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Allegato A
Seduta n. 83 del 6/12/2006
(Sezione 6 - Iniziative normative volte a far sì che il lavoro torni ad essere fattore di sviluppo economico e di crescita sociale)
DELBONO, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, BELLANOVA, BUFFO, CODURELLI, CORDONI, D'AMBROSIO, DI SALVO, FARINONE, CINZIA MARIA FONTANA, LARATTA, LENZI, MERLONI, MIGLIOLI, MOTTA, SCHIRRU e VIOLA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
dopo anni di indifferenza, se non di vero e proprio disconoscimento del fenomeno, la condizione dei lavoratori inquadrati nelle molteplici forme della precarietà trova delle prime, importanti risposte alle tante problematiche connesse a tali forme contrattuali;
la sostanziale agevolazione del lavoro precario, sin qui tollerata o riconosciuta con disposizioni contraddittorie e discriminanti, ha orientato le scelte imprenditoriali verso un modello di organizzazione del lavoro basata sulla bassa professionalità e qualità produttiva, con effetti fallimentari sia sul piano sociale, sia su quello della competitività internazionale del nostro sistema produttivo;
già nel disegno di legge finanziaria per il 2007 sono poste importanti novità: dal riconoscimento della riduzione del cuneo fiscale e il conseguente abbattimento della base imponibile d'impresa relativamente al costo dei soli lavoratori a tempo indeterminato, al progressivo adeguamento dei contributi previdenziali per i lavoratori parasubordinati; dal diritto, loro riconosciuto, alla maternità e ai congedi parentali e la tutela delle gravidanze a rischio, al diritto alla malattia; dal processo di stabilizzazione e regolarizzazione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa o a progetto, all'obbligo di comunicazione di tali forme contrattuali ai servizio per l'impiego o al documento unico di regolarità contributiva;
anche per quanto concerne il comparto del pubblico impiego si registrano utili percorsi di stabilizzazione dei lavoratori precari, sia per le amministrazioni statali, sia per quelle regionali e degli enti locali, cui si sommano interventi specifici per la scuola, con un piano triennale per la messa in ruolo di 150.000 docenti e 20.000 amministrativi tecnici ausiliari e misure per i ricercatori che operano nelle università e negli enti pubblici di ricerca;
ulteriori e significative innovazioni si manifestano come necessarie per superare il quadro giuridico ereditato e una stagione che ha fatto della precarietà, della bassa professionalità e produttività, nonché di una sostanziale delegittimazione e svilimento del fattore lavoro nel suo complesso, la cifra identitaria di troppa parte del nostro sistema produttivo, spesso solo temporaneamente al riparo dalla concorrenza internazionale o che ha pensato di affrontarla puntando esclusivamente sulla riduzione del costo del lavoro, esternalizzandone gli oneri;
tra i tanti, alti costi sociali che si sono prodotti per i lavoratori precari, che - è bene ricordarlo - nella gran parte dei casi non hanno scelto tale soluzione, ma l'hanno subita come unica condizione per poter lavorare, vi è senz'altro il tema previdenziale, questione neanche troppo remota, se si considera che una parte consistente di essi non è annoverabile nelle fasce anagrafiche, anche piuttosto dilatate, dei giovani;
ad avviso degli interroganti, è necessario puntare al superamento della precarietà e costruire le condizioni per cui anche ai lavoratori che liberamente vogliano scegliere forme di flessibilità del lavoro sia, comunque, assicurata la condizione per costruirsi una previdenza dignitosa ed un sistema di tutele adeguato -:
quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di ricostruire un quadro giuridico complessivo (sistema previdenziale, ammortizzatori sociali, disposizioni sul mercato del lavoro) all'interno del quale il lavoro non sia più considerato
solo come un onere, ma torni ad essere un fattore di sviluppo economico e di crescita sociale.
(3-00460)
(5 dicembre 2006)