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Allegato A
Seduta n. 83 del 6/12/2006
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(Sezione 4 - Iniziative volte a consentire la prosecuzione dei lavori di restauro del Colosseo)
LA RUSSA, RAMPELLI, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con una convenzione stipulata tra la Banca di Roma ed il ministero per i beni e le attività culturali nel giugno del 1992, la Banca di Roma (poi divenuta Capitalia s.p.a.) s'impegnava a stanziare 40 miliardi di lire per il restauro dell'Anfiteatro Flavio (Colosseo), da erogarsi nel quadriennio successivo, prevedendo anche un aumento della cifra in corso d'opera;
alla soprintendenza archeologica di Roma venivano successivamente attribuite le funzioni relative alla progettazione e alla vigilanza sul corretto svolgimento dei lavori;
il ministero per i beni e le attività culturali istituiva nel 1995 una commissione scientifica, con il compito di affiancare la soprintendenza nella programmazione delle opere e degli esami propedeutici al restauro del Colosseo e nella progettazione ed esecuzione degli interventi di recupero;
alle tre università romane veniva affidata nel contempo la realizzazione di un programma di studi, ricerche e consulenze volte a conoscere lo stato di sicurezza dell'Anfiteatro Flavio;
considerata la delicatezza degli interventi e del monumento nel suo complesso, il restauro si sarebbe dovuto completare entro il 2002, secondo le intenzioni della soprintendenza;
i lavori hanno riguardato principalmente la conservazione di superfici e muri antichi, nonché gli interventi per l'agibilità e la sicurezza del pubblico;
l'esecuzione di «restauri a campione», operati con tecniche e metodologie differenti, ha comportato per tanti anni che chiunque transitasse davanti al Colosseo lo vedesse di due colori diversi: una parte più chiara, ripulita nel settore che affaccia su via dei Fori Imperiali, le altre di colore grigio-scuro;
a quanto si apprende, le modificazioni avvenute in corso d'opera - in particolare i ritrovamenti di reperti durante il restauro - hanno costretto a continui aggiustamenti e revisioni contrattuali, fino al blocco definitivo dei lavori e, quindi, dell'erogazione dei finanziamenti da parte dello sponsor;
ancora oggi non si comprendono le reali ragioni del blocco dei lavori e, conseguentemente, i motivi del mancato utilizzo dei fondi, solo in parte stanziati;
dopo tanti anni la situazione del restauro del Colosseo permane praticamente nello stato di perenne incompiutezza, nonostante la soprintendenza abbia manifestato più volte l'intenzione di voler portare a termine i lavori di ripulitura delle volte;
secondo una recente ricerca condotta su una serie di monumenti romani da Herity, l'organismo internazionale per la gestione di qualità del patrimonio culturale, il Colosseo - naturalmente promosso per il suo ineguagliabile valore storico-culturale - sarebbe «rimandato» sotto il profilo della conservazione -:
quali urgenti iniziative intenda assumere per consentire la prosecuzione dei lavori di restauro e, in particolare, se non ritenga opportuno verificare la possibilità di stipulare con i privati nuove convenzioni per reperire ulteriori capitali.
(3-00458)
(5 dicembre 2006)