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Allegato B
Seduta n. 160 del 29/5/2007
TESTO AGGIORNATO AL 4 FEBBRAIO 2008
...
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta scritta:
FABRIS. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'obiettivo principale del sistema quote latte è il conseguimento di un migliore equilibrio tra offerta e domanda nel settore del latte e dei prodotti lattiero e caseario, per limitare le eccedenze produttive strutturali nell'ambito dell'Unione europea;
il decreto-legge n. 49 del 2003, convertito con modificazioni, dalla legge n. 119 del 2003 è stato emanato con l'obiettivo di superare le difficoltà applicative del sistema «quote latte» attraverso l'introduzione di misure innovative;
in data 14 dicembre 2006, in sede di Conferenza Stato-Regioni è stato raggiunto un accordo relativamente alla compensazione degli aiuti comunitari relativi all'Organizzazione comune di mercato lattiero casearia con quanto dovuto dagli allevatori non in regola con il versamento del prelievo supplementare;
l'estensione di detta procedura compensativa agli altri aiuti comunitari può ulteriormente rafforzare l'azione di rientro dallo splafonamento produttivo che ancora colpisce l'Italia nel settore del latte;
detta estensione dovrebbe essere alternativa all'adozione delle altre misure cautelative sinora attivate dalle regioni al fine di ottenere il versamento del prelievo supplementare e ciò per consentire comunque la prosecuzione dell'attività produttiva ai soggetti sui quali verrà operata la compensazione;
in data 14 marzo 2007 durante lo svolgimento della
seduta n. 123 del Senato della Repubblica è stato approvato l'ordine del giorno 9/1329/2 dove si impegna il Governo «ad adottare immediatamente idonee procedure, in collaborazione con le amministrazioni regionali, affinché in caso di operata compensazione con i contributi di altri regimi di aiuto comunitario, vengano sospese le procedure di riscossione coattiva da parte delle Regioni» -:
se il Governo, alla luce di quanto descritto dalla presente interrogazione, stia
dando attuazione a quanto stabilito dall'ordine del giorno citato in premessa.
(4-03749)
RAMPELLI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
ai fini della gestione della pesca dei molluschi bivalvi il decreto 28 aprile 2004 aveva suddiviso in tre aree di pesca il tratto di mare compreso nell'ambito di giurisdizione ricadente tra i compartimenti marittimi di Ancona e di San Benedetto del Tronto;
il successivo decreto 1 luglio 2004 aveva affidato la gestione della risorsa, per un periodo di tre anni, ai consorzi costituiti nell'area geografica di riferimento dalla maggioranza assoluta delle imprese operanti in ciascuna zona, e denominati in sigla rispettivamente: CO.GE.VO. di Ancona, CO.GE.VO. di Civitanova Marche e CO.VO.PI. di San Benedetto del Tronto;
in prossimità della scadenza dei termini, ancora oggi permangono le evidenze di squilibrio tra le tre aree di pesca disegnate dal Dicastero;
nella sub area B del Compartimento di Ancona persistono gravi problemi di ordine occupazionale, economico e sociale che coinvolgono, direttamente e indirettamente, tutte le attività imprenditoriali del comprensorio dell'area portuale di Civitanova Marche con pesanti riflessi nell'indotto;
è necessario risolvere al più presto e in via definitiva le problematiche suddette per evitare che in poco tempo la situazione testé rappresentata generi ancora conflittualità ed un probabile collasso economico nei comparti di riferimento che aggraverebbero ulteriormente la situazione globale della marineria civitanovese -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere da un punto di vista normativo al fine di risolvere in via permanente le criticità osservate nell'ambito dei due compartimenti di Ancona e San Benedetto del Tronto.
(4-03758)
CARBONELLA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
i lavoratori agricoli, a partire da questo anno percepiranno le prestazioni previdenziali sulla base della retribuzione salariale effettivamente percepita;
ciò vale per la indennità di disoccupazione, di malattia, per gli infortuni ed altre varie indennità;
la categoria dei lavoratori agricoli, com'è noto, risulta essere tra le più sottopagate rispetto ad altri settori produttivi e merita particolare attenzione circa l'azione di controllo e di vigilanza, per sanzionare i moltissimi casi di sottosalario esistenti nella nostra provincia e nell'intera Regione Puglia;
tale situazione riguarda i redditi di oltre 25.000 lavoratori stagionali ai quali, alla già grave condizione di sottosalario si aggiunge quella ancor più cogente della decurtazione della indennità di disoccupazione, che inciderà in modo drammatico sul reddito di molte famiglie;
questo si verificherà in ragione del fatto che, tale indennità sarà calcolata dall'INPS, sulla base della paga dichiarata in busta paga e non più in base al salario medio convenzionale;
i lavoratori agricoli dipendenti, da sempre, integrano la retribuzione percepita con l'importo di disoccupazione agricola e che la crisi economico-produttiva del comparto si è ancor più accentuata, è verosimile prevedere che la misura in essere aggraverà di molto la capacità reddituale di tantissime famiglie;
per tali motivazioni, peraltro, le organizzazioni sindacali di categoria hanno proclamato lo sciopero generale del 25 maggio 2007, al fine di rendere note le ragioni della protesta medesima -:
se il Ministro sia a conoscienza di quanto su esposto e quali interventi anche
normativi intenda assumere perché venga ripristinata la situazione di miglior favore(salario medio convenzionato nella liquidazione delle prestazioni previdenziali ai lavoratori agricoli.
(4-03760)
DI GIOIA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
come noto, le recenti piogge e grandinate, che hanno colpito San Severo e le zone limitrofe, hanno danneggiato notevolmente le produzioni agricole e in particolare quelle stagionali;
il settore agricolo è stato in tal modo messo in ginocchio dalle ingenti precipitazioni -:
quali interventi di sua competenza intenda adottare partendo dal blocco delle contribuzioni previdenziali e dei crediti agricoli e le ulteriori forme d'intervento, allo scopo di rilanciare l'agricoltura nelle aree interessate.
(4-03765)
REALACCI e BENVENUTO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
secondo un rapporto del World Watch Institute, nell'ambito della pubblicazione annuale State of the World 2006, nel mondo un terzo degli alveari di ape domestica è già scomparso ed è possibile dare una stima simile anche per le specie selvatiche;
la Coldiretti segnala che in Italia sono a rischio circa 50 miliardi di api in oltre un milione di alveari. Sono 27 i Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno tra cui il Brasile, il Canada, l'Australia e molti Paesi europei come la Svizzera, la Germania e l'Inghilterra, con un picco del 75 per cento di esemplari in meno registrato nello Stato del Montana negli Stati Uniti;
le api contribuiscono per 1'80 per cento all'impollinazione delle coltivazioni che costituiscono un terzo della nostra alimentazione, per un valore stimato pari a 2,5 miliardi di euro all'anno in Italia e ben 10 miliardi di euro all'anno nel mondo. Oltre che la maggior parte delle piante da frutto, dipendono dall'azione impollinatrice delle api anche la produzione delle colture foraggere fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento;
in Italia ci sono circa 50 mila apicoltori, 1 milione e 100 mila alveari, una produzione di oltre 10 mila tonnellate e un consumo di circa 20 mila tonnellate di miele all'anno;
l'ecatombe di api, definita dagli scienziati statunitensi «Colony collapse disorder», si manifesta attraverso un collasso del sistema nervoso delle api impedendo loro di ritrovare la strada per l'alveare;
sembra che già nel 2003 l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - istituto referente del Ministero della salute - abbia inviato alla Divisione fitosanitaria, fertilizzanti e delle sementi del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali la richiesta di sospensione cautelativa di alcune sostanze presenti nei fitosanitari, nei pesticidi e nei concianti per le sementi, che ha provveduto ad inoltrarla alla Divisione della sanità pubblica veterinaria degli alimenti e della nutrizione del Ministero della salute;
pare che la stessa divisione del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali abbia inviato nel luglio del 2004 una seconda nota alla medesima Divisione del Ministero della salute nella quale nuovamente riportava la crescente preoccupazione da parte delle associazioni apistiche nonché la necessità evidenziata da importanti studi di ricerca di condurre studi approfonditi sugli effetti provocati da sostanze come l'Imidacloprid presente nel «Gaucho» prodotto da Bayer CropScience, un conciante per sementi, il thiamethoxan, presente nel neonicotinoide Actara, prodotto dalla Syngenta e il fipronil, un principio attivo presente nell'insetticida Regent TS prodotto da BASF Agro;
come evidenziato dall'Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani (UNAAPI), pur in assenza di una ricerca pubblica sperimentale sul fenomeno, sulla base delle prove empiriche raccolte attraverso la compilazione di questionari da parte degli apicoltori, diversi studi di laboratorio, condotti da numerose Università e Istituti specializzati, hanno verificato l'alta tossicità nei confronti delle api di sostanze come l'imidacloprid, il fipronil e il thiamethoxan;
già nel febbraio 2004 la Francia ha vietato l'uso di sei insetticidi contenenti fipronil perché sospetti di essere la causa della moria di api. La decisione è arrivata dopo che la corte francese ha messo sotto indagine formale la BASF Agro - produttrice del Regent TS, uno degli insetticidi sotto accusa - e il suo amministratore delegato per la «vendita di prodotti tossici pericolosi per la salute degli uomini e degli animali». Anche la Bayer CropScience France e il suo Direttore Generale sono stati messi sotto indagine dal momento che hanno commercializzato il Regent TS per nove mesi prima di venderlo alla BASF Agro;
pare che il principale accusato della moria di api dello scorso anno in Piemonte sia il Thiamethoxan, usato contro la flavescenza dorata - malattia che colpisce le coltivazioni di vite. Tra giugno e luglio del 2006 sono state ritrovate tracce di tale sostanza nei campioni di api trovate morte;
nonostante molte ricerche di laboratorio abbiano dimostrato l'effetto letale sul sistema nervoso delle api da parte dell'imidacloprid, contenuto nel Gaucho della Bayer CropScience, l'unica ricerca di campo esistente, per via dell'impegno economico che richiede, è stata condotta dalla Bayer che continua a detenerne l'esclusiva di pubblicazione e dalla quale risulterebbe che non è possibile trovare una diretta correlazione tra la morte delle api e l'uso del pesticida;
i mutamenti climatici hanno sicuramente un influsso sulla moria di api registrata a livello globale. Nello specifico quest'anno la situazione è particolarmente grave a causa del caldo anticipato che ha fatto coincidere la fioritura stagionale con gli interventi fitosanitari praticati per le semine del mais. L'accavallamento dei trattamenti pesticidi praticati anche su altri prodotti come la barbabietola da zucchero, il girasole e il pomodoro porrebbero essere tra le principali cause della riduzione massiccia delle popolazioni di api;
i principi attivi contenuti in sostanze come quelle sopraelencate hanno una degradazione molto veloce che non permette ai ricercatori di rilevarne la presenza sulle api. Inoltre i principi attivi di tali sostanze vengono dispersi in aria attraverso le macchine seminatrici pneumatiche ricadendo sulle piante e sui fiori e disperdendosi nella rugiada mattutina ricercata dagli insetti a causa della siccità;
tra le concause del fenomeno pare esserci anche la diffusione di coltivazioni geneticamente modificate. Una recente ricerca del Department of biological science della Simon Fraser University della British Columbia, in Canada, pubblicata dall'Ecological Society of America ha evidenziato che nei campi coltivati con colza geneticamente modificata si è verificata una forte riduzione delle api presenti e un grave deficit nell'attività di impollinazione rispetto ai campi con colture convenzionali;
tra i principali sospettati ci sono anche parassiti e virus sconosciuti. Di recente un gruppo di ricercatori dell'Edgewood chemical biological center (ECBC) e dell'Università di California a San Francisco ha individuato un virus e un parassita che potrebbero, in combinazione con l'uso dei concianti e delle sostanze pesticide sopraelencate, essere i responsabili della morte delle api in Europa e nel Nord America. I ricercatori hanno usato una nuova tecnologia chiamata Integrated virus detection system (Ivds), un sistema integrato di rilevazione dei virus, progettato per usi militari allo scopo di individuare
rapidamente campioni di agenti patogeni; da non trascurare, inoltre, che tali malattie virali e di origine batterica sono causate anche dagli scarsi controlli sulle importazioni di api vive dai vari Paesi europei ed extra-europei che stanno diffondendo a livello globale patologie finora sconosciute nei nostri allevamenti;
da anni le associazioni di settore come l'UNAAPI e la Federazione Apicoltori Italiani (FAI) sottolineano che sarebbe un errore pensare alla moria delle api come a un problema che riguarda solo gli insetti e gli apicoltori. Esse rappresentano, infatti, un indicatore molto sensibile di rilevanti conseguenze all'insieme dell'equilibrio ambientale; vale la pena ricordare che l'ape domestica visita in media 700 fiori al giorno. Se si moltiplica questo dato per le 20 mila api di un solo alveare, in produzione primaverile o estiva, otteniamo che in un giorno vengono visitati 400 mila fiori, il che da un'idea chiara del ruolo importantissimo svolto dall'attività di impollinazione di tali preziosi insetti. Un apporto all'equilibrio ambientale e alla preservazione della biodiversità che, se venisse a mancare, avrebbe ripercussioni devastanti per la natura e la sopravvivenza dell'uomo. Ciò richiama alla mente il monito dell'illustre scienziato Albert Einstein: «Se l'ape scomparisse dalla faccia della Terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita»;
se il Ministro della salute intenda sospendere in via cautelativa l'utilizzo del fipronil, così come avvenuto in Francia, e del thiamethoxan e dell'imidacloprid applicando il «principio di precauzione» sulla base degli studi finora condotti;
se il Ministro della salute, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intendano dare avvio ad una ricerca pubblica sperimentale che analizzi il fenomeno della moria delle api nella sua globalità, tenendo conto della complessità delle cause individuate dagli esperti del settore fino ad oggi, come esposto in premessa, e che formuli una strategia integrata che si proponga di fornire soluzioni a breve termine per affrontare l'emergenza nonché azioni di lungo periodo, tra cui, in particolare, una revisione dei metodi applicati per concedere le autorizzazioni di commercializzazione e utilizzo dei prodotti sanitari che non si basi esclusivamente sull'effetto immediato di dosi letali ma tenga conto degli effetti che nel tempo essi hanno sull'ambiente e sugli ecosistemi.
(4-03784)