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Minori e mafia

Descrizione del fenomeno

È un fatto ormai riconosciuto, anche processualmente, che le organizzazioni mafiose reclutano tra le loro fila molti giovani poco più che adolescenti e che esse si avvalgono per lo svolgimento di specifiche attività illecite, come lo spaccio di droga, di ragazzi minorenni.

Molti di questi giovani, in particolare nel Mezzogiorno, vengono reclutati in quartieri ad alta disoccupazione, in cui vige da sempre la regola del più forte, della violenza, provengono da famiglie disagiate, spesso hanno abbandonato la scuola. I giovani sono affascinati dal carisma dei leader mafiosi, in particolare di quelli latitanti, i quali ai loro occhi sono ritenuti più forti dello Stato che è incapace di catturarli. Il boss mafioso, per questi giovani, diventa un modello di riferimento, una persona di cui fidarsi.

La mafia per questi ragazzi rappresenta la risposta al loro bisogno di ricerca di un senso di identità, di appartenenza, di rispetto, di ricchezza. Questi ragazzi sono attratti dal mondo mafioso in quanto in esso vedono la possibilità di arricchimento rapido, pensano al fatto che una volta divenuti "uomini d'onore", essi saranno temuti e rispettati dagli altri. La mafia, inoltre, offre protezione e sostegno quando necessario, ma non ammette alcuna disobbedienza. Chi viola la regola dell'omertà o commette un reato senza esserne stato autorizzato dal responsabile di quel territorio, muore.

I minorenni vengono impiegati in diverse attività: dallo spaccio della droga al compimento di atti estortivi. In quest'ultimo caso è da rimarcare il fatto che le estorsioni sono una delle modalità mediante la quale le organizzazioni mafiose mettono alla prova i giovani, chiedendo loro di dimostrare coraggio, capacità di utilizzare la violenza e di intimidire. I minorenni, come è già accaduto, sono purtroppo impiegati anche per la commissione di omicidi e per questo sono stati definiti "baby killer". Il carcere è una situazione che molti ragazzi mettono in conto di dover affrontare. La reclusione è considerata un attestato di professionalità criminale da esibire ai propri coetanei in libertà e, soprattutto, ai capi delle organizzazioni malavitose.

Parlando di minori e mafia non si possono dimenticare i ragazzi che vivono in famiglie mafiose, i quali non solo hanno da sempre respirato aria di violenza e di prevaricazione ma, magari, hanno visto uccidere i loro padri, fratelli, parenti. In questi casi, secondo il codice d'onore mafioso, deve scattare la vendetta, per cui violenza richiama violenza. Si pensi, inoltre, ai minori figli di mafiosi che hanno deciso di collaborare con la giustizia o ai minorenni diventati essi stessi testimoni di giustizia avendo fornito informazioni importanti per la scoperta di alcuni reati, come ad esempio la giovane Rita Atria. Questi bambini o ragazzi hanno visto cambiare radicalmente la loro vita nell'arco di un tempo brevissimo, sono stati sradicati dal loro ambiente e sono stati sottoposti ad uno specifico programma di protezione.

A partire dagli anni novanta del XX secolo, come riportano i dati statistici, è stata riscontrata l'utilizzazione di minorenni per lo svolgimento di attività illecite anche da parte di gruppi delinquenziali di tipo mafioso provenienti da paesi stranieri, in particolare dell'Est Europa.
Giovani ragazze sono costrette all'esercizio della prostituzione e piccoli bambini sono impiegati in attività quali l'accattonaggio, i furti, gli scippi. Sia le une che gli altri sono le principali vittime del traffico di esseri umani.

E' bene ricordare che le organizzazioni mafiose non temono soltanto l'operato delle forze dell'ordine e della magistratura, ma anche quello delle scuole, delle associazioni di volontariato, delle parrocchie, dei servizi sociali che si propongono di offrire a questi ragazzi che potenzialmente possono essere reclutati dai mafiosi o che lo sono già stati, non solo delle opportunità di vita e di lavoro alternative a quelle criminali, ma soprattutto propongono una cultura della legalità e della solidarietà radicalmente alternativa a quella mafiosa. Per questo, ad esempio, in Sicilia è stato assassinato don Pino Puglisi, ed è per la medesima ragione che molte scuole del sud Italia sono oggetto di atti vandalici e le persone che in esse vi operano sono oggetto di pesanti atti intimidatori.

Il Ministero dell'interno ha attivato un apposito numero telefonico il 114 dedicato a tutti i minori che si trovano in una situazione di emergenza e di disagio.

La Polizia di Stato ha attivato un sito dedicato ai bambini scomparsi.

Normativa di riferimento

Dati statistici

Minori di anni 18 italiani e stranieri (distinti per nazionalità) denunciati e arrestati per associazione di tipo mafioso. Anni 2004-2006
2004 2005 2006 Totale per nazionalità
Nazione Denunciati Arrestati Denunciati Arrestati Denunciati Arrestati Denunciati Arrestati
Italia 48 23 29 12 40 31 117 66
Germania 0 0 1 0 0 1 1 1
Serbia-Montenegro 0 0 1 0 0 0 1 0
Iraq 0 0 1 0 0 0 1 0
Romania 1 0 0 0 0 0 1 0
Ucraina 1 0 0 0 1 0 20
Luogo ignoto 5 0 1 0 10 70
Totale 55 23 33 12 42 32130 67
Fonte: Ministero dell'Interno - Direzione centrale polizia criminale
Minori di anni 18 denunciati per estorsione. Anni 1984-2007 (al 31 agosto)
Anno N° denunciati
1984 144
1985 108
1986 108
1987 121
1988 96
1989 117
1990110
1991121
1992143
1993131
1994152
1995132
1996129
1997135
1998139
1999166
2000132
2001137
2002205
2003140
2004306
2005265
2006239
2007 243
Totale3.719
Fonte: Ministero dell'Interno
Minori segnalati all’autorità giudiziaria per tipo di droga. Anni 1997-2006
AnnoEroinaCocainaHashisMarijuanaPiante di cannabisDroghe sinteticheAltre drogheTotale
199733370619541277161.667
1998344108716510133071.728
1999254169909345195611.753
2000283158890291166321.703
2001295154820277124141.603
2002223197639252363411.382
20031611375281413245101.054
20041091736591003148211.141
2005133185658984943371.203
20061061974801692240241.038
Totali2.2411.5486.9182.72425747111314.272
Fonte: Ministero dell’Interno – Direzione Centrale per i Servizi Antidroga
Minori segnalati all’autorità giudiziaria, distinti per età e droga, con variazione percentuale – 1° semestre 2007

Fonte: Ministero dell’Interno, Direzione centrale servizi antidroga

Documentazione della Commissione

Documentazione parlamentare

Altra documentazione

Bibliografia di riferimento

Sitografia