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Il ruolo delle mafie italiane nel narcotraffico

Nelle pagine seguenti, sono riportati alcuni brani contenuti nel Rapporto sulla criminalità in Italia. Analisi, Prevenzione, Contrasto [1] , presentato dal Ministero dell'Interno nel giugno 2007, che illustrano il ruolo svolto dalle mafie italiane e da quelle straniere nel nostro territorio nazionale nel traffico delle sostanze stupefacenti.

'Ndrangheta

«… L'analisi degli elementi in possesso consente di confermare un predominio nel narcotraffico, soprattutto della cocaina, delle organizzazioni della 'ndrangheta che con straordinaria capacità di rinnovamento hanno dislocato le proprie articolazioni, deputate alla gestione della filiera criminale, nei diversi Paesi di produzione e di transito del narcotico.

La consistente influenza criminale acquisita, sia sul territorio nazionale che sul mercato internazionale, consente oggi alla 'ndrangheta il pressoché completo controllo del traffico della cocaina diretto al mercato nazionale ed una forte operatività su alcuni mercati esteri, come quello australiano, dove si sono stabilite proprie "qualificate" articolazioni. Allo stesso modo, in Italia, emergono stabili e funzionali saldature criminali con le organizzazioni di matrice mafiosa siciliane, campane e pugliesi ed anche con quelle albanesi. La necessità di abbattere i costi degli approvvigionamenti degli stupefacenti, in particolare della cocaina dal Sud America, continua peraltro a costituire il filo conduttore cui si ispirano le più agguerrite organizzazioni criminali calabresi, teso a scavalcare i livelli intermedi della filiera per ricercare il contatto diretto con i cartelli, soprattutto colombiani, o con le loro affiliazioni in Europa.

Tale capacità di ricercare intese e collaborazioni con associazioni criminali di provenienza e culture diverse ha permesso di stabilire in ambito internazionale ramificazioni sui più importanti mercati mondiali: Francia, Germania, Russia, Spagna, Svizzera, Bulgaria, ex Jugoslavia, Bolivia, Stati Uniti, Canada e Australia sono i Paesi dove è provata la presenza di filiazioni di matrice 'ndranghetista. I contatti in tali Paesi, mantenuti da soggetti riparati all'estero per sottrarsi alla giustizia, hanno consentito alla 'ndrangheta di controllare vere e proprie holding inserite nei circuiti finanziari ed imprenditoriali internazionali, così come evidenziato da recenti acquisizioni investigative che hanno permesso di ricostruire flussi finanziari connessi con i narcoproventi delle organizzazioni calabresi. È confermata inoltre la tendenza della 'ndrangheta ad operare fuori della regione d'origine, testimoniata soprattutto dal fatto che non emergono grossi sequestri sul territorio calabrese pur riscontrandosi un costante coinvolgimento di tali organizzazioni nell'ambito di rilevanti operazioni realizzate sul territorio nazionale ed internazionale.

È da evidenziarsi, infine, proprio nell'ottica di espansione geografica delle organizzazioni calabresi, la tendenza sempre più marcata della presenza di rappresentanti delle più importanti cosche della 'ndrangheta anche nei Paesi dell'Africa Occidentale e in particolare nel Togo ed in Marocco, scelti come nuove piattaforme funzionali all'alimentazione del mercato europeo.

L'analisi dell'azione di contrasto antidroga condotta sia in Italia che all'estero, con operazioni tuttora in corso, coordinate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, consentono di evidenziare il coinvolgimento delle principali famiglie mafiose della costa jonico-reggina e quelle della provincia di Vibo Valentia».

Camorra

« … Sul territorio campano, a differenza della 'ndrangheta che opera prevalentemente al di fuori dei confini regionali, le organizzazioni camorristiche svolgono un'ampia fetta della propria attività, consistente nella fase dello spaccio delle sostanze stupefacenti, non disdegnando alcune proiezioni sul versante Adriatico e nelle Marche, dove viene attuata la distribuzione locale della cocaina ed il riciclaggio del denaro attraverso la gestione di varie attività commerciali.

Le organizzazioni campane, però, hanno raggiunto un elevato profilo anche sui mercati internazionali, gestiti dai narcotrafficanti sudamericani, con insediamenti camorristici in Paesi come la Spagna (in particolare in Costa del Sol ed a Barcellona) e l'Olanda, ma anche Bulgaria, Romania, Turchia, Albania, Marocco e, recentemente, Tunisia. Acquisizioni investigative più recenti confermano, inoltre, la presenza in Sud America, ed in particolar modo in Colombia e Bolivia, di esponenti della malavita campana, che evidenzia la tendenza di queste organizzazioni ad oltrepassare il ristretto ambito Schengen, nel quale sono comunque ben inserite».

Cosa Nostra

« … La struttura siciliana malavitosa, denominata "cosa nostra", ha perso da anni il tradizionale controllo del mercato nazionale e internazionale di sostanze

stupefacenti … Il predominio assoluto, che in passato aveva assunto una fisionomia monopolistica del traffico soprattutto di eroina, si è progressivamente affievolito fino a relegare il suo ruolo a mera "compartecipazione agli utili", lasciando spazio alla 'ndrangheta ed alla camorra. L'attuale scenario del narcotraffico in Sicilia evidenzia la generica tendenza delle compagini criminali a servirsi, per i grandi approvvigionamenti, delle organizzazioni narcotrafficanti calabresi e campane, nonché di gruppi criminali che, sebbene non organici a cosa nostra ma ad essa contigui, sono storicamente impegnati nel traffico di stupefacenti. I motivi che hanno indotto e tuttora inducono cosa nostra a scegliere di partecipare marginalmente al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, oltre che a precise strategie unitarie tendenti anche ad abbassare l'esposizione all'azione di contrasto, possono ricondursi sicuramente anche all'accertata flessione del consumo dell'eroina. Difatti, cosa nostra storicamente si è appalesata come leader mondiale nel traffico degli stupefacenti grazie soprattutto al controllo del traffico della suddetta sostanza, proveniente, all'epoca, dagli Stati Uniti d'America, territorio dove cosa nostra aveva legami indissolubili.

… Le numerose e significative operazioni delle Polizie internazionali, peraltro, hanno permesso di decimare intere famiglie dedite al narcotraffico, tanto da non consentire di potersi riappropriare di un rinnovato ruolo internazionale attraverso, ad esempio, nuove alleanze con gruppi criminali di diversa estrazione da quella americana che oggi vanno per la maggiore nell'ambito del narcotraffico mondiale, a differenza della 'ndrangheta che, viceversa, ha approfittato del momento storico favorevole, occupando il vuoto lasciato da cosa nostra e proponendosi, pertanto, come interlocutrice privilegiata internazionale di numerosi gruppi criminali appartenenti ad etnie diverse. Le attività investigative condotte dai diversi organismi nazionali evidenziano, però, una progressiva ripresa delle grandi spedizioni di cocaina in direzione della Sicilia».

Criminalità organizzata pugliese

« … In tale contesto, il traffico delle sostanze stupefacenti gioca un ruolo determinante, essendo il mezzo più veloce ed efficace per ottenere il completo controllo del territorio ed il massimo profitto economico. Infatti, numerose evidenze investigative hanno accertato che, attualmente, i gruppi criminali pugliesi non hanno avanzate capacità di pianificare e realizzare rilevanti operazioni di narcotraffico limitandosi al ristretto traffico locale o al minuto spaccio. Gli stessi appaiono, al contrario, sempre più orientati a rivolgersi alle organizzazioni strutturate più solidamente, in particolare alla 'ndrangheta per la cocaina, ed ai gruppi di etnia albanese, a cui forniscono anche assistenza durante le operazioni di sbarco marittimo dei carichi di sostanze stupefacenti, eroina e marijuana, tanto da assumere talvolta, nello specifico comparto delinquenziale, posizioni di subordinazione alle suddette organizzazioni criminali».

Criminalità straniera in Italia

«Gli stranieri denunciati in Italia nel 2006, di cui 7.857 in stato di arresto, sono stati 9.544, corrispondenti al 28,11% del totale dei segnalati all'A.G., con un incremento del 3,25% rispetto all'anno precedente. Le denunce hanno riguardato il reato di traffico illecito in 8.780 casi (7,58% in più rispetto al 2005) e di associazione finalizzata al traffico in 763 casi (11,48% in meno). Quest'ultimo dato, seppure in calo, è indicativo di quanto gli stranieri siano coinvolti nel reato più grave di associazione, pur mantenendo un ruolo primario in quello di semplice spaccio o di corriere. La cocaina, i derivati della cannabis e l'eroina sono state le droghe maggiormente trattate nel nostro Paese dagli stranieri.

Dei 9.544 stranieri denunciati, a vario titolo, ben 6.929, pari al 72,60% del totale, appartengono alle seguenti etnie: marocchina, albanese, tunisina, nigeriana, algerina, spagnola e senegalese. Fortemente coinvolti nei grossi traffici anche i dominicani. In particolare, nel traffico e lo spaccio al minuto si distinguono i marocchini (2.936), i tunisini (1.070) e gli albanesi (1.005); nel delitto più grave di associazione sono prevalsi gli albanesi e i marocchini.

Fra le etnie maggiormente coinvolte, i gruppi albanesi si occupano principalmente di importazione e distribuzione di cocaina ed eroina; i colombiani spiccano nell'importazione di cocaina; i nigeriani manifestano interesse ai traffici tanto di eroina che cocaina; i magrebini (marocchini in primo piano) sono risultati coinvolti principalmente nei traffici di cocaina, hashish ed eroina».

Si veda inoltre:

[1] In particolare è stato consultato il capito VIII, paragrafo 3, pg. 269 e ss.