PARLAMENTO ITALIANO

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Racket

Descrizione del fenomeno

Il fenomeno del racket, meglio noto come "pizzo", è un tipico reato di mafia. Esso consiste nella richiesta, fatta da una cosca mafiosa ad un operatore economico, di pagare periodicamente una somma prestabilita al fine di evitare l'esercizio di azioni violente ed intimidatorie nei confronti della sua persona, della sua famiglia e della sua attività imprenditoriale. La situazione ha del paradossale. Infatti è come se un assicuratore chiedesse di sottoscrivere una polizza contro la possibilità di subire dei danni che è esso stesso a poter cagionare.
Le organizzazioni mafiose si comportano esattamente in questo modo applicando un principio che si può definire della proporzionalità: maggiori sono gli introiti di un operatore economico, maggiore sarà la somma che gli verrà chiesto di pagare. Identico principio viene applicato rispetto all'esercizio della minaccia, elemento indispensabile dell'attività estorsiva.

L'estorsione è un'attività che permette alle cosche:

  • a) di controllare il territorio;
  • b) di infiltrarsi, inquinandolo, nel tessuto economico locale;
  • c) di incassare denaro contante con il quale mantenere le famiglie dei loro affiliati reclusi in carcere;
  • d) di mettere alla prova giovani ragazzi per valutare una loro possibile affiliazione nell'organizzazione criminale ovvero per promuoverli in una posizione più elevata della gerarchia criminale.

L'esercizio della violenza consiste ad esempio nel far esplodere le serrande di negozi, nell'incendiare capannoni e nel mandare emissari minacciosi per indurre a pagare chi cerca di opporsi a questa richiesta. Sino a qualche tempo fa, seguendo la strategia di inabissamento promossa da Bernardo Provenzano, un messaggio che Cosa Nostra siciliana inviava a coloro che dovevano pagare il "pizzo" era quello di mettere della colla nelle saracinesche delle serrande dei negozi, di imporre l'acquisto di certe forniture di prodotti da ditte legate ai gruppi criminali o di assumere persone segnalate da questi ultimi. Dopo l'arresto di Provenzano, considerato un capo carismatico capace di garantire un equilibrio tra i vari gruppi criminali, le cosche sono ritornate all'esercizio della minaccia e alla pratica degli attentati incendiari nei confronti degli imprenditori.

Il racket è un fenomeno presente soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno caratterizzate storicamente dalla presenza mafiosa. Da queste terre, tuttavia, nei primi anni novanta del secolo scorso è nata anche la ribellione verso l'arroganza e la violenza mafiose da parte dei commercianti, riunitisi in associazioni, come a Capo d'Orlando (Me), al fine di tutelare la loro sicurezza e di incoraggiare alla denuncia. Meritano di essere ricordati, inoltre, altri episodi importanti della storia recente. A Palermo da circa tre anni è presente un'associazione di giovani denominata Addio Pizzo, che si è schierata dalla parte dei commercianti che rifiutano di pagare i mafiosi. Addio Pizzo, inoltre, mediante una campagna intitolata Contro il pizzo cambia i consumi, ha invitato i cittadini palermitani ad acquistare i prodotti di cui necessitano dal cartello di commercianti che pubblicamente si rifiutano di pagare il pizzo.

Un altro episodio particolarmente significativo è il fatto che nel mese di agosto del 2007 Confindustria, l'organizzazione degli industriali italiani, ha stabilito che chiunque dei suoi soci paghi il pizzo è espulso dall'associazione. Si tratta di un segnale molto importante che non ammette la possibilità di scendere a patti con gli uomini delle cosche. Pagare infatti significa anche riconosce un'autorità alla mafia. Un segnale che già nel 1991 aveva compreso l'imprenditore Libero Grassi che pagò con la vita il suo rifiuto di pagare il pizzo.

Il 12 settembre 2007 è stato siglata un'intesa tra il Ministero dell'Interno e la Confindustria, l'Associazione degli industriali italiani, con la quale è stata prevista l'istituzione del "Garante per la sicurezza delle imprese al Sud". Il progetto, realizzato con la collaborazione delle associazioni antiracket, si propone di essere di accompagnamento e di tutela per le imprese e sarà inizialmente sperimentato in sei aree città: Lamezia Terme, Gela, Napoli, Messina, Siracusa e una zona tra Caserta e Napoli, per essere in seguito esteso all'intero territorio nazionale.

A livello istituzionale, si segnala l'esistenza del Commissario straordinario di Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, ruolo attualmente ricoperto dal Prefetto Raffaele Lauro.



Normativa di riferimento



Dati statistici

N° persone denunciate per estorsione in Italia. Distinzione per regione e tra maggiorenni e minorenni. Anni 1993-1997
Anno 1993Anno 1994Anno 1995Anno 1996Anno 1997
Dati IstatPersone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
ABRUZZO107116881103101192-
BASILICATA7229431412721863
CALABRIA27011378132508229102367
CAMPANIA66396201269256261559417
EMILIA ROMAGNA160101586172419231846
FRIULI V. GIULIA53181338-58-512
LAZIO266321763385279335514
LIGURIA10959548711001951
LOMBARDIA4151236317339143951129515
MARCHE621908821601762
MOLISE20142-28-263392
PIEMONTE210132356241132631531613
PUGLIA5932669936617396183559331
SARDEGNA606786972954995
SICILIA4711956416611315812060410
TOSCANA13321382168419751492

TRENTINO A. ADIGE

17430-32-19-242
UMBRIA46-21242-31-321
VALLE D'AOSTA43110---15-5-
VENETO15641704158-49611082
TOTALE3.9261314.2511524.2431324.4531294.033135
Fonte: Ministero dell'Interno - Dipartimento della pubblica sicurezza - Direzione centrale polizia criminale - Servizio Analisi Criminale
N° persone denunciate per estorsione in Italia. Distinzione per regione e tra maggiorenni e minorenni. Anni 1998-2003
Anno 1998Anno 1999Anno 2000Anno 2001Anno 2002Anno 2003
Dati IstatPersone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
Persone
denunciate
…di cui
minori
ABRUZZO72484790-1093107131214
BASILICATA81296373-42352645-
CALABRIA24216307830818412-26992082
CAMPANIA5781558120667861813672269388
EMILIA ROMAGNA1741163221972286278626511
FRIULI V. GIULIA39- 53-4696416521005
LAZIO39519388203341469124362532714
LIGURIA11081211683782864115-
LOMBARDIA325114273236715374153962954812
MARCHE77891278-80183-1143
MOLISE28-27-30133-523292
PIEMONTE3321131152988302143753134025
PUGLIA48215449324683076720456943112
SARDEGNA112518849866813853706
SICILIA669125921785014580205471254418
TOSCANA21410200220312732307142689
TRENTINO A. ADIGE66-55334333341352
UMBRIA22-46142-77-26-50-
VALLE D'AOSTA7-2-7-326-52
VENETO13821707137815110192121995
TOTALE4.1631394.3511664.4171324.7611374.5242054.752140
Fonte: Ministero dell'Interno - Dipartimento della pubblica sicurezza - Direzione centrale polizia criminale - Servizio Analisi Criminale

Giro d'affari delle organizzazioni mafiose

Giro d'affari delle organizzazioni mafiose
Fonte: SOS Impresa - Confesercenti


Importo del "pizzo" a Palermo e Napoli

Importo del pizzo da Palermo a Roma
Fonte: SOS Impresa - Confesercenti

La mappa del "pizzo"

La mappa del pizzo
Fonte: SOS Impresa - Confesercenti



Documentazione della Commissione

Documentazione parlamentare

Altra documentazione

Bibliografia

Sitografia