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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Rapporto tra interessi economici e salvaguardia dei diritti umani, civili e religiosi nell'ambito delle relazioni con la Cina - n. 3-00258)
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00058
(Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
Avverto che l'interrogazione è stata sottoscritta, oltre che dagli originari firmatari, anche dall'onorevole Cesa.
Prego, onorevole Volonté, ha facoltà di parlare.
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Presidente, onorevole ministro, qualche giorno fa si è conclusa una missione importante che l'ha vista compartecipe, con il presidente Prodi, in Cina.
Lei sa certamente che la violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, a partire da quella religiosa, è ordinaria amministrazione in quel paese. Lo stesso rapporto europeo Belder sulle relazioni tra Unione europea e Cina mette in evidenza, oltre all'assoluta mancanza del rispetto dei diritti umani, anche tale continua violazione della libertà religiosa. Le ricordo che l'Unione, la coalizione di cui lei fa parte, riconosce l'utilità e l'importanza di realizzare un codice etico per la sottoscrizione di accordi commerciali con l'Italia.
La interroghiamo per sapere se, a partire da queste evidenze del diritto internazionale ed europeo, e alla luce degli impegni politici della sua parte politica, lei abbia ritenuto, insieme al Presidente del Consiglio Prodi, di fare presente con altrettanta determinazione, l'importanza, in vista delle relazioni commerciali, economiche e diplomatiche con quel paese, del tema dei diritti umani.
PRESIDENTE. Il ministro del commercio internazionale e per le politiche europee, Emma Bonino, ha facoltà di rispondere.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. La ringrazio, Presidente. Ringrazio altresì vivamente i colleghi per l'interrogazione rivoltami perché essa dà l'occasione, a me personalmente ed al Governo, di chiarire una serie di posizioni. È, infatti, importante che, rispetto ad un paese come la Cina - così come nei riguardi di altri paesi, di cui parlerò -, vi siano posizioni chiare e possibilmente condivise.
Non starò qui a ripetere, quindi, la composizione della delegazione e l'obiettivo della stessa - ciò è stato ampiamente divulgato dalla stampa -, ma vengo rapidamente alla questione posta dagli interroganti. Credo sia condivisibile il fatto che dalla Cina non è possibile prescindere, come dimostra la circostanza che in questi stessi giorni si è svolto il vertice Unione europea-Cina e che il primo ministro cinese ha visitato Germania e Gran Bretagna, firmando peraltro importanti accordi internazionali commerciali. Ritengo che sia altresì importante verificare, anche sulla base della risoluzione del Parlamento europeo, che tutti i leader europei, daPag. 55Angela Merkel a Blair, passando per la Finlandia, fino poi a Prodi, a Pechino, hanno - e se lei mi consente: abbiamo - ripetuto lo stesso univoco messaggio agli interlocutori cinesi in materia di rispetto dei diritti umani e civili. Anzi, abbiamo tutti usato persino le stesse parole.
Quanto abbiamo detto è che l'incremento delle relazioni commerciali ed economiche con la Cina deve comportare progressi sostanziali in materia di democrazia, diritti umani, Stato di diritto, diritti religiosi e individuali, che sono componenti basilari (e devono continuare ad esserlo) del dialogo politico. Si tratta delle stesse dichiarazioni che ho pubblicamente reso nel mio intervento di apertura alla fiera di Canton, alla presenza delle massime autorità cinesi, della stampa internazionale e degli imprenditori, quando - lei mi scuserà se mi cito - ho chiesto al Governo cinese di accompagnare la crescita spettacolare e sostenuta sul piano economico con una apertura altrettanto sostenuta sul piano sociale e sul piano dei diritti individuali.
In qualità di ministro del commercio internazionale, ho sollevato con le mie controparti, in aggiunta, il problema delle regole nel campo economico e dei diritti sociali, dalle contraffazioni al rispetto della proprietà intellettuale, fino alle diverse forme di concorrenza sleale. Come lei sa, ci stiamo battendo, mi sto battendo in questi giorni - nonostante, per l'appunto, missioni in Cina e quant'altro - con molta determinazione affinché forme di concorrenza sleale attuate da paesi quali la Cina ed il Vietnam siano sanzionate a livello europeo. Spero anzi, stasera, di poter dare a questo Parlamento ed al paese una buona notizia.
Dunque, posso rassicurare i colleghi che pure una missione complessa e delicata quale quella effettuata in Cina non ha fatto venire meno l'impegno in tal senso; anzi, è stata l'occasione per ribadire anche a Pechino quanto altri leader europei hanno dichiarato nelle loro capitali.
Infine, lei accenna nella sua interrogazione alla questione dell'embargo. Il Presidente Prodi non ha detto nulla di diverso da quanto già espresso dal Presidente Ciampi, dall'onorevole Fini e dall'onorevole Berlusconi nella passata legislatura. Non mi pare quindi questo il problema. Per altro verso, invece, penso che questa sia una questione seria e complessa che rientra nel quadro...
PRESIDENTE. Signor ministro, la prego di concludere.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. ...delle relazioni politiche tra Unione europea e Cina. Ed è la ragione per cui l'Europa continua la concertazione in materia lentamente, senza scosse rispetto all'alleato americano che, peraltro, come lei sa, l'embargo non ce l'ha. Quindi è una questione ...
PRESIDENTE. Signor ministro, deve concludere.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Ho finito, signor Presidente.
Si tratta, quindi, di una questione complessa che seguiremo con molta attenzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare, per due minuti.
LUCA VOLONTÈ. Ringrazio l'onorevole Bonino, la quale ha fatto bene a citarsi perché - lo dico senza ironia - né le sue parole, né quelle del Presidente Prodi hanno avuto eco sulla stampa italiana, e questo a differenza di quelle di molti altri leader europei; cito Angela Merkel, ma posso citare, lo scorso anno, il viaggio del Presidente degli Stati Uniti Bush, che è stato evidenziato sulla stampa italiana non solo per la sua difesa dei diritti (che non gli ha consentito di chiudere alcuni accordi commerciali, come lei sa, se non quello della Boeing) ma anche per il viaggio con la squadra cinese in mountain bike. Non è stato così, non ci aspettavamo il viaggio in mountain bike di Prodi, ma ci aspettavamo in maniera più chiara almenoPag. 56il richiamo ai diritti e alle libertà fondamentali. Lei lo sa, visto che si occupa di questi argomenti, come ritiene di fare, da molti anni: siete atterrati in Cina ed è stato arrestato un vescovo cattolico! Non è che, scendendo dalle scale, è stata detta una parola, non perché si è trattato di un cattolico, ma perché è stato un atto chiaro del Governo cinese, indirizzato anche al fatto che arrivasse un Presidente del Consiglio che dice di essere un cattolico adulto.
Le richiamo poi un altro aspetto, ministro Bonino, senza nessuna critica. Le ho ripetuto che la sua coalizione pone all'interno del suo programma un elemento chiaro, che ho guardato con interesse, quello di accompagnare gli accordi commerciali a livello diplomatico con la firma di un trattato di comportamento anche etico. Ciò non è stato fatto, soprattutto in Cina, come - immagino - neanche in altri viaggi. Qui non è in discussione il fatto che si debba fare i conti con la Cina. Questo è un dato della realtà. Il problema è come fare i conti con un regime come quello cinese, come quello indonesiano o come quello di alcuni Stati africani. Come si fa i conti con tali regimi? Alzando la voce o non alzandola? Alzandola dopo una settimana, quando si rientra in Italia, o battendo i pugni sul tavolo lì, quando si sta concorrendo per l'acquisto di una fabbrica di pomodori pelati, piuttosto che di un motorino?
Questo è il modo in cui lei intende la diplomazia, non solo commerciale, che noi possiamo e dobbiamo criticare; al riguardo, ci aspettiamo una maggiore coerenza, non rispetto alle nostre convinzioni - evidentemente diverse dalle sue - ma rispetto allo stesso programma elettorale [Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].