali indicazioni.
(5-00699)
ROCCO PIGNATARO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in data 9 gennaio 2007, alcuni quotidiani hanno riportato una notizia di cronaca che suscita allarme e preoccupazione per le violenze e i maltrattamenti a cui sarebbero sottoposti i pazienti all'interno della maggioranza degli Ospedali Psichiatrici;
l'ente autore della denuncia, l'UNASAM (unione nazionale delle associazioni per la salute mentale), racconta di episodi di costrizione violenta, uso indiscriminato di elettroshock e, addirittura nel caso dell'Ospedale Psichiatrico di Taranto, di pestaggi reali;
a tale possibile allarme si aggiunge la condizione degli invalidi civili per malattie psichiatriche la cui pensione, anche nei casi più gravi, non eccede i 250 euro e determina una situazione di evidente indigenza -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno procedere ad una ispezione - indagine all'interno delle strutture ospedaliere indicate, al fine di verificare le condizioni di trattamento dei pazienti ed il rispetto della loro dignità di sofferente ed eventualmente adottare iniziative, anche normative, a favore dell'aumento delle pensioni di invalidità causate da patologie psichiatriche.
(5-00700)
Interrogazioni a risposta scritta:
CECCACCI RUBINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
con la legge 210/1992 recante «indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile causa
di vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati» il Parlamento ha ammesso una responsabilità pubblica riconoscendo, a quei cittadini resi fisicamente o psichicamente menomati, un sostegno economico;
questa volontà del legislatore è stata però compromessa dalla presenza, nella suddetta legge, di termini di prescrizione che si sono rilevati eccessivamente iniqui, in quanto escludono ingiustamente dal risarcimento migliaia di persone che, solo dopo molti anni, sono arrivati a comprendere la causa delle proprie malattie e della possibilità di rivalersi contro lo Stato;
per l'abolizione dei termini in oggetto c'è stata e c'è piena unanimità fra le forze politiche ma che, purtroppo, dal 1992 ad oggi, pur essendo passate quattro legislature, non si è ancora provveduto a porre fine a questa ingiustizia sociale;
molti danneggiati sono deceduti nella vana attesa dell'approvazione della legge. Questo perché, le proposte di legge presentate, avanzando con mille difficoltà, arrivavano in fase di approvazione a fine legislatura per poi decadere e riprendere il cammino nuovamente dal suo inizio, nella successiva. Nella precedente legislatura, ciò è stato il caso del disegno di legge 2970 Migliori, Buontempo, che, approvato alla Camera, si fermò in legislativa al Senato;
anche in questa legislatura con la proposta di legge n. 1523 Spini e la proposta di legge n. 903 Migliori, si è proceduto ad incardinare un nuovo iter per affrontare la questione, ma con esiti tutt'altro che scontati;
questa situazione di impasse istituzionale ha portato alla esasperazione le centinaia di famiglie che da anni aspettano di vedere riconosciuti i loro diritti, e le associazioni dei danneggiati da vaccino (Associazione Lesi da Vaccino, AMEV, Federazione del Comilva, I Delfini ed altre), contro l'ignavia delle istituzioni, hanno indetto una manifestazione di protesta sotto Montecitorio lunedì 19 febbraio 2007;
questa situazione è in totale contraddizione con l'articolo 32 della nostra costituzione che tutela il diritto della salute «... come diritto fondamentale dell'individuo, e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.»;
queste famiglie, assolvendo ad un obbligo dello Stato, hanno visto subire un danno psichico e fisico irreparabile ai propri cari e ad essi hanno sacrificato una vita, hanno il diritto costituzionale di vedersi riconosciuti, senza limiti temporali, il giusto risarcimento e il giusto riconoscimento pubblico al merito per aver sacrificato se stessi alla collettività -:
se non si ritenga assolutamente doveroso avviare in tempi celeri un tavolo di confronto con le associazioni dei danneggiati da vaccino per addivenire ad una soluzione concordata e a procedere per decreto-legge alla abolizione dei termini di prescrizione alle richieste di indennizzo.
(4-02500)
ZANELLA. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in questo inizio del 2007, per quattro giorni su 5, più di 800 mila trevigiani hanno respirato aria fortemente inquinata, come riportato anche dalla stampa locale;
il bollettino dell'Arpav, con i dati in diretta, dice che dal 1o gennaio sono stati 26 su 34 i giorni con i livelli di smog fuorilegge in base alle norme europee. Negli ultimi 8 giorni consecutivi, i livelli di polveri sottili hanno sempre superato la soglia fatidica dei 50 microgrammi per metro cubo d'aria e spesso hanno raggiunto, superato, o comunque sfiorato quella dei 100 microgrammi per metro cubo d'aria, che viene considerata l'anticamera
della qualità pessima dell'aria, la più micidiale per la nostra salute (da 0 e 50 è «soltanto» scadente);
le ricerche scientifiche hanno dimostrato come a ogni scatto di 0,10 microgrammi per metro cubo delle polveri sottili, aumentino proporzionalmente l'indice di mortalità e quello delle malattie dell'apparato respiratorio;
di questo passo, nel giro di 10 giorni, la Marca rischia di esaurire il bonus di 35 sforamenti in un anno tollerati dall'Unione europea, che fissa pesanti sanzioni per i paesi inadempienti;
la provincia di Treviso è sempre molto inquinata in maniera pressoché uniforme nel suo territorio (unica eccezione la fascia pedemontana sotto il massiccio del Grappa). Giovedì scorso, ad esempio, è stata Mansuè a far registrare uno dei valori più alti - 106 microgrammi - mentre nel capoluogo, sugli apparati della centralina di via Lanceri di Novara, si registrava quota 90. Per quasi tutta la settimana i valori, a Treviso, hanno superato quota 90 microgrammi, segno di una stagnazione delle polveri sottili favorita da un clima invernale assai anomalo, piuttosto stabile e privo di precipitazioni;
le previsioni metereologiche a medio-breve termine non lasciano sperare in un miglioramento -:
se il Governo sia al corrente della presenza di questo grave inquinamento atmosferico nella provincia di Treviso;
se il Governo non ritenga necessario prendere dei provvedimenti contro questo insostenibile inquinamento dell'aria, al fine di tutelare la salute dei cittadini di questa zona, e di tutte quelle zone nelle quali, parimenti, i livelli delle polveri sottili siano fuori dai limiti previsti dalla normativa europea, anche in considerazione dei poteri di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998.
(4-02507)