Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 83 del 6/12/2006
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
La IX Commissione,
premesso che:
la sicurezza stradale è stata uno degli aspetti di maggior rilievo nell'attività parlamentare della passata legislatura come dimostra la riforma del Codice della Strada e l'introduzione della patente a punti;
tra le misure più incisive e meno onerose introdotte con la riforma del Codice della Strada va senz'altro menzionato l'obbligo di evidenziare la sagoma dei mezzi lunghi e pesanti con strisce retroriflettenti, al fine di contribuire in maniera davvero efficace alla diminuzione dell'incidentalità in un Paese come l'Italia in cui l'85 per cento del trasporto merci avviene su gomma e il numero degli incidenti che coinvolgono i mezzi lunghi e pesanti rimane purtroppo alto;
circa il 60 per cento del parco circolante, ritenendo importante adeguarsi alla legge sia per la propria incolumità che per una generale maggiore sicurezza nella circolazione stradale, ha già provveduto ad installare sui propri mezzi le strisce retroriflettenti;
l'obiettivo europeo di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime della strada è lontano e molto rimane da fare, in particolare nel nostro Paese dove oggi ancora si registra un forte ritardo rispetto agli altri Paesi europei;
i dati dell'incidentalità in alcune città campione effettuate dalle organizzazioni civili e delle vittime della strada fanno emergere una neutralizzazione degli effetti positivi della patente a punti ed una preoccupante inversione di tendenza con sensibile incremento di incidenti e mortalità;
questi dati allarmanti insieme ai proclami di fare della sicurezza stradale uno dei punti fondati dell'azione di Governo, annunciavano un impegno dell'Esecutivo in questa direzione e non certo la volontà di disperdere il lavoro fatto in merito, tra l'altro, ad una disposizione che fa dell'Italia un esempio a livello europeo,
impegna il Governo
ad adottare iniziative affinché siano garantiti almeno i 20 milioni di euro per il 2007, per le attività e le azioni da realizzarsi a favore di una maggiore prevenzione dell'incidentalità e dell'antinfortunistica stradale, soprattutto a fronte del fondo di ben 420 milioni di euro per il 2007 a favore del settore dell'autotrasporto di merci;
a prendere in considerazione ipotesi alternative per rispondere alle aspettative di alcune associazioni di categoria degli autotrasportatori senza perciò attivarsi per abrogare una disposizione da tempo attesa da milioni di cittadini utenti della strada e adottando iniziative volte a limitare, quindi, un'eventuale sospensione all'obbligo di installazione dei paraspruzzi, in considerazione del ritardo con cui si è proceduto all'emanazione delle relative disposizioni tecniche, oppure a modificare la previsione del fermo dei veicoli privi o non conformi alle caratteristiche tecniche richieste come, invece, attualmente previsto dall'articolo 4 del decreto ministeriale 27 dicembre 2004 recante «Norme di omologazione e di installazione degli evidenziatori retroriflettenti per la segnalazione deiveicoli pesanti e lunghi e dei loro rimorchi».
(7-00084) «Gibelli, Caparini».
La XIII Commissione,
premesso che:
la vigente normativa in materia di pesca e di acquacoltura prevede l'adozione di un programma nazionale e l'erogazione di fondi statali per il raggiungimento degli
obiettivi, ivi indicati, di sviluppo sostenibile della pesca, di tutela dell'occupazione, dei consumatori e della concorrenza internazionale, nonché di aggiornamento professionale e scientifico;
la formazione di tale programma e la scelta in ordine ai criteri da adottare e le strategie da perseguire, sono improntate al metodo della concertazione (articolo 2, comma 2, decreto legislativo n. 154 del 2004);
sono ammessi alla concertazione i soggetti rappresentativi a vario titolo degli operatori del settore;
secondo il decreto legislativo in vigore, è cura dell'amministrazione svolgere periodicamente indagini in ordine al grado di rappresentatività delle associazioni di categoria e aggiornare i relativi dati, ogniqualvolta debba farsi applicazione del suddetto criterio;
proprio per assolvere a tale scopo il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali chiede, alle Associazioni di categoria, di dichiarare il numero e la consistenza dei propri iscritti;
la concertazione avviene attraverso il «Tavolo Azzurro», di cui all'articolo 2 del decreto legislativo n. 154 del 2004, al quale partecipano, tra gli altri soggetti dotati di rappresentatività, anche i presidenti delle associazioni nazionali delle cooperative della pesca;
l'articolo 3 del decreto legislativo n. 154 del 2004 prevede, inoltre, la Commissione consultiva centrale per la pesca e l'acquicoltura che «... è chiamata a dare pareri sui decreti del Ministro delle politiche agricole e forestali, o del sottosegretario di Stato delegato, finalizzati alla tutela e gestione delle risorse ittiche ed in relazione ad ogni argomento per il quale il presidente ne ravvisi l'opportunità»;
la sua costituzione è improntata al principio della rappresentatività ed il suo operato costituisce espressione del principio di concertazione;
il metodo della concertazione e il connesso criterio di rappresentatività costituiscono, dunque, veri e propri principi fondamentali della normativa di settore;
il principio di concertazione è indicato tra i principi e criteri direttivi della legge delega n. 38/03, in esecuzione della quale è stata adottata la vigente normativa di riordino del settore di cui al decreto legislativo n. 154 del 2004;
al programma nazionale è affidato non solo il compito essenziale di perseguire le finalità indicate dall'articolo 4 - commi 2 e 3 - del decreto legislativo n. 154 del 2004, ma anche quello di ripartire gli stanziamenti statali di bilancio a favore degli operatori del settore;
la legislazione vigente prevede, dunque, che l'adozione del piano di riparto dei fondi, così come il programma nell'ambito del quale tale riparto è inserito, avvengano col metodo della concertazione;
in data 2 novembre 2006 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali - Direzione Generale Pesca - ha inoltrato, ad una delle Associazioni di categoria, i decreti relativi ai finanziamenti concessi per l'annualità 2006;
tale Associazione ha presentato all'Amministrazione un programma correlato dal relativo piano finanziario, per un importo di euro 600.000,00 relativamente agli investimenti, e di euro 1.740.000,00 in merito agli interventi, ma nel decreto le è stato riconosciuto un fondo pari a euro 380.145,00, relativo agli interventi (capitolo 1477), e concesso un fondo pari all'importo di euro 78.932,00, relativo agli investimenti (capitolo 7088), mentre ad altre associazioni, meno rappresentative della prima, sono state riconosciute somme ben superiori e previste in occasione dell'adozione delle linee guida;
situazione analoga si è proposta anche nelle annualità precedenti e, tra l'altro, i finanziamenti all'Associazione hanno subito, negli anni, tagli notevoli per giungere ad una differenza, nel 2006, di euro 115.739,00 rispetto all'annualità 2005;
il Ministero afferma di aver fondato la propria decisione sulla base dei criteri di rappresentatività delle associazioni;
tali criteri, peraltro, non risultano definitivi in nessun provvedimento e sono, in realtà, inesistenti;
tale presunta rappresentatività delle associazioni è quindi stata calcolata in modo, secondo il firmatario del presente atto, assolutamente arbitrario, considerato che all'associazione in questione sono state attribuite circa trenta cooperative mentre risultano aderenti oltre duecento cooperative del solo settore pesca;
a tale proposito si era dato inizio ad una collaborazione del Ministero delle politiche agricole e forestali con il Ministero dello sviluppo economico, già Ministero delle attività produttive, quest'ultimo titolare della statistica cooperativa, avente il fine di verificare il numero delle adesioni, delle cooperative di pesca, alle centrali cooperative;
tale collaborazione si è risolta in un solo incontro dei rappresentanti istituzionali con le associazioni di settore delle centrali cooperative e non ha avuto alcun seguito;
il 28 marzo 2006 è stato emanato un decreto ministeriale in cui si è stabilito che la rappresentatività deve fondarsi sul numero delle cooperative aderenti a ciascuna centrale, prendendo in considerazione categorie che sono completamente estranee al settore pesca (ad esempio i pescivendoli) e non tenendo conto, invece, delle cooperative di pura pesca, che nel caso dell'associazione in questione risultano essere 1/4 delle circa 900 complessive esistenti sul territorio nazionale (dati Unioncamere);
tale decreto ministeriale risulta - secondo il firmatario del presente atto - oltremodo viziato sotto il profilo della competenza la quale fa capo al Ministero dello sviluppo economico e non al MI.PA.A.F.;
ciò ha comportato - sempre secondo il firmatario - una disparità palese nell'attribuzione dei fondi in finanziamento, in violazione di quanto previsto dalla legge vigente;
il parere della Commissione consultiva centrale, articolo 3 del decreto legislativo n. 154 del 2004, presuppone un «parere» il quale, per l'annualità 2005, è mancato, risolvendosi in un semplice dibattito nella Commissione stessa, mentre per l'anno 2006 vi è stata solo una comunicazione verbale indicativa di una imposizione del Ministro senza possibilità di partecipazione delle parti componenti la stessa Commissione Consultiva;
in realtà la competenza a determinare gli obiettivi e le linee guida generali della politica nazionale della pesca e dell'acquacoltura, nonché la concertazione permanente, è attribuita, secondo l'articolo 2 del decreto legislativo n. 154 del 2004, al Tavolo Azzurro e non alla Commissione Consultiva, mentre questa esprime anche valutazioni sulle decretazioni ministeriali,
impegna il Governo:
ad applicare pienamente il principio di rappresentatività, svolgendo le istruttorie indispensabili per individuare i soggetti legittimati ad interloquire con l'amministrazione sulle scelte fondamentali del settore, tenendo conto delle indicazioni in ordine al numero delle cooperative e di produttori rappresentati, per attribuire a ciascuna associazione un peso specifico, giusto ed equo, ai fini della ripartizione proporzionale dei fondi;
ad applicare pienamente il principio fondamentale della concertazione che ispira tutta la disciplina di settore, realizzando la ripartizione degli stanziamenti previsti sulla base di coerenti provvedimenti che recepiscano i due moventi della concertazione e della rappresentatività;
ad acquisire le indagini in ordine al grado di rappresentatività delle associazioni di categoria dal ministero competente;
ad effettuare, per gli anni a seguire, una distribuzione delle risorse in modo
rappresentativo e proporzionato, con riferimento al settore delle cooperative della pesca, come annoverato dalla vigente legislazione sulle imprese cooperative e loro consorzi, sulla base di dati obiettivi ed ufficiali, e secondo quanto previsto dalla legislazione europea.
(7-00085) «D'Ulizia».