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Allegato B
Seduta n. 101 del 31/1/2007
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SOLIDARIETÀ SOCIALE
Interrogazione a risposta scritta:
BELLOTTI. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
l'Italia, come altri Paesi europei, da Paese di emigrazione è divenuto, da
tempo, Paese di immigrazione: tale fenomeno ha ingenerato non pochi problemi con riguardo soprattutto al processo teso a garantire una effettiva integrazione dei migranti;
il Comune, come ente territoriale originario, ha da sempre rappresentato per la cittadinanza anche l'espressione identitaria della propria comunità locale;
la leale collaborazione e il dialogo tra i diversi enti territoriali costitutivi della Repubblica, e tra questi e gli immigrati, sono stati considerati come strumenti essenziali, in maniera trasversale, da tutte le forze politiche, al fine di evitare situazioni di intolleranza e permettere una graduale, pacifica ed effettiva integrazione dei migranti nella comunità nazionale;
da quanto emerge, dall'articolo apparso sul Gazzettino venerdì 11 gennaio 2007 «Clan Rom di Bologna trasloca a Crespino. Il sindaco contrariato: un grosso problema», si sarebbe determinato un caso di mancata applicazione del principio di leale collaborazione che deve contraddistinguere, tra gli altri, i rapporti tra i diversi enti territoriali costitutivi della Repubblica;
sulla base di quanto dichiarato nell'articolo succitato, una comunità Rom di 32 persone sarebbe arrivata nel comune di Crispino per alloggiare in un appartamento affittato per loro dalla Onlus Lega per i Diritti e la Solidarietà fra i Popoli, a seguito di un progetto presentato da quest'ultima per accoglierli, presso la Consulta «contro l'esclusione sociale» del comune di Bologna, la quale l'avrebbe valutato, approvato ed anche finanziato (4.000 euro);
il primo cittadino del comune di Crespino, non essendo stato informato del trasferimento, avrebbe espresso rammarico e disappunto nei confronti della condotta del comune di Bologna, sottolineando le potenziali conseguenze sociali negative che tale trasferimento potrebbe avere sulla piccola comunità locale;
l'episodio fa emergere da una parte la difficoltà nella gestione del fenomeno dell'immigrazione che interessa non solo i territori in questione ma l'intero territorio nazionale, dall'altra la poca sensibilità da parte di alcune istituzioni nell'affrontare il problema;
il fatto sopra descritto, inoltre, mette in rilievo l'emergere di sfide e bisogni sempre nuovi che si pongono alla società e alle istituzioni e conseguentemente l'esigenza di rafforzare e non depotenziare l'applicazione di un principio costituzionale quale quello della leale collaborazione -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure concrete di propria competenza intenda adottare affinché si introducano serie politiche atte ad affrontare il problema dell'immigrazione e dell'integrazione degli immigrati, contemperando i diversi e contrapposti interessi che emergono e che hanno tutti diritto ad essere garantiti in ciascuna comunità locale;
se non ritenga di dover adottare iniziative volte a impedire che un comune possa approvare e finanziare un progetto di una Onlus per l'accoglimento di Rom in un territorio diverso dalla propria area di competenza, senza aver previamente informato e ricevuto l'assenso da parte del Comune destinatario del trasferimento;
se sia intenzione del Governo adottare provvedimenti tesi a rafforzare, senza incidere nella propria sfera di autonomia, i rapporti tra gli Enti territoriali, soprattutto quelli più vicini al cittadino, affinché il principio costituzionale di leale collaborazione diventi, tra gli altri, strumento-chiave effettivo di regolazione dei rapporti tra gli enti territoriali costitutivi della Repubblica;
quali misure di propria competenza il Governo intenda adottare per l'integrazione delle popolazioni nomadi in Italia.
(4-02398)