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Allegato B
Seduta n. 83 del 6/12/2006
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
CIOCCHETTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che -:
l'Istituto per il credito sportivo, istituito con la legge 24 dicembre 1957 n. 1295, è ente di diritto pubblico, partecipato anche da banche private (tra le quali BNL, Dexia Crediop, MPS ed il gruppo Capitalia) e, come noto, ha come scopo il finanziamento delle opere legate al mondo dello sport;
esisterebbe una gravissima situazione di conflittualità tra i sindacati e l'alta direzione dell'istituto, che avrebbe portato ad esplicite denunce dell'attuale gestione dell'ente, in quanto fortemente condizionata da logiche personali;
tale gestione starebbe provocando un danno economico prossimo all'irreparabilità, per la prolungata stasi nella gestione dell'attività ordinaria dell'ente, che ha portato nel primo semestre 2006 al minimo storico di mutui contratti nella storia dell'Istituto per il credito sportivo, come anche espressamente ammesso dal CdA dell'istituto, che in una recente assemblea ha attestato «una situazione caratterizzata da un preoccupante calo di attività e da progressiva distruzione di valore»;
esisterebbe, inoltre, una gravissima conflittualità tra l'alta direzione dell'istituto e gli organi di controllo interno, che ha portato - a seguito di espressa denuncia da parte del collegio sindacale - ad un'ispezione da parte di Banca d'Italia, tuttora in corso, tesa ad accertare se il CdA abbia agito secondo i principi di una sana e prudente gestione nell'attività di ordinaria erogazione dei mutui, nonché l'eventuale violazione dei più elementari principi di legge in materia di controllo interno sugli enti pubblici;
risulterebbe infatti all'interrogante che la precedente responsabile del controllo interno dell'istituto è stata trasferita ad altro incarico senza alcuna evidente motivazione, tanto da trovarsi costretta ad adire le vie legali nei confronti del credito sportivo, con evidente rischio per lo stesso ente di risarcimento danni;
all'interrogante risulterebbe, inoltre, che successivamente anche il nuovo responsabile del controllo interno abbia subito vessazioni da parte dell'alta direzione dell'istituto, fino ad arrivare al suo licenziamento, dopo appena 90 giorni dall'assunzione, per esclusivi motivi «ritorsivi» e da parte dell'alta direzione dell'istituto, la quale non ne aveva i poteri, come sancito dall'ordinanza del giudice del lavoro di Roma, che ha immediatamente reintegrato il predetto dirigente nelle precedenti mansioni;
esisterebbe inoltre una grave situazione di conflittualità anche tra i vertici dell'istituto e i Ministeri vigilanti, Beni ed attività culturali e Sport e politiche giovanili, attestata da numerose missive indirizzate ai vertici dell'Istituto, con le quali si invitava fermamente il CdA a svolgere esclusivamente attività di ordinaria amministrazione, astenendosi dalle attività straordinarie;
tale situazione ha portato infine all'avvio del procedimento di revoca del Presidente da parte dei Ministeri competenti, che ad oggi non ha ancora trovato riscontro;
anche a seguito dei fatti su esposti, l'Istituto per il credito sportivo è stato messo sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica di Roma per diverse ipotesi di reato, che vanno dall'abuso di ufficio alla truffa ai danni dello Stato -:
se siano a conoscenza della situazione predetta, e, nel caso, se intendano attivare una verifica e un monitoraggio delle irregolarità emerse nella gestione dell'Istituto per il credito sportivo;
se, una volta attestata l'effettiva sussistenza di illeciti amministrativi e riscontrata dunque la veridicità delle affermazioni predette, non ritengano opportuno intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, adottando provvedimenti necessari ed urgenti a salvaguardia di una corretta e trasparente gestione dell'Istituto, e per assicurare agli organi di controllo interno il pieno ed effettivo svolgimento delle proprie funzioni.
(5-00478)
FILIPPONIO TATARELLA e BONO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Corriere della Sera del 19 novembre 2006 ha pubblicato una recensione sulla «Carmen», opera inaugurale della stagione 2006-2007 della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari, che con un eufemismo potrebbe essere definita una solenne stroncatura, ma che, in verità, a giudizio degli interroganti, lascia intravedere ben più profonde lacune e inadempienze da parte dei promotori dell'evento. Una circostanza decisamente spiacevole che, secondo gli interroganti, alla luce delle svolte gestionali imposte dall'attuale Consiglio di Amministrazione, conferma le riserve da molti sollevate sulla corretta conduzione dell'Ente e fa emergere inquietanti incognite sul futuro dell'istituzione lirica del capoluogo pugliese;
non si tratta, semplicemente, di un giudizio negativo nei confronti di una produzione mal riuscita, che, per quanto formulato dall'autorevole critico di una tra le più importanti testate italiane, può rientrare nei rischi di una programmazione teatrale. In questo caso, piuttosto, si parla di un disastro senza precedenti sul piano musicale, che sposta, inevitabilmente, l'attenzione su un'altra dimensione ancora più grave e preoccupante. Il recensore, infatti, manifesta con sgomento la sua incredulità per l'infimo valore dello spettacolo: «una inaugurazione di quelle a cui non si vorrebbe assistere mai». E ancora sulle scelte infelici effettuate dalla Fondazione, afferma: «...apre la stagione con Carmen, titolo di vasto richiamo, ma sproporzionato all'orchestra di cui dispone...
combina inoltre un mezzo pasticcio scritturando un coro inadeguato per un'opera di tale difficoltà, al posto di quello degli anni scorsi, con più militanza alle spalle... assembla infine un cast che rivela più buchi di uno scolapasta». Insomma, l'articolo mette brutalmente in risalto l'insufficienza delle capacità propositive e creative espresse, in relazione alla posizione e ai finanziamenti di un Ente lirico: «una prima - evidenzia il giornalista - che si farebbe fatica a digerire quand'anche fosse prodotta da un teatro di tradizione, figurarsi da una Fondazione Lirica che percepisce quote di denaro pubblico assai maggiori». In altre parole, secondo gli interroganti, si ritiene che Bari riveli, palesemente, di non possedere più i requisiti previsti dal rango di eccellenza nel campo della produzione del teatro musicale in cui è stata inserita;
è bene ricordare che con la sua costituzione, avvenuta per disposizione della legge 11 novembre 2003, n. 310, la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari è stata inclusa tra gli enti «di prioritario interesse» operanti in Italia nel settore musicale ed è stata, di conseguenza, sottoposta alle prescrizioni della legge 14 agosto 1967, n. 800, e successivi decreti, secondo cui le finalità dei suddetti organismi sono «la diffusione dell'arte musicale, la formazione professionale dei quadri artistici e l'educazione musicale della collettività». A giudizio degli interroganti, riesce difficile immaginare come, al momento, l'Ente barese possa assolvere a queste funzioni e in che modo possa rispondere a quelle caratteristiche di rilievo nazionale richieste dalla vigente normativa, se i risultati conseguiti sono talmente catastrofici da suscitare la più impietosa delle derisioni e la più implacabile delle disapprovazioni, rendendo inammissibile qualsiasi prova d'appello. Eppure, la Fondazione nelle sue prime due stagioni era riuscita a conquistare stima e credibilità con progetti di alto livello, unanimemente apprezzati, e grazie a una direzione attenta e intelligente che aveva saputo coniugare, con coerenza e scrupolosità, le esigenze del territorio con l'urgenza di erigere ponti di collegamento con il più ampio contesto artistico internazionale, pur nella diligente osservanza dei bilanci finanziari, chiusi sempre in attivo. Un lavoro svolto con serietà e passione, in conformità ai vincoli stabiliti dal ruolo istituzionale ricoperto e in linea con le legittime aspettative del legislatore, che, generosamente, aveva voluto concedere questo riconoscimento alla città di Bari, quale stimolo per la ripresa della vita musicale, soprattutto in prospettiva della riapertura del suo massimo teatro. È lo stesso reportage del Corriere della Sera, infatti, a tratteggiare lo scivolone della «Carmen» come un «autogol che cancella gli sforzi compiuti dal Petruzzelli negli ultimi anni per risollevarsi dal trauma del rogo della sede stabile e dalle relative conseguenze». Non è un caso che sempre sulle pagine del quotidiano milanese, a firma del medesimo critico, si leggevano, non più di sette mesi fa, ben diverse considerazioni a proposito di un'altra produzione, il «Ratto dal serraglio», curata dai responsabili in carica in quel periodo: «...è uno soltanto dei titoli che rendono particolarmente attraente quest'anno la stagione lirica della Fondazione Teatro Petruzzelli. Non solo perché non si era mai rappresentato da queste parti ma perché la confezione dello spettacolo la si è affidata a due artisti di sicuro carisma (il direttore Ottavio Dantone e il regista Cesare Lievi)». Un episodio isolato? Una fortunata coincidenza? Assolutamente no, perché tutti, proprio tutti, gli spettacoli proposti dalla Fondazione nei piani artistici del 2004-2005 e del 2005-2006 sono stati accolti da consensi incondizionati. Così, mentre ora Bari deve nascondere la faccia di fronte all'intero Paese, l'inaugurazione della precedente stagione con «The beggar's opera» di Britten veniva salutata sul Sole 24 Ore con toni a dir poco trionfalistici: «...questo spettacolo è uno di quei rarissimi doni degli dei, nei quali non si potrebbe rintracciare un neo, un difetto sia pure irrisorio». Al Sole 24 Ore faceva eco la prestigiosa rivista Amadeus: «Da tempo la Fondazione lirico sinfonica del Petruzzelli di Bari ha intrapreso
una programmazione di forte profilo culturale, che è dire controcorrente, visti i tristi tempi che corrono». Per non citare gli innumerevoli articoli apparsi in questi due anni sulla stampa locale, sempre pienamente entusiastici. Di fatto, secondo gli interroganti, il repentino e indesiderato mutamento di rotta è coinciso con il cambiamento della dirigenza della Fondazione Petruzzelli, voluto e portato a compimento con fermezza dal Consiglio di Amministrazione, rinnovatosi nei suoi componenti e nella presidenza. Il nuovo sovrintendente, Giandomenico Vaccari, che ha avocato a sé anche la responsabilità della direzione artistica, secondo gli interroganti, manifesta subito i suoi limiti, come l'esito del suo esordio produttivo fa inequivocabilmente intendere, con previsioni pericolosamente allarmanti per le sorti della Fondazione Petruzzelli, per l'immagine della città e per la collettività pugliese. Un timore fondato, non solo dal modesto grado qualitativo delle iniziative approntate, ma anche dai dubbi sull'efficacia delle strategie economico progettuali seguite. Non si comprende, per esempio, la ragione per cui quantitativamente, e non soltanto nei contenuti, l'attività abbia subìto nella corrente stagione una sensibile contrazione in raffronto al passato, pur disponendo di pari, se non superiori, risorse. Nel 2005-2006 la Fondazione ha programmato 54 appuntamenti, tra lirica, opera ragazzi, concertistica e danza (di cui 30 recite d'opera in forma scenica distribuite su nove differenti titoli), oltre a 6 anteprime riservate alle scuole e 52 concerti in decentramento nelle periferie della città, per un totale di 112 giornate di spettacolo. Il cartellone 2006-2007 predisposto da Vaccari presenta, inspiegabilmente, solo 32 date, di cui 17 recite liriche in forma scenica (per appena 4 titoli d'opera e 1 di operetta), e alcune rappresentazioni di opera per i ragazzi e concerti decentrati, tuttora non precisati. Un assottigliamento impressionante dell'offerta musicale che appare agli interroganti ancora più incomprensibile se si tiene conto degli attesi interventi finanziari degli enti soci, prima mai concessi, e degli avanzi di bilancio rivenienti dai precedenti esercizi;
a giudizio degli interroganti, ci si trova di fronte a un'evidente situazione di inadeguatezza dal punto di vista professionale che fa sorgere comprensibili incertezze sul futuro. Si temono possibili ripercussioni, in vista, peraltro, dell'ingresso ormai non troppo lontano dell'Ente lirico barese nel FUS. Scadenza a cui sarebbe doveroso presentarsi preparati e organizzati convenientemente e degnamente per affrontare un sereno e paritario confronto con le più prestigiose realtà musicali italiane -:
se non ritenga opportuno disporre l'immediato commissariamento della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari, al fine di assicurare l'applicazione di criteri d'investimento delle sovvenzioni pubbliche più razionali e più confacenti agli obblighi di stretta pertinenza;
quali altre iniziative intenda assumere per garantire ai cittadini baresi e ai cultori del melodramma quel servizio di promozione culturale che è stato, secondo gli interroganti, svilito e mortificato nella sua peculiarità e incisività, per non disperdere il patrimonio di esperienze accumulato, per salvaguardare i diritti dei lavoratori impegnati nell'attività lirica e per consentire l'espletamento nella maniera più rigorosa ed efficiente di quei compiti artistici, formativi e sociali assegnati dalla legge alla fondazione Petruzzelli e teatri di Bari, oggi desolatamente disattesi.
(5-00480)
Interrogazioni a risposta scritta:
RANIERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con la legge 8 ottobre 1997, n. 352, articolo 9 (Provvedimenti a favore delle aree archeologiche di Pompei) a Soprintendenza di Pompei veniva dotata di autonomia;
nell'ambito delle dotazioni organiche del Ministero per i beni culturali e ambientali veniva istituito l'ufficio del Direttore amministrativo della Soprintendenza, cui è preposto un dirigente del ruolo dei dirigenti amministrativi (comma 6);
il Ministro per i beni culturali e ambientali, sentito il Soprintendente e previa comunicazione al Consiglio dei ministri, ha finora affidato le funzioni di cui al comma 6 ad un soggetto estraneo all'Amministrazione, con contratto di diritto privato di durata triennale;
il precedente Governo ha affidato le funzioni di Direttore Amministrativo dei Siti archeologici più famosi al mondo, patrimonio dell'Umanità, prima ad un generale dell'Aviazione in pensione, poi ad un archeologo, il dottor Crimaco, il quale dirigeva e dirige tuttora il Museo Civico archeologico di Mondragone;
è diffusa la convinzione che l'esperienza amministrativa del dottor Crimaco a Pompei non sia stata positiva e che ciò abbia determinato problemi seri tali da compromettere la piena valorizzazione di un sito archeologico dal valore inestimabile come quello di Pompei;
risulta ora che, approvato il decreto legge 262/2006 correlato alla Finanziaria 2007, il dottor Crimaco verrebbe confermato nell'incarico mentre il Soprintendente professor Pietro Giovanni Guzzo, unanimemente considerato archeologo tra i più prestigiosi e funzionario del Ministero per i beni e le Attività culturali di vasta esperienza e capacità abbia contestualmente rassegnato le dimissione dall'Amministrazione -:
quali siano le valutazioni che hanno portato alla conferma del dottor Crimaco, archeologo non nei ruoli del Ministero, nelle funzioni di Direttore Amministrativo della Soprintendenza archeologica di Pompei, per le quali si immaginava occorressero ben altri requisiti;
quali azioni intende intraprendere per assicurare ancora all'Amministrazione la competenza e l'esperienza del professor Guzzo la cui intensa opera di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico vesuviano trova unanimi riconoscimenti anche presso la comunità scientifica internazionale.
(4-01887)
LOMBARDI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Centro Europeo di Drammaturgia con sede legale a Potenza è un Ente di produzione teatrale istituito dalla Provincia di Potenza e riconosciuto con apposito DPGR dalla Regione Basilicata e dal Ministero competente dal 1992 e, da tale data, ininterrottamente sovvenzionato;
il suddetto Centro è destinatario di apposito contributo ministeriale ai sensi e per gli effetti dell'Art. 14 del decreto ministeriale 21 dicembre 2005;
questo Centro è in regola con la normativa contenuta sia nel citato decreto ministeriale 21 dicembre 2005, che in quella adottata dalla Circolare applicativa della Direzione Generale Dipartimento per lo Spettacolo dal Vivo e lo Sport n. 9204/s dell'8 marzo 2006;
nonostante abbia mantenuto inalterato il numero dei lavoratori scritturati (34), abbia la disponibilità adeguata per una città come Potenza, sia in regola con il versamento degli oneri previdenziali ed assistenziali, garantisca un servizio al territorio lucano (sostenendo l'occupazione anche attraverso il settore della formazione), abbia una continuità artistica e tecnica annuale e sia in regola con i consuntivi di attività (trasmessi puntualmente al Dipartimento innanzi citato), dal 2004 il suddetto Centro ha subito una riduzione del finanziamento Ministeriale pari a circa il 70 per cento;
per l'anno 2006 al suddetto Centro di Drammaturgia è stato liquidato il 50 per cento del contributo anno 2005 in ragione di 25mila euro mentre l'assegnazione definita dal Ministero sempre per lo stesso anno è di soli 20mila euro; per questo
motivo la relativa pratica dovrà essere oggetto di riesamina dalla competente Commissione Prosa;
per l'effetto dell'applicazione dei parametri quantitativi utilizzati dal Ministero per l'assegnazione del contributo anno 2006 al Centro Europeo di Drammaturgia spetterebbero oltre 100mila euro;
se non ritenga opportuno riesaminare, già nella prossima Commissione Consultiva per la Prosa, la pratica del Centro Europeo di Drammaturgia nel rispetto dell'applicazione dei parametri per la quantificazione del finanziamento, contenuti nel decreto ministeriale 21 dicembre 2005, scongiurando per questa via un drastico taglio dei posti di lavoro di giovani occupati che penalizzerebbe una regione già fortemente disagiata e con un altissimo tasso di disoccupazione.
(4-01888)
ZINZI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con nota del 26 luglio 2006 la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico delle province di Caserta e Benevento, esprimeva parere favorevole al progetto di ampliamento della via SS. Cosma e Damiano e alla salvaguardia della grotta ipogea, presentato dall'amministrazione comunale di San Nicola La Strada (Caserta), a condizione che venisse salvaguardata la testimonianza del muro esistente, lasciando a vista l'intera sezione orizzontale al livello del piano stradale, e che venissero posti a preventiva approvazione della Soprintendenza stessa i disegni architettonici di dettaglio del progetto;
con successiva nota del 2 ottobre la stessa Soprintendenza comunicava al comune di San Nicola La Strada, la revoca in autotutela del parere espresso tenendo conto principalmente della circostanza che l'allargamento della strada previsto sulla copertura del cunicolo di ingresso alla cavità e sulla grotta ipogea, avrebbe comportato l'alterazione del regime idrometrico del terreno soprastante le cavità (a causa dell'abbattimento di alcuni alberi secolari) con conseguente rischio per la conservazione delle stesse;
a margine di tale nota la Soprintendenza avvertiva l'amministrazione comunale della sua intenzione di ripristinare il vincolo sull'area con la prescrizione di non modificarne la destinazione a giardino;
il sindaco del comune di San Nicola La Strada, con lettera dell'11 ottobre, faceva presente alla citata Soprintendenza come il ripristino del vincolo ed il ritiro dell'iniziale parere favorevole, fosse giunto tardivamente e che l'amministrazione aveva già posto in essere atti consequenziali anche a carattere oneroso, per la difesa dei quali si sarebbe riservato il diritto di ricorrere alla magistratura amministrativa, contabile ed eventualmente penale, nell'esclusivo interesse dei cittadini;
il soprintendente, architetto Guglielmo, rispondeva in data 16 ottobre con una missiva in cui, oltre a confermare la tempestività del provvedimento di revoca, esprimeva pesanti e gratuite critiche all'assetto urbanistico della città debordando dai propri ambiti di competenza con giudizi, secondo l'interrogante, personali e lesivi sia dell'attività della amministrazione comunale che della onorabilità di una intera comunità;
secondo l'interrogante, il sovrintendente con personali esternazioni che esulano dalle sue competenze, ha posto in essere un grave atto di offesa nei confronti di una intera comunità e del suo primo cittadino, mortificando al tempo stesso il ruolo istituzionale della Soprintendenza di
Caserta e Benevento ridotta a mero strumento per una generica, dannosa e demagogica polemica politica -:
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali atti concreti intenda adottare nei confronti del sovrintendente.
(4-01891)