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Allegato B
Seduta n. 139 del 2/4/2007
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DIFESA
Interrogazioni a risposta scritta:
GALANTE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato da diversi organi di stampa, l'Italia ha recentemente firmato un memorandum d'intesa con il Pentagono riguardante il progetto statunitense di costruzione di un sistema antimissili, altrimenti detto «scudo spaziale»;
lo «scudo spaziale» prevede, al momento, lo schieramento di rampe di lancio missilistiche in Polonia e di radar in Repubblica Ceca. Le decisioni dei due paesi est europei hanno sollevato le critiche di Francia e Germania per aver rotto l'unità della Ue sulle questioni della difesa. Inoltre, hanno provocato le proteste della Russia, che si sente minacciata dal posizionamento di un sistema missilistico Usa che si trova a ridosso dei propri confini e a migliaia di chilometri di distanza dall'Iran, obiettivo dichiarato dello «scudo spaziale»;
il comandante dell'agenzia missilistica del Pentagono, generale Henry Obering, ha affermato, riferendosi al memorandum d'intesa, che «...con il Governo italiano abbiamo siglato un accordo quadro che definisce linee principali e meccanismi sulla base dei quali collaboreremo a questo progetto»;
secondo Il Messaggero, sempre in riferimento al memorandum firmato tra Italia e Usa, «Sul piatto vi sarebbe la disponibilità italiana a realizzare un sistema di copertura del nostro spazio aereo attraverso il dispiegamento in Italia di radar collegati con la centrale Ceca» -:
se il Ministro della difesa intenda chiarire, in dettaglio, in che cosa consistano i contenuti del memorandum d'intesa tra Italia e Usa;
se il Ministro intenda chiarire se nel memorandum d'intesa sia prevista l'installazione, in territorio italiano, di radar o altre parti dello «scudo spaziale»;
se il Ministro della difesa non ritenga che l'aver siglato ora un memorandum d'intesa non contrasti con l'intenzione, precedentemente dichiarata dal governo, che la questione dello «scudo spaziale» vada affrontata in ambito Ue e Nato, e che qualsiasi parere in merito vada rinviato a quanto emergerà dalla riunione di giugno dei ministri della difesa dei paesi aderenti alla Nato.
(4-03152)
GIOACCHINO ALFANO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il maresciallo capo dell'esercito Paride Amoroso, è stato richiesto ai sensi dell'articolo 1 della legge 26 novembre 1993, n. 482, per essere assegnato, a seguito di richiesta del presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia, al gruppo parlamentare, organo, quest'ultimo menzionato
dalla stessa Costituzione (articolo 72, comma 3 e articolo 82, comma 2);
è da considerare, quindi, che la legge citata n. 482 del 1993 richiama espressamente il decreto legislativo 3 febbraio 1992, n. 29 e si osserva che tale atto legislativo fa riferimento inequivocabile a tutte le amministrazioni dello Stato indipendentemente da qualunque status ricoperto dal singolo che chiede il comando o il distacco purché appartenente ad un'amministrazione statale quale è appunto la difesa;
la citata direttiva riportata dallo staff difesa che non concedeva il nulla-osta per il comando per il militare è un atto di natura secondaria che non può, in ragione del principio della gerarchia delle fonti normative confliggere con un atto quale è la legge ordinaria che prescrive a chiare lettere con uniformità di indirizzo legislativo la possibilità di ottenere il comando;
sembra, quindi, agli interroganti che vi sia una discriminazione puramente politica che contrasta con il regime democratico delle forze armate in cui, ormai da tempo, sono riconosciute le funzioni delle rappresentanze militari a tutela delle prerogative dei singoli militari;
il maresciallo, tra l'altro, era stato già comandato presso la segreteria di un sottosegretario di Stato senza avere avuto pareri contrari da parte delle autorità militari e ciò costituisce un precedente inequivocabile al quale dovrebbe far riferimento lo Stato maggiore della difesa. Anche in quel caso si trattava di svolgere compiti di rilievo istituzionale e i compiti e le mansioni era simili a quelli che il suddetto dovrà esercitare presso il gruppo parlamentare;
gli interroganti, quindi, non comprendono - dopo una richiesta formulata a termini di legge visto poi il precedente riportato in premessa, nonché in base ad un'attenta analisi della legge n. 482 del 1993 - quale ostacolo vi sia alla concessione del nulla osta;
è necessario ancora, sottolineare come siano di fronte a due pareri difformi da parte dello Stato maggiore dell'esercito che ha concesso il nullo osta e lo Stato maggiore difesa e il Gabinetto difesa che hanno espresso parere contrario -:
quali siano, a fronte di quanto detto in premessa, le ragioni della mancata concessione del nulla-osta al maresciallo Paride Amoroso, dopo che vi è stata una richiesta ufficiale da parte della Camera dei deputati e in considerazione anche del precedente richiamato nella premessa di questa interrogazione;
se non sia stato compiuto da parte dello Stato maggiore della difesa e del Gabinetto della difesa, un atto in contrasto con la legge citata in premessa che attribuisce la possibilità di comandare o distaccare tutti i dipendente delle pubbliche amministrazioni, senza fare riferimento giuridico al loro status;
quali siano le ragioni giuridiche della difformità di pareri tra lo Stato maggiore dell'esercito che ha concesso il nulla osta e lo Stato maggiore della difesa e difesa Gabinetto che hanno espresso parere contrario;
per quali ragioni giuridiche, dato che la Costituzione ha menzionato gli stessi gruppi parlamentari quali organi interni delle Camere e, quindi, con fini istituzionali necessari per il funzionamento della stessa Camera dei deputati, si ritenga che lo status di militare non consenta il comando presso i gruppi parlamentari;
se, in ragione di quanto detto in premessa, intenda concedere il nulla osta al maresciallo Paride Amoroso.
(4-03153)