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Allegato B
Seduta n. 105 del 7/2/2007
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INTERNO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in più occasioni e pèr tutto il mese di gennaio 2007, sulla stampa locale della provincia di Pordenone, la Lega Nord ha annunciato la volontà di organizzare delle pattuglie di volontari da usare per perlustrazioni notturne del territorio provinciale;
il 24 gennaio 2007 la Lega Nord ha iniziato tale attività di pattugliamento notturno del territorio, mediante squadre composte da 3 o 4 persone vestite con giubbotto verde, a bordo di fuoristrada, muniti di faro supplementare per illuminazione;
nonostante il tempo trascorso fra gli annunci dell'inizio dell'operazione e l'operazione stessa, il Questore ed il Prefetto di Pordenone non hanno ritenuto intervenire pubblicamente, né per fermare tale preoccupante attività, né per rassicurare i cittadini che la presenza sul territorio di tali personaggi è da considerarsi innocua e che costoro non sono autorizzati a fermare, identificare o arrestare nessuno;
il responsabile dell'operazione (il segretario provinciale della Lega Nord, Bortolotti) ha più volte fatto presente che lo scopo di tali squadre è quello di sorvegliare il territorio per garantire la sicurezza dei cittadini;
la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico, sono demandati alle forze dell'ordine e non al presunti volontari le cui capacità e scopi d'azione sono tutte da dimostrare -:
se, ai sensi del comma 1 dell'Art. 18 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, il Questore fosse stato informato del concentramento di auto previsto per la sera del 24 gennaio 2007 per dare inizio al pattugliamento del territorio;
quali atti si intenda porre in essere per contrastare lo «scorrazzare» di questi presunti volontari per la sicurezza;
come si intenda intervenire nei confronti dei responsabili della sicurezza dei cittadini (prefetto e questore di Pordenone) affinché si adoperino: a ribadire che la difesa dell'ordine costituito è demandato solamente alle forze dell'ordine, a tutelare i cittadini che non intendono
correre il rischio di incrociare pattuglie di vigilantes leghisti, dalle intenzioni ai più sconosciute;
infine, se non si ritenga opportuno che detti «volontari», leghisti o meno, vengano almeno identificati dalle vere forze dell'ordine ed i loro turni di perlustrazione registrati al fine di effettuare controlli in caso di incidenti a persone o cose, nel territorio da costoro perlustrato.
(2-00357) «Pegolo»
Interrogazione a risposta orale:
FRASSINETTI, LA RUSSA, MURGIA, BUONFIGLIO, CICCIOLI, AMORUSO, DE CORATO, PATARINO, ANTONIO PEPE, CONTENTO e GAMBA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi giorni sulle piste di sci si sono verificati molti incidenti gravi, alcuni anche mortali;
la causa di questi incidenti è da imputarsi spesso a comportamenti poco prudenti ed all'inosservanza delle regole precauzionali oltre che all'alta velocità facilmente raggiungibile anche dagli sciatori poco esperti in quanto le nuove attrezzature tecniche rendono più semplice la gestione degli sci eliminando sempre più il gradualismo di approccio alle piste più impegnative che è sempre stato necessario per garantire il controllo di ogni manovra in pista;
la legge 24 dicembre 2003, n. 363, è in molti casi disattesa sia dagli sciatori che dai gestori degli impianti di risalita;
in particolare le tragedie avvenute al Passo del Tonale e nel comprensorio sciistico di Brunico dove sono morte tre persone ed una è ricoverata in gravi condizioni hanno allarmato gli sciatori;
il personale addetto alla sicurezza sulle piste da sci sebbene presti il proprio servizio con coraggio ed abnegazione, come testimoniano i numerosi salvataggi e le operazioni di soccorso effettuate, è ormai inadeguato in considerazione del numero sempre in crescente dei praticanti degli sport invernali -:
se il Ministro interrogato intenda incrementare numericamente la presenza sulle piste da sci di poliziotti, carabinieri ed altro personale addetto alla sicurezza per garantire il rispetto della legge 363/2003, al fine di prevenire altri incidenti garantendo così la sicurezza degli sciatori.
(3-00612)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
I Commissione:
DATO e MARGIOTTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
una efficace politica per la sicurezza è forse la richiesta principale che la società italiana rivolge alle istituzioni;
nessun importante progresso potrà essere ottenuto in tal senso in presenza di forze di polizia demotivate, demoralizzate, deluse;
l'Associazione nazionale funzionari di polizia, attraverso avviso a pagamento pubblicato sulle principali testate nazionali in data 4 dicembre 2006, nel manifestare rilievi critici sulla legge finanziaria, ha, più in generale, evidenziato la necessità di importanti azioni correttive in materia di organizzazione della pubblica sicurezza: corretto impiego dei poliziotti, troppo spesso destinati a ruoli di portieri, autisti, centralinisti; migliore gestione del personale; razionalizzazione di mezzi e di servizi di scorta; riduzione dell'outsorcing; valorizzazione e accrescimento delle professionalità interne; controllo della spesa immobiliare; motivazione al risparmio di Dirigenti e poliziotti -:
quali misure intenda adottare il Governo in relazione ai suddetti rilievi e, in particolare, quali azioni intenda intraprendere per il riconoscimento, ai funzionari di Polizia, del ruolo di qualificata forza dirigenziale nella Polizia di Stato.
(5-00688)
ADENTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
diciannove sindaci della lomellina hanno inviato al capo della Polizia di Stato una richiesta volta a evitare la soppressione preannunciata del presidio di polizia ferroviaria della stazione di Mortara;
seppur tale scelta potrebbe apparire legittima nel quadro della razionalizzazione dei presidi di polizia ferroviaria, anche tenuto conto della necessità di contenimento delle spese la soppressione del presidio di cui sopra porrebbe un serio problema relativamente alla sicurezza del territorio della lomellina;
la stazione ferroviaria di Mortara è ubicata in una posizione nodale della rete ferroviaria nell'ambito del triangolo industriale Milano-Genova-Torino ed è interessata al raddoppio ferroviario della linea Milano-Mortara;
attualmente da tale stazione ferroviaria circolano 53 treni passeggeri lungo la linea Milano-Mortara, oltre alle corse delle linee dirette a Casale Monferrato, Vercelli, Alessandria, Novara e Pavia;
la vicinanza con Milano alimenta la frequentazione della stazione da parte di individui dediti a traffici illeciti e azioni malavitose;
la città di Mortara dispone solo di una stazione dei Carabinieri impegnata a garantire ordine e sicurezza per cinque comuni del territorio;
quindi la soppressione di tale presidio di polizia ferroviaria produrrebbe una significativa vacanza nell'ambito del sistema territoriale di controllo e sicurezza, influenzando in negativo anche la percezione di sicurezza avvertita dai cittadini dello stesso territorio -:
secondo quali criteri e motivazioni sia stata assunta la decisione di sopprimere il presidio di polizia ferroviaria della Stazione di Mortara e se il Governo non ritenga opportuno intervenire affinché, pur nel rispetto della legittimità della razionalizzazione delle strutture e delle risorse della Polizia di Stato, sia garantito un efficace sistema di controllo della sicurezza territoriale nella Lomellina anche attraverso il mantenimento di detto presidio di Polizia Ferroviaria presso la Stazione di Mortara.
(5-00689)
BOSCETTO e GREGORIO FONTANA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa pubblicate in data 24 gennaio 2007, si apprende che i carabinieri di Bergamo e del Nucleo Operativo Ecologico di Brescia, in data 23 gennaio 2007, hanno sequestrato a Dalmine (Bergamo) un'area di 5.000 metri quadrati usata come discarica abusiva;
nel corso degli accertamenti, prontamente svolti all'interno del sito, è stato rinvenuto, stoccato, un ingente quantitativo di rifiuti speciali di tipo anche pericoloso tra cui bombole per gas esauste, traversine ferroviarie, rottami ferrosi, rame, macchine operatrici industriali dimesse e vario materiale cartaceo;
all'interno di tre container è stato rinvenuto, inoltre, un ingente quantitativo (le fonti di stampa parlano di migliaia) di schede elettorali votate -:
se le notizie di stampa apprese corrispondono a verità e quante sono le schede elettorali rinvenute nel sito di Dalmine e se all'interno del sito siano state trovate schede elettorali relative alle ultime elezioni politiche o ad altre consultazioni elettorali per le quali fosse previsto per legge l'obbligo della conservazione.
(5-00690)
COTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
alcuni agenti della polizia municipale di Chiavari hanno proceduto all'arresto di un cittadino egiziano, immigrato clandestinamente nel nostro paese e destinatario di un provvedimento di espulsione;
il Procuratore della Repubblica di Chiavari ha decretato l'immediata scarcerazione del predetto cittadino egiziano;
nel decreto di scarcerazione si sostiene la tesi che l'arresto del predetto cittadino egiziano è stato operato illegittimamente dagli agenti della polizia municipale, essendo riservata ai soli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria l'applicazione delle norme vigenti in materia di repressione dell'immigrazione clandestina;
l'articolo 5 della legge 7 marzo 1986, n. 65 attribuisce agli agenti della polizia municipale, limitatamente all'ambito territoriale dell'ente di appartenenza, funzioni di polizia giudiziaria e funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza -:
se ritenga che gli agenti della polizia municipale, nella circostanza indicata in premessa, abbiano agito legittimamente nell'ambito delle funzioni attribuite loro dalla legge 7 marzo 1986, n. 65.
(5-00691)
BOCCHINO, BENEDETTI VALENTINI, GIORGIO CONTE, HOLZMANN e LA RUSSA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i tagli operati dalla Finanziaria 2007 colpiscono soprattutto il settore della difesa e dell'ordine pubblico;
in particolare, si colpisce gravemente l'efficienza di poliziotti e carabinieri, costretti ad operare con carenza di mezzi, risorse ed infrastrutture che sarebbero indispensabili per la sicurezza del Paese;
le difficoltà a mantenere un organico di servizio ottimale per la difesa dei cittadini sono ovviamente avvertite da tutti gli italiani che sempre più percepiscono uno stato di insicurezza sul territorio, posto che la protezione è uno dei primi obiettivi cui la civiltà deve tendere per assicurare un sereno vivere;
per migliorare la sicurezza e l'ordine pubblico sono necessarie, in primo luogo, azioni preventive ed organizzative efficienti, tra cui l'analisi dei rischi, la formazione delle persone addette alla sicurezza, le dotazioni personali appropriate: controlli periodici che richiedono l'impiego di numeroso personale delle Forze dell'Ordine che sia peraltro altamente professionale -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno prevedere maggiori investimenti a favore delle Forze dell'Ordine, al fine di incrementare ulteriormente gli organici della Polizia e dell'Arma, e per fronteggiare il rischio che la sicurezza dei cittadini venga messa a repentaglio a causa di mancanza di fondi che la manovra Finanziaria ha ulteriormente ridotto.
(5-00692)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANCUSO, AIRAGHI, FOTI e FRASSINETTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella seduta del Consiglio dei ministri del 19 gennaio 2007 è stato approvato il decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria 2004/38, inerente l'esercizio ed i limiti del diritto dei cittadini dell'Unione europea di circolare e soggiornare liberamente e permanentemente nel territorio della U.E.;
le principali novità di tale decreto legislativo riguardano, tra le altre cose, la scomparsa, di fatto, della carta di soggiorno per i cittadini extracomunitari, e contemporaneamente la nascita di una carta di soggiorno per i famigliari extracomunitari di cittadini comunitari;
inoltre, dopo i primi tre mesi di permanenza nel territorio di uno Stato membro, il cittadino comunitario deve obbligatoriamente chiedere la residenza producendo una serie di documenti sul suo stato lavorativo e famigliare;
la ricevuta rilasciata dall'anagrafe comunale al momento della richiesta di residenza, sostituisce di fatto la carta di soggiorno per i cittadini comunitari;
anche i famigliari extracomunitari di cittadini comunitari, purché in possesso di passaporto o visto di ingresso hanno il diritto di lasciare il territorio nazionale per recarsi in un altro Stato membro e richiedere la residenza in quel Paese;
l'articolo 2 del decreto legislativo in oggetto stabilisce in alcuni Stati i partner, comunitari e non, conviventi in una unione di fatto registrata potranno ottenere il ricongiungimento famigliare e la residenza al pari di quelli uniti in matrimonio, ma in altri Paesi no a causa delle diverse leggi in materia;
il decesso o la partenza del cittadino dell'Unione non comportano la perdita del diritto di soggiorno dei famigliari aventi, o no, la cittadinanza di uno Stato membro;
la dimostrazione di poter disporre risorse economiche sufficienti per sé e per la propria famiglia può essere autocertificata;
un cittadino comunitario, ed eventualmente i suoi famigliari extracomunitari, possono essere cancellati per irreperibilità dall'anagrafe comunale (perdendo così il diritto ad ottenere il soggiorno permanente dopo 5 anni), a seguito di assenze dal territorio nazionale dopo due anni consecutivi -:
se il Governo sia al corrente che gli abusi che lo strumento dell'autocertificazione (nel caso della dimostrazione della condizione economica, ad esempio) saranno all'ordine del giorno con tutti i risvolti sociali che ciò comporterà;
se non intenda adottare un provvedimento che obblighi i richiedenti la cittadinanza a dimostrare di possedere o di avere a disposizione un alloggio adeguato per sé e per la famiglia;
se non sia il caso di eliminare la discriminazione «al rovescio» nei confronti dei cittadini italiani che possono essere cancellati per irreperibilità dopo solo un anno di assenza, al contrario di un cittadino comunitario che viene cancellato dopo due anni;
come pensi il Governo di poter emanare un tale decreto che non prevede alcun tipo di trasferimento di risorse economiche per l'attuazione della norma, obbligando gli enti locali a dover applicare la norma stessa lasciandoli senza gli strumenti necessari per poterla rendere realmente operativa.
(5-00705)
Interrogazioni a risposta scritta:
RAMPELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la mattina del 30 gennaio 2007 le forze dell'ordine hanno sgomberato il centro sociale «Esc» in via dei Reti nel quartiere San Lorenzo a Roma, la cui sede era stata occupata abusivamente due anni fa da un collettivo di studenti universitari;
in seguito a quest'iniziativa diretta a ripristinare la legalità, i movimenti hanno organizzato un corteo partito da piazzale Aldo Moro per criticare la linea dell'amministrazione capitolina e l'operato della polizia;
la manifestazione, pur svolgendosi in un clima di forte tensione, non ha dato luogo a scontri e incidenti anche grazie alla responsabilità e al coraggio degli agenti che non hanno risposto alle provocazioni;
il successivo intervento del sindaco Veltroni ha consentito un accordo con la proprietà dello stabile che ospita il centro sociale; l'accordo prevede che l'Esc rimanga nei locali dove svolge le proprie attività;
nonostante le dichiarazioni ufficiali parlino di «chiusura positiva di una giornata difficile» e di «ottimo risultato per tutta la città», l'immagine della polizia ne esce ridimensionata e il suo ruolo di garante dell'ordine pubblico chiaramente delegittimato;
da notizie di stampa (Libero, cronaca del 1o febbraio 2007, pag. 46) emerge che le spese del locale, su cui da tempo era aperta una trattativa col proprietario, rimarranno
a carico del Comune di Roma - con conseguente aggravio per le casse comunali - mentre i residenti della zona continueranno a lamentarsi per gli schiamazzi notturni provenienti dal centro sociale;
il segretario nazionale del sindacato di polizia Coisp, Pianese, ha dichiarato che «il sindaco non può pensare che i poliziotti siano delle marionette da azionare a causa delle mancanze dell'istituzione capitolina e delle divisioni interne alla maggioranza»;
il comunicato del Coisp conclude denunciando una mancanza di responsabilità da parte delle istituzioni, in quanto «non si può stare contemporaneamente con i proprietari e con i disobbedienti, con la Questura e con gli abusivi»;
la stessa Vice Presidente del III municipio, la consigliere dell'Ulivo Del Bello, ha affermato che «si è trattato un pomeriggio di tensione inutile e che errori del genere non si devono più ripetere, soprattutto a San Lorenzo che è un quartiere già gravato da tanti problemi» -:
se il questore e il prefetto presenti in tutte le riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, fossero al corrente della prevista cessione dell'immobile agli occupanti da parte del Comune di Roma;
se il Ministro ritenga che la permanenza dell'edificio come sede del centro sociale sia compatibile con la tutela dell'ordine pubblico;
quali urgenti provvedimenti si intendano adottare al fine di impedire il ripetersi di fatti analoghi a quello sopra descritto, un episodio gravissimo che ha comportato un ingente dispiego di risorse e che ha esposto le forze dell'ordine a gravi e inutili rischi oltreché a una perdita di dignità e credibilità.
(4-02481)
BRIGUGLIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Arzano (Napoli) a partire dal 2005 si sono registrati una serie di gravi e crescenti atti di intimidazioni da parte della camorra contro rappresentanti delle istituzioni locali ed esponenti della società civile. Il primo grave episodio risale al giugno 2005 quando una lettera con proiettili e minacce di morte fu recapitata al giornalista professionista, Mimmo Rubio, all'epoca vice caposervizio del settimanale Napoli Metropoli che con un'inchiesta giornalistica denunciò le illegittimità procedurali e le possibili infiltrazioni della camorra su un project financing per la costruzione del nuovo cimitero di Arzano. Un business in odore di camorra da oltre 20 milioni di euro. Inchiesta giornalistica che ne bloccò poi la realizzazione dell'opera ed interessò la Dda (Direzione distrettuale antimafia) che fece recapitare oltre una decina di avvisi di garanzia. Sempre nel 2005 il Rubio, eletto nel frattempo consigliere comunale di Alleanza nazionale ad Arzano, proseguendo l'opera di denuncia anche sul piano politico contro il malaffare e le commistioni camorristiche locali (Prg, Multiservizi, licenze edilizie, eccetera) è stato, unitamente alla sua famiglia, oggetto di nuove e reiterate minacce. Ma la camorra non si è fermata qui ed ha alzato addirittura il tiro. Nel mese di novembre 2005, a finire nel mirino dell'Antistato è stavolta il deputato di An, Antonio Pezzella impegnato da tempo in una crociata per la legalità sia ad Arzano che in tutta l'area dei comuni a nord di Napoli. Passa solo qualche mese, il 31 gennaio 2006, si registra un nuovo ed ancor più grave atto intimidatorio. Un pacco bomba viene recapitato presso l'abitazione del presidente del consiglio comunale di Arzano, Elpidio Capasso, rappresentante dell'Italia dei Valori, la cui esplosione ne provoca il ferimento della moglie. Capasso si sarebbe opposto all'interno dello stesso schieramento di centrosinistra su alcuni stravolgimenti da adottare per il Prg e avrebbe fatto dietrofront sul project financing del nuovo cimitero dove però sono già piovuti da tempo onerosi e sospetti investimenti privati. L'intimidazione con il pacco bomba porterà nelle settimane
successive alle dimissioni dello stesso presidente Capasso e al suo allontanamento dalla scena politica locale. Nel frattempo in città, tra denunce e inchieste delle forze dell'ordine, si registrano una serie di blitz ed inchieste sulla casa comunale. Il 28 luglio 2006 s'insedia finalmente la Commissione d'accesso al comune di Arzano che è tuttora in attività con fase di proroga. Ma passano solo pochi giorni ed ecco arrivare nuove minacce al consigliere Rubio ed alla sua famiglia, per il quale il Comitato per l'Ordine pubblico e la Sicurezza dispone subito la tutela e protezione. La longa manus della camorra va avanti e sfida, addirittura, lo Stato con intimidazioni nello stesso periodo contro i rappresentanti dell'Arma che da tempo stanno scandagliando i meandri del malaffare locale. Bersaglio è infatti anche l'ex comandante della locale Tenenza dell'Arma, Roberto Ragucci, destinatario, unitamente altri esponenti dei carabinieri impegnati in varie e delicate inchieste sul territorio, di lettere con proiettili e minacce di morte che vengono fatte recapitare direttamente in caserma. Infine il 9 gennaio 2007, a pochi giorni dalla proroga d'indagini della Dda sul project financing del nuovo cimitero e della Commissione d'accesso, nuove minacce contro la famiglia del consigliere Rubio impegnato a produrre in queste ultime settimane altre denunce alla Magistratura ed alla Corte dei conti sulla malagestione e gli abusi perpetrati da amministratori e funzionari locali. Si ricorda, altresì, che sul territorio del Comune di Arzano, come da possibile riscontro della Commissione Antimafia, operano sia esponenti del clan Moccia di Afragola che uomini legati all'Alleanza di Secondigliano e del clan Misso della Sanità. Il territorio è stato in questi ultime tre anni interessato anche dalla sanguinosa faida di Scampia tra cosiddetti «scissionisti» e «dilauriani» con una serie di efferati omicidi ed arresti eccellenti -:
se il Ministro in indirizzo non intenda intervenire con forza e decisione per appurare con celerità mandanti ed esecutori di queste continue e gravi intimidazioni, ridando fiducia ai cittadini onesti che si battono per il recupero civile e sociale di Arzano in un contesto difficile come quello della provincia napoletana nonché per garantire la massima sicurezza ed incolumità di chi si contrappone e denuncia questo sistema di illegalità e commistioni.
(4-02482)
BURGIO e MIGLIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti, anche sulla base di notizie riportate dagli organi di stampa, che il movimento Fiamma Tricolore ha annunciato di voler svolgere, per i1 10 febbraio 2007, una manifestazione di portata europea, che dovrebbe radunare rappresentanti e militanti delle organizzazioni più estreme della destra razzista, xenofoba, neo-nazista e neo-fascista;
la manifestazione dovrebbe tenersi a Livorno, medaglia d'argento della Resistenza, città democratica ed antifascista, in cui un orientamento politico progressista largamente prevalente della popolazione si intreccia ad un analogo tessuto della società civile, dell'associazionismo e delle organizzazioni sociali;
tale orientamento antifascista è stato ribadito nelle scorse settimane dalla cittadinanza, la quale ha espresso, in diverse forme, la totale contrarietà alla parata neo-fascista e neo-nazista della Fiamma Tricolore;
l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, congiuntamente alle altre associazioni antifasciste presenti sul territorio livornese e all'intero arco delle forze politiche e sociali democratiche, ha stilato il 9 gennaio 2007 un documento in cui impegna i soggetti presenti a mobilitarsi per una efficiente campagna d'informazione e mobilitazione, diretta in primo luogo a sollecitare le istituzioni centrali, improntata alla richiesta che venga rispettato l'obbligo, contenuto sia nel dettato costituzionale sia nelle leggi ordinarie, d'impedire qualsiasi manifestazione di recrudescenza neo-fascista;
nelle scorse settimane si sono verificate, in Toscana, diverse aggressioni a militanti politici della sinistra e a cittadini extracomunitari, nonché devastazioni di sedi di partito (da ultimo l'incendio della sede del Prc di Borgo San Lorenzo), imputabili verosimilmente a soggetti provenienti da ambienti xenofobi e neo-fascisti;
la scelta della città di Livorno come sede del raduno, alla luce delle considerazioni svolte, pare configurarsi come una palese provocazione, un affronto alla storia ed al presente della città;
a parere degli interpellanti vi è ragione di ritenere che concedere una qualsiasi sede nell'ambito del territorio cittadino e comunale di Livorno, oltre ad essere un atto di grave insensibilità rispetto alla volontà democraticamente espressa in svariate occasioni dalla cittadinanza, sarebbe una scelta molto grave ai fini dell'ordine pubblico e della governabilità della piazza -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda in parola;
se il Ministro, sulle base delle considerazioni svolte, non ritenga opportuno assumere a riguardo ulteriori informazioni;
se il Ministro intenda esprimersi con nettezza in ordine all'inopportunità che l'estremismo di destra italiano ed europeo manifesti il 10 febbraio prossimo a Livorno.
(4-02483)
GIOVANELLI, VANNUCCI, LUSETTI e MORRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella città di Fano nella notte tra il 1o e il 2 febbraio il segretario cittadino dei DS Luca Serafini e Samuele Mascarin, dell'Esecutivo Nazionale della Sinistra Giovanile, sono stati prima intimiditi da un gruppo di persone a volto coperto che indossavano maglie con scritta «Forza Nuova» e, immediatamente dopo, aggrediti e picchiati da un gruppo sconosciuto;
l'episodio, uno dei più gravi mai accaduti nella democratica e civile città di Fano, si iscrive chiaramente nel clima di tensione creato in città dal gruppo di «Forza Nuova»; su tale situazione era stata richiamata l'attenzione dei parlamentari locali anche da una lettera del Presidente della Provincia e da posizioni pubbliche assunte dall'ANPI -:
quali iniziative intenda assumere affinché nella città di Fano venga rafforzata l'azione di vigilanza e la prevenzione a tutela della sicurezza e, d'intesa con le istituzioni locali, l'azione di difesa dei valori costituzionali della democrazia e dell'antifascismo.
(4-02485)
CAMILLO PIAZZA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
una settantina di nomadi, cittadini rumeni, di cui la metà bambini, dallo scorso mese di dicembre e fino ai 31 marzo 2007, sono ospiti presso l'area circense di opera;
le famiglie sono state sgomberate all'improvviso da Via Ripamonti a Milano dalla Prefettura che aveva identificato un'area per un nuovo insediamento in un terreno privato rientrante nel Comune di Milano incuneato a Noverasco di Opera;
l'intervento del Comune di Opera, su sollecitazione dei residenti di Noverasco, ha bloccato i lavori nell'area decisa dal Prefetto;
nel corso di un incontro in Prefettura, al Comune di Opera è stato intimato di reperire un'area alternativa oppure il campo sarebbe stato costruito in Via Borsellino;
il Comune di Opera, che non era stato assolutamente informato di questa emergenza e dell'intenzione dì costruire un campo di accoglienza provvisorio ai propri confini, si è trovato costretto a dare una risposta entro poche ore. L'alternativa era subire un campo che probabilmente sarebbe diventato permanente alle proprie
porte, oppure ospitare per tre mesi i nomadi in un'area attrezzata, con garanzie per la sicurezza e tempi certi di tale ospitalità. Anche Provincia e Comune di Milano non erano avvisati dello sgombero e del successivo intervento di costruzione del campo;
in seguito ad un vertice tra i Comuni di Milano e di Opera, la Provincia di Milano e la Prefettura di Milano è stato assicurato al Comune di Opera la provvisorietà del campo e della necessita di dare un «tetto» temporaneo fino al 31 marzo 2007 a famiglie rom conosciute e seguite da anni i cui bimbi frequentano tutti le scuole di Milano. Era necessario garantire a 70 persone, tra cui 35 bambini, di poter superare l'inverno in tende riscaldate, in una soluzione evidentemente provvisoria. Queste famiglie sono seguite dalle parrocchie ed hanno siglato un vero e proprio «Patto di legalità» con le istituzioni e con la comunità, che li accoglie. Si tratta di cittadini rumeni, dal 1o gennaio 2007 cittadini europei a tutti gli effetti, con l'ingresso della Romania nell'Unione europea;
durante il Consiglio comunale indetto per la sera del 21 dicembre, che doveva servire per esporre i termini della questione, i pieni politicizzati tra i cittadini e militanti di centro destra, chiamati a raccolta dagli esponenti locali di AN, Lega e Forza Italia, hanno ritenuto di passare alle vie di fatto, incitando i presenti a recarsi presso l'area circense dove la Protezione Civile aveva già allestito alcune tende per «Smantellare il campo». Il campo e le tende sono state devastate ed incendiate, con blocchi stradali fino a tarda notte, senza che le forze dell'ordine, numericamente inconsistenti, potessero intervenire;
sul piccolo gruppo di facinorosi che ha dato fuoco alle tende e che ha prodotto la distruzione totale di beni comuni come il materiale della Protezione civile mettendo a soqquadro l'area, sta indagando ora la Magistratura;
per poter governare la difficilissima situazione venutasi a creare e per avere l'effettiva garanzia della provvisorietà dell'intervento, il Comune di Opera ha deciso di mettere a disposizione l'area circense fino alla data proposta e si sta adoperando per garantire la massima sicurezza ai propri cittadini, con un presidio fisso di operatori sociali e forze dell'ordine. Questa iniziativa sull'area circense consentirà di non avere un campo stabile al confine di Opera, non governato e non presidiato;
provincia e comune di Milano e Prefettura sono impegnati a reperire un'area alternativa a Milazzo entro il 31 gennaio 2007. Nell'area circense, la prossima primavera dovranno iniziare i lavori per la nuova sede delle Croce Rossa Italiana, ulteriore garanzia di liberazione dell'area;
il sindaco di Milano e il Prefetto, durante un incontro a Opera, hanno garantito in merito alla provvisorietà del campo;
il comune di Milano si farà carico degli oneri di accoglienza e dei servizi sociali a favore delle famiglie e dei bambini;
il gesto criminale che ha visto la devastazione del campo e l'incendio della tende non trova alcuna giustificazione e deve essere condannato con chiarezza, La violenza non deve trovare ospitalità in una comunità civile;
le problematiche sicuramente difficili, derivanti dall'impatto di comunità che storicamente trovino difficoltà di convivenza, non possono assolutamente giustificare atti di violenza verso le persone e i beni comuni;
l'accoglienza temporanea, con tutte le garanzie di sicurezza reciproca, è una questione sociale e non di ordine pubblico e il gesto criminale della devastazione e dell'incendio dell'area con alcune tende allestite, è un atto criminale di una gravità assoluta che non trova nessuna giustificazione;
ad insediamento completato nell'area circense di Opera da settimane si protrae un presidio, secondo l'interrogante, illegale, stabile ed organizzato di militanti e
cittadini capeggiati da partiti di centrodestra. Nonostante il sindaco dì Opera abbia insistentemente richiesto alla Questura e alla Prefettura interventi per ripristinare la legalità e scongiurare ogni possibile atto di intolleranza, le autorità non hanno risposto agli appelli -:
se, in seguito ai gravi avvenimenti descritti, il Governo abbia verificato la regolarità delle procedute di sgombero e di nuovo insediamento decise dalla prefettura di Milano;
se non ritenga opportuno intervenire affinché sia garantita la sicurezza sia alle famiglie rom ospiti nel campo provvisorio di Opera, sia agli abitanti della cittadina, assicurandosi che non si ripetano nuovamente manifestazioni di violenza e gesti criminali.
(4-02486)
SANTELLI, ASCIERTO e MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 9 maggio 1994 stabilisce che le graduatorie dei vincitori idonei rimangono efficaci per 18 mesi per «eventuali coperture di posti per i quali il concorso è stato bandito e che successivamente ed entro tale data dovessero rendersi disponibili.»;
l'articolo 39, commi 13 e 16, legge 27 dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni, stabiliscono la validità delle graduatorie di concorsi pubblici per un periodo di diciotto mesi dalla data della loro approvazione e subordinano l'indizione di nuove procedure all'indisponibilità di idonei in concorsi già espletati;
dall'esito delle procedure concorsuali relative al Concorso interno, per titoli ed esami, a 10 posti per l'accesso al ruolo dei Commissari della Polizia di Stato indetto con decreto ministeriale 1o febbraio 2005 la cui graduatoria è stata approvata con decreto pubblicato nel Bollettino Ufficiale del Personale del Ministero dell'Interno - supplemento straordinario n. 1/5 - dell'8 marzo 2006, sono risultati idonei non vincitori tre candidati;
sono stati successivamente banditi altri due concorsi:
a) il Concorso interno, per titoli ed esami, a 10 posti per l'accesso al ruolo dei Commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale 6 febbraio 2006 e pubblicato nel Bollettino Ufficiale del Personale del Ministero dell'Interno - supplemento straordinario n. 1/2 bis - del 13 febbraio 2006;
b) il Concorso pubblico, per esami, a 40 posti di Commissario del ruolo dei Commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale 31 dicembre 2005 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - 4a Serie Speciale «Concorsi ed Esami» - del 10 febbraio 2006;
con i citati concorsi l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza ha reso evidente la necessità di coprire altri posti vacanti in organico, senza però considerare la validità e l'efficacia della precedente graduatoria tuttora valida, dalla quale risultano in posizione di idoneità i tre candidati, contravvenendo così - secondo gli interroganti - alla ratio delle norme relative alla vigenza delle graduatorie nei concorsi ed ai criteri di economicità, efficienza e ragionevolezza;
a seguito della conclusione delle procedure concorsuali relative ai nuovi concorsi sono stati avviati al relativo corso di formazione, iniziato il giorno 28 dicembre 2006, i soli 37 vincitori (non sono risultati idonei) sui 40 posti previsti nel concorso pubblico, rendendo così certamente disponibili altri posti utili per soddisfare le acclarate esigenze di organico;
nella
seduta n. 50 del 10 ottobre 2006 la Camera ha approvato l'Ordine del Giorno 9/1704/1, così come riformulato in corso di seduta su esplicita richiesta del rappresentante del Governo, con cui, alla lettera c) si impegna il Governo a verificare la possibilità di assumere tre candidati
risultati idonei al concorso interno per 10 posti per l'accesso al ruolo dei commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale del 1o febbraio 2005;
la legge finanziaria per l'anno 2007 autorizza le forze di polizia ad assumere 2.000 unità entro il 30 marzo 2007, rendendo così disponibili ulteriori risorse;
l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza si appresterebbe a bandire un nuovo Concorso per il ruolo dei Commissari della Polizia di Stato da suddividere in 80 posti per la procedura pubblica e 20 posti per quella riservata agli interni, evidenziando così la necessità di ulteriori coperture di posti in organico nel ruolo dei Commissari;
in data 19 aprile 2005, nella
seduta n. 614 della scorsa legislatura, veniva presentata a firma dell'On. Lucidi una interrogazione a risposta orale in cui veniva evidenziato il mancato rispetto dell'articolo 39, commi 13 e 16, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, a discapito degli idonei non vincitori del concorso per il ruolo dei Commissari bandito nel 2004, per avere l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza bandito nuovi concorsi, pur in presenza di idonei di una graduatoria ancora attiva;
di seguito alla predetta interrogazione, con l'approvazione della legge 31 maggio 2005, n. 89, veniva disposta, tra l'altro, l'autorizzazione alle assunzioni degli idonei non vincitori dei concorsi per l'accesso alla qualifica di commissario della Polizia di Stato, con l'avvio al corso di formazione, in aggiunta ai 50 posti già previsti per l'anno 2005 dal bando di concorso, di ulteriori 12 idonei non vincitori del concorso interno ed altri 27 idonei non vincitori del concorso pubblico, banditi nell'anno 2004 -:
quali valutazioni ritenga di dover esprimere sulla vicenda esposta e se non ritenga di dover assumere ogni iniziativa idonea, oltre che a garantire una corretta applicazione delle norme vigenti sulla validità delle graduatorie concorsuali, anche a consentire il soddisfacimento della necessità dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza di poter coprire i posti carenti nell'organico, atteso che solo 37 unità su 40 previste dal bando sono state avviate al corso di formazione che ha avuto inizio il 28 dicembre 2006;
se non ritenga di dover autorizzare l'avvio al corso di formazione anche dei tre candidati risultati idonei al concorso interno per 10 posti per l'accesso al ruolo dei commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale del 1o febbraio 2005, coerentemente ed in analogia con quanto già avvenuto nell'anno 2005 ed in ottemperanza all'impegno assunto dal rappresentante del Governo con l'Ordine del Giorno 9/1704/1 approvato dalla Camera nella
seduta n. 50 del 10 ottobre 2006.
(4-02499)
MENIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che la Prefettura di Cagliari alla richiesta dei rappresentanti del Comitato «10 febbraio» (sorto in tutt'Italia allo scopo di diffondere le memorie ed i valori legati alla ricorrenza del Giorno del Ricordo) di potere partecipare alla cerimonia di consegna delle medaglie ai congiunti degli infoibati, assieme alle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, abbia negato agli stessi la presenza asserendo fosse pervenuta una direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri in cui si raccomandava che tali cerimonie avvenissero con carattere molto riservato e privato -:
se risponda al vero che dalla Presidenza del Consiglio dei ministri sia stata inviata a tutte le Prefetture una direttiva in tema e se realmente si sia data disposizione che la consegna delle medaglie ai parenti dei Martiri delle Foibe avvenga in forma del tutto riservata e con la presenza dei soli parenti;
in caso affermativo quali siano le motivazioni di tale direttiva, che ove tale
fosse, apparirebbe ingiusta e odiosa, sollevando il sospetto che si voglia mantenere ancora rigorosamente nascosta ai più una pagina così dolorosa della storia nazionale, quasi ci si dovesse vergognare dell'atto di riparazione compiuto con la consegna di tali medaglie, a sessant'anni di distanza da quei fatti, nei confronti di Martiri colpevolmente dimenticati per decenni.
(4-02505)