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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Intenti del Governo sul progetto di raddoppio della base statunitense presso l'aeroporto Dal Molin di Vicenza - n. 3-00254)
PRESIDENTE. L'onorevole Galante ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00254 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
SEVERINO GALANTE. Signor ministro, intervengo su un punto specifico.
Attese le dichiarazioni alla stampa del sindaco di Vicenza circa il ruolo esorbitante svolto, secondo lo stesso, da militari italiani e stranieri in merito alle decisioni sul progetto di una nuova base americana, chiedo se risulti che effettivamente si siano esercitate o si stiano esercitando pressioni di qualsiasi tipo, da parte dei soggetti militari italiani o stranieri, al fine di ottenere dalle autorità civili l'assenso al progetto di raddoppio. Come lei capisce, si tratta, all'interno del problema generale, di uno specifico nodo fondamentale, che investe il rapporto tra Forze armate e politica, e, dunque, decisivo per la democrazia.
PRESIDENTE. Il ministro della difesa, Arturo Mario Luigi Parisi, ha facoltà di rispondere.
ARTURO MARIO LUIGI PARISI, Ministro della difesa. L'interrogazione dell'onorevole Galante ripropone la nota questione della richiesta al Governo statunitense per l'utilizzazione dell'area civile dell'aeroporto Dal Molin, ai fini dell'accorpamento della centosettantatreesima brigata presente a Vicenza.
L'onorevole interrogante pone l'accento sulle decisioni prese e sul percorso decisionale adottato. Per quanto riguarda le decisioni, che egli definisce non ancora pienamente note, a tutt'oggi, con la controparte USA non sono stati sottoscritti impegni di alcun genere. La disponibilità di massima manifestata dal precedente Governo non si è tradotta, infatti, in alcun accordo sottoscritto.
Per quanto concerne poi la riunione del 6 luglio, confermo il suo svolgimento, così come la conoscenza da parte del ministero. Si è trattato di una riunione di carattere meramente tecnico volta a verificare la fattibilità di uno specifico piano di transizione, con la partecipazione di tutte le parti in causa. Per la Difesa, alla riunione hanno preso parte i vertici tecnici di settore e, in particolare, il direttore generale del demanio militare, oltre a rappresentanti dello stato maggiore della difesa e del gabinetto del ministro. Erano inoltre presenti i rappresentanti militari statunitensi.
Rassicuro l'interrogante che non risulta che la riunione sia stata in alcun modo connotata da spirito di segretezza, con il fine di adottare iniziative in contrasto con gli intenti dell'autorità governativa. Autorità che resta indiscutibilmente competente per l'assunzione della decisione finale.
Escludo altresì con perentorietà l'ipotesi di ogni indebita pressione sulle autorità civili da parte di soggetti militari, italiani o stranieri, al fine di ottenere l'assenso al progetto.
Tengo inoltre a sottolineare che alla riunione è stato invitato - ed ha partecipato -Pag. 49anche il sindaco di Vicenza, invitato proprio al fine di coinvolgere in ogni passaggio anche la comunità locale interessata.
Onorevole Galante, in relazione all'ultimo punto della sua interrogazione, mi preme ricordarle che, proprio a partire dalla mobilitazione della popolazione interessata a cui si fa riferimento, il Governo ha inteso riaprire il confronto con gli Stati Uniti per ricercare il consenso necessario anche in sede locale. Ed è ancora sul riconoscimento delle istanze del territorio che si fonda la richiesta al comune di Vicenza di esprimere un giudizio di accettabilità del progetto in relazione agli aspetti urbanistici, sociali ed ambientali, del quale siamo ancora in attesa.
PRESIDENTE. L'onorevole Galante ha facoltà di replicare.
SEVERINO GALANTE. Signor ministro, lei mi ha rassicurato, confermando la mia opinione che quella che il sindaco di Vicenza ha reso alla stampa fosse una versione tendenziosa, se non falsa.
Tornando al tema principale, la base in questione non arricchisce né l'economia né l'occupazione locale, al massimo favorisce la speculazione, inquina e danneggia l'ambiente, aggrava tutti gli aspetti della vita quotidiana dei vicentini, dal traffico ai rifiuti, dalla vigilanza all'uso delle risorse naturali. Costa oggi e costerà in futuro per l'edificazione, per la gestione e, quando sarà, per la riconversione civile; pertanto, è in perdita finanziaria totale.
Inoltre, tale base è pericolosa per la sicurezza, sia per la sicurezza quotidiana dei vicentini sia - e vengo all'aspetto nazionale - per la sicurezza strategica del nostro paese. In quella struttura si progetta infatti il cervello di una base di attacco che risponde a logiche di aggressione contro il Medio Oriente e di dominio mondiale, nelle quali viene in tal modo direttamente coinvolta l'Italia. Non vi è dunque alcun interesse, né locale né nazionale, che giustifichi un assenso al progetto statunitense.
Chiedo pertanto che il Governo rispetti la decisione finale indelegabile e che agisca subito, in quanto il raddoppio della base di Vicenza «non s'ha da fare»!