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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,05).
(Fenomeno degli incendi verificatisi nel territorio siciliano - n. 2-00699)
PRESIDENTE. Il deputato Violante ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00699, concernente il fenomeno degli incendi verificatisi nel territorio siciliano (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, signor sottosegretario, i deputati dell'Unione eletti in Sicilia hanno presentato Pag. 5questa interpellanza dopo gli incendi, ma prima che il Governo assumesse alcune determinazioni sulla materia. Ne abbiamo letto sui mezzi di informazione, ma siamo comunque interessati a conoscere i dettagli degli interventi del Governo.
Qual è la ragione di questa interpellanza? Dal 1o gennaio 2007 al 2 settembre del 2007 ci sono stati 7.797 incendi in Italia che hanno interessato oltre 127 mila ettari. Se guardiamo il trend della crescita degli incendi, vediamo che esso diventa ogni anno sempre più preoccupante. In particolare quest'anno in Sicilia ci sono stati cinque morti, il numero più alto in tutta Italia, ed è questa la ragione che ci ha spinto a presentare questa interpellanza.
Vogliamo richiamare l'attenzione del Governo su due questioni: la prima riguarda le vittime, la seconda le aziende. Si tratta di un tema che non è emerso nel dibattito in questa materia, ma è un tema drammatico, poiché alcune aziende sono state completamente distrutte (mi riferisco alla Sicilia, in particolare). Come è noto, quando ci sono episodi di tipo atmosferico o altro, si realizzano degli interventi, diretti o indiretti, che aiutano le aziende a riprendersi, anche perché si tratta di posti di lavoro, di produzione, eccetera. Non mi pare che in questo caso si sia fatto nulla. Ci sta a cuore sapere se il Governo ha già fatto qualcosa o se è nelle sue intenzioni provvedere.
Un'altra questione che poniamo alla sua attenzione è quella relativa al Corpo forestale dello Stato, che ha il compito specifico di curare il patrimonio forestale del Paese. Se non erro, il Corpo forestale ha circa novemila dipendenti e ha una carenza di organico di circa mille unità. Ieri il Ministro dell'interno ha fatto riferimento al raggiunto obiettivo di un ripianamento degli organici, o un parziale ripianamento degli organici, delle forze di polizia. Non so se rientra in questo quadro anche il ripianamento degli organici del Corpo forestale dello Stato, ma mi permetto di segnalare all'attenzione del Governo l'opportunità che si proceda, magari progressivamente, in questo senso perché esso ha la titolarità delle funzioni dirette alla prevenzione. Ritengo che ci dovremmo attrezzare sin da ora per evitare che il prossimo anno il trend prosegua in modo ancora più drammatico.
Sono queste le questioni che ci stanno a cuore: le vittime, le aziende, il Corpo forestale e le misure per la prevenzione per l'anno venturo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interpellanti perché danno modo anche al Governo di fare un punto riepilogativo di una situazione che, in effetti, è stata molto drammatica.
Il fenomeno degli incendi boschivi nel corso della stagione estiva 2007, in effetti, ha colpito con un trend in crescita sotto molteplici aspetti, come diceva il presidente Violante, in particolare le regioni centro-meridionali della nostra penisola.
Condizioni particolarmente critiche si sono registrate nei giorni del 25 e 26 giugno, quando le regioni Calabria e Sicilia sono state devastate da incendi violenti e persistenti a causa delle alte temperature, perduranti già da giorni, assieme a venti di libeccio di forte intensità. Successivamente, dal 15 luglio in poi, dopo un periodo di piovosità intensa al Nord e il manifestarsi di un'ondata di calore nelle regioni centro-meridionali, si è assistito ad un progressivo incremento del numero degli incendi.
Il 20 luglio è stato lanciato dal Capo del Dipartimento della protezione civile, con l'emanazione degli indirizzi operativi inviati ai presidenti delle regioni e delle province autonome, ai prefetti della Repubblica e ai sindaci delle diciassette principali città italiane in cui è attivo il sistema di allarme delle ondate di calore, un ulteriore appello relativo all'attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento e allarme per fronteggiare le conseguenze Pag. 6dell'incremento delle temperature previste per l'ultima settimana di luglio.
Nelle regioni centro-meridionali, nonché in Calabria, Sicilia e Sardegna, le strutture operative del servizio nazionale della Protezione civile, e non solo quelle preposte alla lotta attiva degli incendi boschivi, si sono impegnate a fondo soprattutto a salvaguardia della vita umana, rinunciando, in alcuni casi, alla tutela dei beni anche ambientali e forestali. Per quanto riguarda l'acuirsi degli incendi boschivi sviluppatisi sul territorio della regione siciliana nel corso del recente mese di agosto, si fa presente che, a partire dalla giornata del 20 agosto, un'ulteriore manifestazione di fenomeni particolarmente gravi ha interessato la parte tirrenica delle regioni centro-meridionali e la Sicilia settentrionale. Le richieste di concorso della flotta aerea statale, coordinata nel suo impiego dal Dipartimento della protezione civile, sono aumentate: dalle 17 richieste del 20 agosto alle 33 richieste del 21 agosto, fino alle 48 richieste del 22 agosto.
Nel corso della giornata del 22 agosto, il Centro operativo aereo unificato della Protezione civile ha tentato più volte, invano, di trasferire due idrovolanti Fire Boss dall'aeroporto di Tortolì verso la Sicilia, ma a causa delle avverse condizioni meteo (nubi basse, piogge e scariche elettriche), i mezzi sono stati costretti a rientrare alla base di partenza. Pertanto, fin dalle prime ore del mattino del 22 agosto, la flotta aerea coordinata dal suddetto COAU (Centro operativo aereo unificato) della Protezione civile è stata utilizzata al massimo delle potenzialità, operando in particolar modo in Calabria, Campania e Sicilia.
Nella regione Sicilia, dal centro operativo regionale, sono partite ben quattro richieste di concorso aereo, rispettivamente alle ore 5,12 per la zona di Cefalù, nella provincia di Palermo, alle ore 7,01 per la località di Montagnareale, alle ore 7,41 per la località San Marco D'Alunzio e, infine, alle ore 17,51 per la località di Naso, tutte e tre nella stessa provincia di Messina. Sin dalle prime ore della mattina del 22 agosto, sono stati impiegati ben cinque Canadair, rispetto ai complessivi nove disponibili su tutto il territorio nazionale, che si sono alternati sui diversi focolai di incendio, muovendosi in base all'urgenza delle richieste e secondo il manifestarsi delle avverse condizioni climatiche che ne hanno condizionato l'operatività.
Infine, si fa presente che al Dipartimento della protezione civile non risultano pervenute richieste da parte del COR (Centro operativo regionale) Sicilia per interventi di concorso aereo sul comune di Patti. In proposito, occorre rammentare che tali richieste rappresentano il presupposto necessario per l'avvio della procedura d'impiego della flotta aerea a disposizione del predetto. Nel contesto emergenziale derivante dai gravissimi incendi boschivi, il Governo ha adottato una serie di provvedimenti aventi carattere di urgenza, primo fra tutti la dichiarazione dello stato di emergenza nei territori delle regioni dell'Italia centro-meridionale del 27 luglio scorso, ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225. Successivamente, in data 28 agosto 2007, il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato l'ordinanza di protezione civile n. 3606 recante: «Disposizioni urgenti per fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei territori delle regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e della regione siciliana in relazione agli eventi calamitosi determinati dalla diffusione di incendi e dai fenomeni di combustione».
Con tale provvedimento il capo del Dipartimento della protezione civile è stato nominato commissario delegato. Al commissario sono state attribuite le competenze relative all'adozione di tutte le iniziative necessarie al superamento dell'emergenza stessa, avvalendosi di soggetti attuatori nominati tra i presidenti delle regioni e delle province interessate e i prefetti, previa emanazione di un apposito provvedimento contenente l'individuazione dei territori provinciali maggiormente colpiti. Spetta, dunque, al commissario delegato provvedere alla puntuale ricognizione e quantificazione dei danni subiti dalle infrastrutture, dai beni pubblici e privati e Pag. 7dal patrimonio agroforestale; promuovere presso gli enti competenti le opportune iniziative volte al ripristino, in condizioni di sicurezza, delle infrastrutture pubbliche danneggiate dagli incendi, nonché predisporre la pianificazione degli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio incendi con la partecipazione delle regioni interessate.
Va rilevato che il provvedimento emergenziale è stato concepito e predisposto al fine di attuare le disposizioni normative in materia tuttora vigenti, seppure obsolete. In proposito, il Dipartimento della protezione civile, in occasione di alcune audizioni tenute in sede parlamentare sull'emergenza relativa agli incendi boschivi, ha evidenziato la necessità e l'urgenza di modificare quanto prima la normativa.
Alla luce di tutto ciò, l'ordinanza ha disposto che il commissario delegato, per il tramite dei soggetti attuatori, ponga in essere ogni azione propulsiva affinché i sindaci dei comuni interessati assicurino il rispetto delle norme finalizzate alla riduzione del rischio di incendio e i soggetti attuatori stessi, entro un dato termine, trasmettano al commissario delegato l'elenco dei comuni inadempienti rispetto al disposto dell'articolo 10, comma 2, della legge n. 353 del 2000 (che è la legge quadro in materia di incendi boschivi), agendo, in caso di inerzia, previa diffida, in via sostitutiva. Alla luce del convincimento che la pianificazione sia lo strumento fondamentale in grado di prevedere e prevenire il rischio del verificarsi delle diverse tipologie di eventi calamitosi e mitigarne le possibili conseguenze, l'ordinanza ha previsto, per quanto riguarda i parchi nazionali, regionali e le aree naturali protette regionali, la predisposizione da parte dei soggetti attuatori di appositi piani. Nei predetti piani saranno individuate le infrastrutture per l'avvistamento degli incendi e l'approvvigionamento idrico antincendio, con un rapido accesso dei mezzi di soccorso alle aree percorse dal fuoco. Saranno altresì curate la perimetrazione e la classificazione delle aree esposte ai rischi, nonché l'organizzazione dei modelli di intervento, affidata alle prefetture con il coordinamento regionale e, infine, saranno predisposti, da parte dei sindaci, i piani comunali di emergenza per garantire la salvaguardia e l'assistenza alla popolazione. Qualora ricorrano situazioni di inadempienza da parte dei predetti comuni, le prefetture territorialmente interessate provvederanno in loro sostituzione.
A ciò si aggiunga che il medesimo provvedimento, partendo dal presupposto, ampiamente dimostrato, che una delle principali cause del dissesto idrogeologico è da ricercarsi nella non regolata attività edilizia che ha caratterizzato gli ultimi decenni e nella consapevolezza che il fenomeno degli incendi boschivi contribuisce ad aggravare tali fenomeni di rischio, ha assegnato direttamente al commissario delegato l'azione di impulso affinché tutti i comuni esposti al rischio idrogeologico ed idraulico elevato e molto elevato, ai sensi della legge n. 267 del 1998, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico nelle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania, predispongano i relativi piani di emergenza.
A seguito dell'emanazione dell'ordinanza n. 3606 ed in attuazione delle sue disposizioni, il commissario delegato ha predisposto due decreti commissariali. Il primo è relativo all'individuazione dei contesti provinciali interessati dal fenomeno degli incendi boschivi, alla nomina dei soggetti attuatori e alla previsione dei compiti ad essi connessi. Il secondo contiene gli indirizzi e le modalità per l'attuazione degli interventi relativi all'istituzione, ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della legge n. 353 del 2000, da parte dei comuni interessati dagli incendi, del catasto delle aree percorse dal fuoco. Ai prefetti e ai presidenti delle regione interessate è attribuito il compito di segnalare al predetto commissario l'elenco dei comuni inadempienti, ivi compresa la possibilità di sostituirsi ad essi in caso di inerzia.
In merito, poi, alle risorse destinate a finanziare tutti gli interventi e le iniziative connessi all'emergenza incendi, la citata ordinanza n. 3606 ha previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro, a titolo di Pag. 8anticipazione, da porre a carico del Fondo della protezione civile, come integrato dal Ministero dell'economia e delle finanze e, eventualmente, anche dalle amministrazioni regionali e dagli enti locali interessati. È stata prevista, inoltre, una serie di contributi a sostegno della popolazione, da erogare in favore dei residenti nelle abitazioni danneggiate e dei titolari di tutte le attività presenti nei territori che hanno subito danni.
A seguito della gravità della situazione verificatasi, l'Italia intende attingere al Fondo di solidarietà dell'Unione europea, che costituisce uno strumento finanziario supplementare, distinto dagli altri strumenti strutturali, creato, su proposta della Commissione europea, per fronteggiare le alluvioni che hanno devastato i Paesi dell'Europa centrale nell'agosto del 2002. La torrida estate del 2003, che ha avuto conseguenze particolarmente drammatiche nelle regioni mediterranee colpite da siccità e incendi, ha confermato l'importanza di un'efficace organizzazione della solidarietà europea in caso di calamità. L'obiettivo di tale strumento è di erogare un sostegno finanziario agli Stati membri ed ai Paesi candidati all'adesione, colpiti da gravi calamità naturali, con serie ripercussioni sulle condizioni di vita, sull'ambiente naturale o sull'economia di una o più regioni.
Gli interventi urgenti previsti dal Fondo, destinati a far fronte ai danni non assicurabili, sono individuati sulla base dei parametri relativi al ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell'elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell'istruzione. Essi sono, inoltre, destinati alla realizzazione di misure provvisorie di alloggio e organizzazione dei servizi di soccorso per soddisfare le necessità immediate della popolazione, alla messa in sicurezza immediata delle infrastrutture, all'approntamento di misure di protezione del patrimonio culturale ed alla ripulitura immediata delle zone danneggiate, comprese quelle naturali.
Al fine di attivare il Fondo di solidarietà, il Dipartimento della protezione civile, considerando che la serie di incendi verificatisi ha devastato ampi territori di tredici regioni italiane, con gravi ripercussioni sull'ambiente e sull'economia dell'intero Paese, ha inviato due note (il 27 luglio e il 27 agosto 2007) a tutte le regioni interessate, invitandole a fornire con urgenza le informazioni necessarie a determinare l'inoltro della richiesta di accesso al Fondo.
Si rammenta, infine, che in Italia situazioni analoghe si sono verificate in occasione del terremoto in Molise e dell'eruzione dell'Etna, fenomeni per i quali è stato ottenuto un finanziamento, rispettivamente, di 30.826 e di 16.798 milioni di euro. In questo quadro, naturalmente, anche gli ulteriori problemi, posti con riferimento all'attenzione da rivolgere alle vittime e alle attività produttive che hanno subito danni, saranno complessivamente valutati al fine di predisporre una risposta adeguata.
PRESIDENTE. Il deputato Piscitello, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.
RINO PISCITELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non possiamo che prendere atto positivamente di molte delle questioni affrontate dal Governo (per la stragrande maggioranza, peraltro, successive alla presentazione dell'interpellanza in esame). È evidente che l'approccio alla questione degli incendi - soprattutto di quelli che scoppiano in condizioni assolutamente prevedibili e conosciute (non si tratta, infatti, di incidenti imprevedibili) - deve essere ordinario e non può essere di emergenza: risolta l'emergenza, pertanto, occorre necessariamente un approccio ordinario e di prevenzione. Non si tratta un fenomeno imprevedibile, così come non sono imprevedibili le condizioni meteorologiche in cui il fenomeno si verifica e non sono sconosciute né le categorie interessate (lo dico tra virgolette) al verificarsi di questi fenomeni, né le loro motivazioni. Mi permetto di sottolineare due questioni, che Pag. 9emergono con evidenza con riferimento alla risposta del sottosegretario.
A fronte di tutte le questioni poste, ci troviamo soprattutto davanti a una forte carenza di organico di tutte le strutture interessate a questa vicenda, dal Corpo forestale dello Stato, che è sotto organico di mille persone, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, come è noto, è sotto organico di quasi settemila persone (un numero elevatissimo), alla Protezione civile. Abbiamo bisogno che, ordinariamente, queste strutture vengano gradualmente reintegrate e che - mi permetterei di dire - siano le meno soggette ai vincoli posti dalla manovra finanziaria alla copertura dei posti in organico. Questa era la prima questione, anche considerato - lo aggiungo - che l'Italia è il Paese dove l'organico dei vigili del fuoco, rispetto alla media europea, è quello più basso in rapporto alla popolazione. Nell'organico vi è un vigile del fuoco ogni cinquemila abitanti, mentre in Europa, sostanzialmente, ve n'è uno ogni mille o duemila abitanti. Vi è quindi un sotto-organico in presenza di una media che è già molto bassa. Vi è poi anche il nodo dei mezzi, che sono assolutamente da aggiornare, sia per il Corpo forestale sia per i vigili del fuoco.
Credo che questi siano i problemi che nell'ordinario dobbiamo porci. La seconda questione che desidero porre è la seguente. Abbiamo ascoltato con molto interesse la questione dell'istituzione del Fondo per il risarcimento dei danni alle aziende che, secondo noi, deve coprire i danni complessivi e non solo quelli alle infrastrutture necessarie al ripristino in sicurezza. L'altra questione che ci pare rilevante è quella delle vite umane perse negli incendi. Riteniamo che i meccanismi risarcitori vadano valutati con grande attenzione. È evidente che i risarcimenti in questo caso non riescono ad essere definiti, però riteniamo che lo Stato debba necessariamente immaginare i meccanismi risarcitori.
Concludo dicendo semplicemente che prendo atto positivamente del fatto che le risposte non sono solo di ordine emergenziale, ma anche di ordine strutturale ed è evidente che bisogna proseguire su questa strada, affrontando tutti i meccanismi, a partire da quelli fondamentali degli organici.