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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Accordo relativo all'utilizzo dell'aeroporto militare Dal Molin di Vicenza da parte delle forze armate statunitensi - n. 3-00012)
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00012 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), testé sottoscritta dal deputato Picano.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, nell'annunciare il titolo della presente interrogazione lei stesso ha parlato di un accordo che, in verità, non sappiamo se esista.
Da un anno e mezzo l'opposizione, in sede di consiglio comunale a Vicenza, tenta di sapere se appunto vi sia stata un'intesa del precedente Governo Berlusconi con l'Amministrazione americana per raddoppiare sostanzialmente la presenza dei militari americani nella città di Vicenza.Pag. 3
A Vicenza sono presenti già duemila militari americani; dunque, se l'intenzione è quella di raddoppiarli, che fine farebbe l'aeroporto civile sul quale insiste anche un'attività di aviazione civile?
Visto che ad oggi l'amministrazione locale ha mantenuto un comportamento omertoso, chiediamo al Governo se tale intesa sia stata sottoscritta, affinché la comunità locale possa assumere le proprie decisioni anche in vista di una riunione dell'apposita commissione, che dovrebbe fornire un parere definitivo sulla questione.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere per tre minuti.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Il collega Fabris ha posto la questione in modo estremamente corretto.
Secondo le informazioni raccolte presso l'amministrazione della difesa, da tempo, in particolare da parte dell'Amministrazione degli Stati Uniti, è in corso un processo di trasformazione radicale e continua dello strumento militare.
Si tratta di un processo che comporta consultazioni con gli alleati e i partner per quanto riguarda, caso per caso, le decisioni operative da assumersi in sintonia con i paesi interessati, in questo caso con l'Italia.
Naturalmente, ogni modifica degli assetti si dovrà configurare nell'ambito degli accordi che regolano la materia che concerne l'utilizzo delle basi in Italia da parte delle forze alleate.
Dentro questo processo, gli Stati Uniti hanno avanzato al precedente Governo la richiesta di poter utilizzare l'intera area ad est della pista di volo, compresa quella su cui insiste l'aerostazione civile, dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza, in previsione della rimodulazione della 173rd Airborne Brigade. L'area citata dovrebbe fornire un'idonea sistemazione logistica a tutta la brigata nella sua nuova configurazione e soddisfare le esigenze correlate di protezione delle forze.
Onorevole Fabris, l'ipotesi di concessione in uso dell'area in questione è stata portata avanti dopo un esame condotto dal Ministero della difesa che ha visto anche il coinvolgimento delle autorità locali, dalle quali risulta all'amministrazione non siano stati presentati particolari elementi ostativi alla realizzazione di una base.
Di conseguenza, nella precedente legislatura la difesa ha rappresentato al Governo degli Stati Uniti una disponibilità di massima a questa concessione a condizione che l'operazione venga formalizzata con un piano preciso di transizione sulla tempistica, le azioni da compiere e i costi; un piano - aggiungo - che si rende necessario, perché l'attività deve coinvolgere tutti i livelli, innanzitutto gli enti territoriali, perché ne sia informata ovviamente la popolazione locale, oltre che il Governo della Repubblica, perché si possa pervenire ad una soluzione condivisa sul progetto, consentendo la continuazione senza restrizioni delle attività di volo commerciale che insistono sull'aeroporto Dal Molin.
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare per due minuti.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, finalmente una parola chiara. Si spezza il velo di silenzio presente su questa vicenda. Signor Vicepresidente del Consiglio, pensi che sino a giovedì scorso l'amministrazione locale negava che ci fosse qualsiasi tipo di iniziativa in corso, al punto che siamo arrivati nell'aula del consiglio comunale dove l'amministrazione è stata costretta a mostrare dei video, dei progetti, delle cose già definite, addirittura dei piani finanziari e delle previsioni di introiti e quant'altro per la realtà locale.
Vorrei essere chiaro su un punto: ovviamente, non c'è alcun pregiudizio ideologico da parte nostra circa la necessità di rispettare gli impegni internazionali del nostro paese. Quello che chiediamo (e che la città chiede) è che le popolazioni - come lei ha ben detto - siano coinvolte in questi percorsi che riguardano il rispetto degli impegni del nostro paese in ambito internazionale.Pag. 4
Non ha avuto senso, quindi, alla luce di quanto lei ha riferito finalmente in quest'aula e che verrà certamente riportato in quella città, tenere nascoste le cose, farle dietro le spalle dei cittadini e soprattutto continuare ad investire nello sviluppo del rapporto civile, senza nemmeno tener conto del fatto che, come lei oggi ha confermato, verrebbe cambiata la destinazione d'uso della parte destinata oggi all'aviazione civile.
È vergognoso che questo sia successo. Non è questo il modo di rapportarsi con la comunità che non è fatta di beoti che possano accettare all'ultimo minuto le decisioni prese fuori da qualsiasi sede.
Invito il Governo a tener conto nei rapporti futuri con questa amministrazione di tale atteggiamento e, se dovessero sorgere difficoltà, a considerare che le stesse nascono dal «mal cominciare» di un percorso che deve invece vedere la città, la provincia e l'intera regione coinvolte in questo tipo di progetti che vengono sviluppati nella città, con grave impatto ambientale oltre che logistico. Ringrazio, in ogni caso, il Governo, perché finalmente è stata detta una parola chiara.